In Camarei - Valle Strona


Publiziert von atal , 16. Februar 2019 um 19:15.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 9 Februar 2019
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00

La valle del Rio Bagnone è la più lunga e articolata tra le valli laterali della Valle Strona e gode di una relativa notorietà perché sui suoi fianchi passano i frequentati sentieri per il Monte Massone. Qui ci sono alpeggi ancora utilizzati, il più importante dei quali è l'Alpe Loccia, oggi servito da una strada, la cui storia risale al 1418 ed è legata ad un ramo della famiglia dei Cane o Cani in fuga dalla Valle Anzasca (gli stessi della miniera d'oro dei Cani...), parenti di quel Facino Cane che fu condottiero a servizio dei Visconti (per i curiosi, suggerisco questi interessanti cenni storici).

Ma nella Valle del Bagnone ci sono anche luoghi abbandonati, dove un tempo si praticava una misera economia di sussistenza, come in Camarei (IGM 819), alpeggio edificato in prossimità del torrente, in un luogo ombroso che appare poco adatto al pascolo. Si tratta di baite che, a dispetto dell'infelice posizione, sembra siano state abbandonate in tempi relativamente recenti.

Da segnalare il toponimo storpiato Orto del Cavallo (così sulla carta IGM..), dove la prima parola è chiaramente  l'ennesima trascrizione del dialettale Ör, incontrato già diverse volte nelle valli dell'Ossola, equivalente dell'italiano orlo. E pensare che diversi cartelli presenti in loco riportano addirittura Orro del Cavallo...
Molto meglio la Mappa Rabbini, che lo chiama semplicemente Alpe del Cavallo.

A scanso di equivoci, vale la pena segnalare che alcune carte recenti (Geoportale del Piemonte, progetto Itineracharta) riportano una strada che compie una sorta di periplo della bassa valle del Bagnone da Chesio all'alpe Castelvaga. Quel tracciato sulla destra idrografica coincide in parte con un canale di gronda ma, superate le opere di presa sul Rio Bagnone, non c'è più nulla che possa essere considerato una strada.

Annotazioni
Il percorso di oggi si svolge quasi integralmente su facili sentieri segnalati. L'unico tratto dove non c'è un vero e proprio sentiero è quello iniziale da Chesio a In Camarei ma non si incontrano difficoltà particolari.

Sul sentiero (segnalato) dall'Alpe del Cavallo all'Alpe Castelvaga ci sono dei tratti franati che richiedono attenzione.

Il percorso
Parto con Ferruccio da Chesio, paese che vanta diverse belle case e scorci pittoreschi.

Imbocchiamo la mulattiera (segnalata) per l'Alpe Castelvaga e, ad un bivio evidente ma non segnalato, la abbandoniamo per proseguire in piano su un sentiero che, dopo avere toccato i ruderi di Ör del la Pur, supera una costruzione dell'acquedotto e poi si perde nel versante boscoso. Saliamo quindi fino al canale di gronda che taglia il versante a 800 m di quota.
Conviene intercettare questo canale abbandonando alla quota giusta il sentiero per l'Alpe Loccia, evitando così alcuni tratti scomodi.

Seguiamo il canale fino al suo termine, in corrispondenza alle opere di presa sul Rio Bagnone, quindi saliamo il pendio fino ad incrociare una traccia che traversa e che seguiamo verso Est arrivando in breve ai ruderi noti localmente come in Camarei.

Oltre i ruderi, il Rio Bagnone presenta una pozza dove si getta una cascata. Dall'altra parte si vede il muro di sostegno di una scalinata. Si tratta del sentiero che da qui saliva all'Alpe del Cavallo. Noi però non proseguiremo in questa direzione perché il programma di oggi prevede un giro diverso.

Saliamo il pendio a Ovest dell'alpe in Camarei, incontrando il sentiero evidente, riportato sulla carta IGM e segnalato da qualche taglio, che risale la dorsale verso l'Alpe Loccia sul suo fianco sud.

Arriviamo così all'Alpe Loccia, sorta di minuscolo paese in posizione soleggiata e panoramica, con baite a più piani riattate, alcune dall'aspetto di vere e proprie case, dominato da una linda chiesetta.

Dopo caffè e grappa offerti dal gentilissimo proprietario di una baita, che qui ringrazio (e che conferma ancora una volta la cordialità degli abitanti della Valle Strona), ci incamminiamo lungo il sentiero segnalato per il Monte Massone. Superato l'Alpe Frera, con le sue pietre rugginose (qui anticamente c'era una miniera di minerale ferroso, da cui il nome attuale, contrazione del rabbiniano Alpi della Ferrera), giungiamo al Colle Frera, chiamato anche localmente Colma di Bagnone, dove lasciamo il percorso per il Monte Massone e scendiamo a nord verso l'Alpe Bagnone. Il sentiero è sotto la neve e non ci sono tracce umane.

Attraversiamo il Rio Bagnone nei pressi di un ponticello di legno e in breve siamo all'Alpe Bagnone, un grande alpeggio con diverse baite, alcune riattate e altre in rovina, in posizione tranquilla e defilata. E' questo forse l'unico tra gli alpi della bassa Valle Strona a non avere aperture panoramiche verso il fondovalle.

Dai ruderi inferiori un sentiero segnalato traversa in direzione dell'Alpe Morello, che non raggiungiamo. Giunti sulla dorsale sud del Poggio Croce imbocchiamo il sentiero (bivio con cartello indicatore) che, con ripida discesa nel bosco esposto a NO, si immette sul percorso che arriva dall'Alpe Loccia e in breve porta all'Alpe del Cavallo, costituito da due baite riattate e da una cappelletta in posizione panoramica a cavallo della costa (l' orlo…) che divide la parte interna da quella esterna della valle del Bagnone.

Dopo una pausa proseguiamo sul sentiero segnalato che traversa a Est passando alla base di una parete.
Il sentiero scende su terreno ripido tra le felci secche e si abbassa nella boscaglia fino ad una frana dove cambia direzione volgendo nuovamente a Est. Nel superamento di un canale secondario si incontra un tratto franato attrezzato con catena e fittone.

Al guado del Rio Grosso è presente un cavo che può essere utile per l’equilibrio quando c’è tanta acqua.

Il sentiero assume le sembianze di una mulattiera e traversa in salita all'Alpe Castelvaga (Castuaga in dialetto), dove troviamo baite riattate, una minimale cappella e alcune rovine. Una palina nel prato sotto le baite indica il sentiero per Chesio (quello che rimane inizialmente alla quota della baie porta a Loreglia) che scende fino al solido ponte sul rio Bagnone, di fronte ai ruderi di Ca' d'Arnà. Da qui in pochi minuti il sentiero risale al bivio incontrato all'andata appena usciti dall'abitato di Chesio, dove si chiude l'anello.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (7)


Kommentar hinzufügen

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 17. Februar 2019 um 10:43
Bellissime immagini che evidenziano la luce di febbraio!

Nella storia, i fuggiaschi avrebbero lasciato Battigio per rifugiarsi a Chesio ... Sarebbe interessante immaginare il loro viaggio che sembra "complicato".

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. Februar 2019 um 21:10
Ciao Chris e grazie dell’apprezzamento.

In effetti il viaggio di cui parli sarebbe interessante ma ci vorrebbe qualche dettaglio in più.
E quello dal Monferrato alla Valle Anzasca...?

ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. Februar 2019 um 22:33
Stavo parlando della fuga di Battiggio a Chesio. Già, sarebbe interessante vedere se ci sono dei resti di questo tunnel segreto nella Torre di Battiggio. La storia dice che hanno fatto il viaggio a Chesio in un giorno (con animali immagino) ... che è sportivo ... ma quando sei inseguito da persone che vogliono la tua morte, possiamo diventare veloci! Attraversano la Val Segnara e seguono le creste? Un viaggio terribile ...

ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Februar 2019 um 14:08
La mia proposta per una fuga veloce e discreta :

Battiggio - Pioda - Gabi - Ceresolo - Val Segnara - Alpe Camino - Alpe del Lago - Alpe Pian Lago - La Balma - Bongiol - Orcocco - Cassinei - Alpe Campo - La Lavazza - Alpe Colle Falchero - Alpe Nuova - Campallero - Colla - Alpe Loccia - Chesio

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Februar 2019 um 19:37
Ottima proposta. Ora la prossima sfida è quella di immaginare il precedente viaggio dei Cani: da Casale Monferrato a Battigio...

jkuks hat gesagt:
Gesendet am 18. Februar 2019 um 13:15
Bellissimi luoghi e intriganti storie.
Inoltre, devo dire che adoro questi luoghi e percorrerli in periodi in cui la neve indugia e dal terreno sottostante si coglie la primavera… o quel che resta dell'inverno.
ciao

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Februar 2019 um 19:40
Grazie j. È davvero incredibile la ricchezza di storie di questi microcosmi ed è bello visitarli in queste giornate che non sembrano più inverno ma non sono ancora primavera...
Ciao,
A


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