Scacco matto al Matto 3097 m - Parte II
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Alle 5,00 siamo tutti a colazione. Fa caldo, 8° a 1900 m di quota a quest’ora sono veramente parecchi…speriamo di non affogare!
Poco dopo le 5.30 siamo in partenza. I compagni di rifugio sono partiti prima di noi. Superiamo la loro retroguardia e raggiungiamo gli altri al pianoro sui 2100 m ca, dove le nostre strade si dividono e noi calziamo le ciaspole. Saliamo ripidamente e raggiungiamo i 2300 m del lago Soprano della Sella.
Attraversiamo il lago, bellissimo, sembra di essere in Alaska…
E ora con salita più dolce ci portiamo verso la testata della valle, passiamo, compiendo un delicato traverso gelato, il primo dei laghetti del Matto, ora completamente coperto e quasi invisibile e con salita via via più ripida, seguendo grosso moto il percorso estivo, ci portiamo a un primo ampio colle. Non è proprio un colle. Qui svoltiamo decisamente a dx e percorrendo una sorta di dorsale innevata, ogni tanto appaiono i bolli blu del sentiero estivo, ci portiamo a un altro colletto. Poco prima altro delicato traverso.
Siamo ora sotto la punta del Monte Matto e due sono le possibilità. Calzare i ramponi e salire ripidamente gli ultimi metri, ma il vento gelido non ci invita a fare tale operazione oppure passare sotto la cima e risalire una sorta di ampio e ripido canale. Scegliamo questa via. Il canale diversamente da quanto speravamo, non è protetto dal vento. La neve in alcuni punti, molto ventata, si spacca a blocchi al nostro passaggio e la farina sottostante ci crea qualche difficoltà. Essendo piuttosto ripido fortunatamente non dura molta. Raggiungiamo la cresta e, facendo attenzione alle cornici, raggiungiamo la cima. Il vento sempre forte ci concede una breve tregua e con gioia immensa ci portiamo al punto trigonometrico. Ore 9.30, 4 ore soste comprese.
Purtroppo la sosta è brevissima, giusto il tempo di fare qualche foto e poi con grandissima cautela e attenzione scendiamo ai piedi del Monte Matto. Mi sembra di averci impiegato più tempo a scendere che a salire ma per me questo è normale…dopo una breve pausa, in un punto riparato, ripercorriamo il primo traverso (il secondo trovato in salita), discesa della dorsale e giunti al secondo traverso lo bypassiamo scendendo nella conca e facendo una breve risalita.
La neve, fino all’attraversamento del lago, tiene ancora benissimo. Mentre gli ultimi metri prima del pianoro sono un verso disastro di buche e scivolate innocue. Raggiunto il pianoro togliamo le ciaspole e alle 12.30 siamo al rifugio.
Fantastica salita in solitaria, in un ambiente favoloso e tutto da tracciare. Le vecchie tracce completamente sparite…
Dopo una bella sosta pranzo, ricomponiamo gli zaini e affrontiamo la lunghissima discesa del Vallone della Meris.
Un grazie infinito a Livio Bertaina, gestore del rifugio, per l’ospitalità, disponibilità e le info forniteci.
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