Monte Bourel e Monte Merqua (Val Gesso)
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Arriviamo in paese verso mezzanotte.
Il tempo di sistemarci nell'appartamento preso in affitto e quando è il momento di decidere cosa fare il giorno "successivo" decidiamo al volo per questa meta tra quelle scaricate praticamente a caso da internet.
Comunque alla partenza siamo tutti e quattro baldanzosi, contenti e curiosi di dare un'occhiata a questa valle. Sappiamo già, vista la stagione, che non potremmo puntare alle cime più alte e caratteristiche della zona ma va bene anche così. Questi giorni sono solo un primo assaggio della valle. Inoltre essere consapevoli che dovunque svolgi lo sguardo osservi nuovi elementi è già un gran bel regalo.
Partiamo dunque da Sant'Anna di Valdieri seguendo il sentiero per il Rifugio Livio Bianco su una mulattiera che si inoltra tranquilla nel vallone. Oggi i colori sono un po' spenti tra il cielo velato e i boschi ormai spogli ma a tenere frizzante la nostra attenzione sono i numerossisimi camosci presenti su tutto il percorso.
Arrivati a quota 1600 circa, dopo il Gias del Prato, prendiamo il sentiero (non bollato) per il Colle di Marchiana che all'inizio sembra poco evidente poi invece diventa più marcato sul terreno. Al colle si incrocia un sentiero proveniente dalla Val Stura, i bolli riappaiono e conducono in vetta senza difficoltà dove è presente il piccolo bivacco Groppo utile come riparo d'ermergenza.
Mentre da un lato il Monviso è ben riconoscibile, dall'altro le nuvole ci coprono parzialmente la vista sulle vette più alte e non riusciamo quindi a capire quale possa essere l'Argentera (e se in effetti sia visibile da qui).
Un ultimo sguardo alla cartina e decidiamo di provare a scendere lungo la dorsale che, transitando dal Monte Merqua, dovrebbe portare, intorno a quota 1900, ad incrociare il sentiero N30 che ci riporterebbe a Sant'Anna di Valdieri. La dorsale inizia con un sentiero segnato poi quando questa si "sdoppia", il sentiero prosegue a sinistra mentre noi, su terreno privo di difficoltà, continuiamo dritti sull'evidente crinale fino ad incrociare l'altro sentiero di discesa.
Una breve pausa, vista l'ora tarda e iniziamo a scendere lungo l'N30, un sentiero che una local incontrata al mattino ci diceva difficoltoso da trovare se non si conosce la zona. L'inizio sembra smentire la "local", almeno fino alla prima malga ... poi invece le cose cambiano. Quando si entra nel bosco di faggi, le foglie coprono totalmente il terreno ed inoltre le numerose tracce di animali sembrano tutte delle buone tracce anche per noi.
Dopo un primo tratto di smarrimento, anche grazie all'utilizzo del gps, riusciamo a ritrovare alcuni ometti e seguire il sentierino che scende deciso nel bosco. Superiamo anche altri punti in cui ci districhiamo grazie all'uso del gps. Gps che non sarebbe stato del tutto essenziale per venirne fuori (visto che la buona cartina Fraternali sembra fatta proprio bene) ma che sicuramente ci ha permesso di farlo in meno tempo e quindi rientrare alla macchina giusto un pochino prima che facesse buio ... non prima di aver visto dei daini e dei camosci a pochi passi dal paese.
angy
Finalmente le Api Marittime anche per noi: una bella gita, con i colori del tardo autunno, visto che la neve ancora tarda a farsi vedere. Luoghi selvaggi e anche un po' magici. Dobbiamo sicuramente tornare:
Poge ci ha promesso l'Argentera! Siamo solo noi nel bosco. Incontriamo solo due persone del posto e tanti camosci che da lontano tengono d'occhio il nostro passaggio. Peccato che le nuvole in vetta non ci abbiano permesso di godere appieno del panorama di queste montagne: motivo in più per un'altra visita! Dopo la ripida e sportiva discesa, quando siamo ormai in fondo alla valle, ecco sbucare dei culetti bianchi tra le piante...i daini! Grazie ad Andrea e Manuela per la splendida compagnia.
RocRaf74
Eccoci su queste vette. Si pensava di fare quattro giorni in Liguria, ma le previsioni ci hanno fatto cambiare meta scegliendo le, a me sconosciute, Alpi Marittime. Abbiamo cercato qualche cosa al di fuori delle solite mete e soprattutto lontano da traffico e mercatini natalizi. Direi che ci siamo riusciti. Che spettacolo camminare vedendo branchi di camosci correre via al nostro passaggio, sentire il fruscio delle foglie sotto i piedi ed il solo rumore dell'acqua che ancora scorre visto il tardare del gelo e della neve. Le ripide pareti mostrano chiaramente come queste montagne siano impegnative. Pur non avendo visto il sole la giornata è stata piacevole e trascorsa in splendida compagnia.
Il tempo di sistemarci nell'appartamento preso in affitto e quando è il momento di decidere cosa fare il giorno "successivo" decidiamo al volo per questa meta tra quelle scaricate praticamente a caso da internet.
Comunque alla partenza siamo tutti e quattro baldanzosi, contenti e curiosi di dare un'occhiata a questa valle. Sappiamo già, vista la stagione, che non potremmo puntare alle cime più alte e caratteristiche della zona ma va bene anche così. Questi giorni sono solo un primo assaggio della valle. Inoltre essere consapevoli che dovunque svolgi lo sguardo osservi nuovi elementi è già un gran bel regalo.
Partiamo dunque da Sant'Anna di Valdieri seguendo il sentiero per il Rifugio Livio Bianco su una mulattiera che si inoltra tranquilla nel vallone. Oggi i colori sono un po' spenti tra il cielo velato e i boschi ormai spogli ma a tenere frizzante la nostra attenzione sono i numerossisimi camosci presenti su tutto il percorso.
Arrivati a quota 1600 circa, dopo il Gias del Prato, prendiamo il sentiero (non bollato) per il Colle di Marchiana che all'inizio sembra poco evidente poi invece diventa più marcato sul terreno. Al colle si incrocia un sentiero proveniente dalla Val Stura, i bolli riappaiono e conducono in vetta senza difficoltà dove è presente il piccolo bivacco Groppo utile come riparo d'ermergenza.
Mentre da un lato il Monviso è ben riconoscibile, dall'altro le nuvole ci coprono parzialmente la vista sulle vette più alte e non riusciamo quindi a capire quale possa essere l'Argentera (e se in effetti sia visibile da qui).
Un ultimo sguardo alla cartina e decidiamo di provare a scendere lungo la dorsale che, transitando dal Monte Merqua, dovrebbe portare, intorno a quota 1900, ad incrociare il sentiero N30 che ci riporterebbe a Sant'Anna di Valdieri. La dorsale inizia con un sentiero segnato poi quando questa si "sdoppia", il sentiero prosegue a sinistra mentre noi, su terreno privo di difficoltà, continuiamo dritti sull'evidente crinale fino ad incrociare l'altro sentiero di discesa.
Una breve pausa, vista l'ora tarda e iniziamo a scendere lungo l'N30, un sentiero che una local incontrata al mattino ci diceva difficoltoso da trovare se non si conosce la zona. L'inizio sembra smentire la "local", almeno fino alla prima malga ... poi invece le cose cambiano. Quando si entra nel bosco di faggi, le foglie coprono totalmente il terreno ed inoltre le numerose tracce di animali sembrano tutte delle buone tracce anche per noi.
Dopo un primo tratto di smarrimento, anche grazie all'utilizzo del gps, riusciamo a ritrovare alcuni ometti e seguire il sentierino che scende deciso nel bosco. Superiamo anche altri punti in cui ci districhiamo grazie all'uso del gps. Gps che non sarebbe stato del tutto essenziale per venirne fuori (visto che la buona cartina Fraternali sembra fatta proprio bene) ma che sicuramente ci ha permesso di farlo in meno tempo e quindi rientrare alla macchina giusto un pochino prima che facesse buio ... non prima di aver visto dei daini e dei camosci a pochi passi dal paese.

Finalmente le Api Marittime anche per noi: una bella gita, con i colori del tardo autunno, visto che la neve ancora tarda a farsi vedere. Luoghi selvaggi e anche un po' magici. Dobbiamo sicuramente tornare:


Eccoci su queste vette. Si pensava di fare quattro giorni in Liguria, ma le previsioni ci hanno fatto cambiare meta scegliendo le, a me sconosciute, Alpi Marittime. Abbiamo cercato qualche cosa al di fuori delle solite mete e soprattutto lontano da traffico e mercatini natalizi. Direi che ci siamo riusciti. Che spettacolo camminare vedendo branchi di camosci correre via al nostro passaggio, sentire il fruscio delle foglie sotto i piedi ed il solo rumore dell'acqua che ancora scorre visto il tardare del gelo e della neve. Le ripide pareti mostrano chiaramente come queste montagne siano impegnative. Pur non avendo visto il sole la giornata è stata piacevole e trascorsa in splendida compagnia.
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