Strahlhorn (4190 m)
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Io e Ale ci sentiamo in settimana e programmiamo una bella uscita nel weekend: si va allo Strahlhorn, a cui basta il nome (“corno fulgente”) per far venir la voglia di salirlo! La mia allergia a rifugi ed impianti mi fa proporre una salita a piedi da Mattmark con nottata in tenda: proposta accolta per cui, dopo mezza giornata di lavoro, partiamo nel primo pomeriggio di venerdì alla volta della Saastal.
Lasciata l’auto alla diga in uno dei parcheggi a bordo strada, ci incamminiamo lungo la stradina (sinistra orografica) del lago. Superata la prima galleria, giungiamo ad un bivio (cartelli indicatori) in cui teniamo la destra sempre seguendo la strada con le indicazioni per Schwarzbergalp. Da qui il sentiero inizia a salire con una certa ripidità fino allo spiazzo dello Schwarzbergchopf. Il sole sta tramontando sullo Stellihorn ed iniziamo a scendere sul fondo dell’Allalingletscher seguendo i paletti del Glacier Trail. Perdiamo quindi una sessantina di metri ed attraversiamo il pianoro glaciale, privo di crepacci ma solcato da numerosi bédières. Poco oltre il percorso continua su pietraia e, con qualche saliscendi, raggiungiamo una conca morenica nella quale sono adagiati alcuni laghetti. Qui decidiamo di piazzare la tenda mentre, proseguendo, la traccia ritorna sul ghiaccio e sale verso la Britanniahütte. Allestiamo il campo, ceniamo a base di pasta al pesto e ci mettiamo a dormire per qualche ora, fissando la partenza alle 3:30. La luna piena ci consente di individuare bene dove passare, praticamente a ridosso della parete dell’Hohlaubgrat ed evitando così la parte iniziale molto tormentata dell’Allalingletscher. La progressione è un poco delicata a causa degli sfasciumi instabili ma raggiungiamo abbastanza agevolmente la fine della morena, mettendo piede sul ghiacciaio a circa 3100 m di quota, dove ci leghiamo. Fino ai 3300 m le pendenze sono molto blande ed incontriamo qualche crepaccio da aggirare o superare ma senza difficoltà particolari. Oltre, il ghiacciaio è ben coperto e cominciamo a salire più decisamente, mentre inizia a rosseggiare alle nostre spalle concedendoci un’alba magnifica. Giungiamo a monte dell’Adlerpass superando un pendio più ripido e poi per la larga cresta raggiungiamo la cima.
Il panorama è grandioso in ogni direzione con una cerchia impareggiabile di 4000 a dominare la scena.
Sostiamo in vetta una mezz’oretta, dopodiché, anche sospinti da un’aria frizzantina, iniziamo la lunga discesa che in poco meno di quattro ore ci riconduce al nostro campo base e da qui a valle lungo il sentiero percorso il giorno precedente.
Salita facile dai panorami indimenticabili, oggi pochissimo frequentata, comunque da non sottovalutare in quanto abbastanza impegnativa dal punto di vista fisico a causa della lunghezza del percorso e dei numerosi tratti su sfasciumi e morene.

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