Dents du Midi - Haute Cime (3257 m)
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I Dents du Midi sono visibili da praticamente tutto il Vallese Romando, e dalla forma inconfondibile! Sono un po’ fuori dal mio “terreno di caccia”, ma l’anno scorso passai da quelle parte con lo SwissPeaks. La rifugista della cabane de Susanfe, mentre ci dava da mangiare al ristoro fuori dalla sua capanna, ci raccontò che la Haute Cime è raggiungibile con un sentiero. Da allora, la misi nell’elenco delle vette da fare.
Parcheggio la macchina a Van d’En Haut e parto nel buio della notte. La strada verso il lago è umida e noiosa, poi a poco a poco sorge il sole. L’Auberge de Salanfe (Susanfe, Salanfe… ma non potevano trovare due nomi più diffrenti?!) è più un hotel che un rifugio, prendo e passo via. Da qui in poi ripercorro il sentiero che ho fatto due volte allo SwissPeaks, la prima, indimenticabile, in mezzo ad una bufera di neve. Sono ricordi che ti rimangono dentro. È curioso come da qui i Dent du Midi siano quasi invibilei, o irriconoscibili. Sei troppo sotto per realizzare dove sono. Col de Susanfe è un ambiente lunare. Da lì, prendo il sentiero che va verso la mia cima. Seguo due che prendono una variante troppo diretta e la pietraia un po’ mobile rende l’avanzata, al ritorno seguirò il sentiero più giusto, molto meglio. Pur essendo a tratti più una traccia che un sentiero, su un pendio comunque ripido, è sicuramente una cima escursionistica. Il panorama è purtroppo offuscato da un po’ di nubi passeggere. Intravvedo il Lago Lemanno e riconosco le tante cime a me familiari delle alpi vallesane, quasi nessuna invece di quelle dello Chablais, che non è la mia zona. C’è un po’ di gente che sale qui, è ovvio, è una meta famosa e accessibile a molti. Ogni tanto ci può stare di farne qualcuna anche così.
Per la discesa, anche per fare un po’ di allenamento, decido di passare dal Refuge des Dents du Midi. Il sentiero è ufficiale, ma poco segnato, specie nella parte che sale da poco dopo il Col de Susanfe. Arrivato lassù, finalmente mi trovo veramente “avvolto” dai Dents du Midi, imponenti sopra il Plan Nevé. Il Refuge, come dice il nome, più un bivacco che una capanna. Entro. Non c’è nessuno ma i guardiani hanno lasciato messaggi affettuosi di benvenuto e dell’acqua calda per un tè agli eventuali ospiti di passaggio. Io non prendo nulla, ho sete di qualcosa di fresco e dovrò aspettare fino all’Auberge de Salanfe, dove mi concedo una coca cola.

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