Monte Massone 2161 m da Chesio
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Lasciata l’auto a Chesio, si potrebbe proseguire in auto fino all’Alpe Loccia risparmiando un’oretta (4 km e un 350 D+) ma come suggeritoci da tignolino essendo la strada stretta, se dovessimo trovarla con del ghiaccio, potrebbe essere un problema. Un problema, con la nostra auto, sarebbe già attraversare il paese, scatterebbero tutti i sensori acustici!
La strada comunque è pulita al momento, anzi la neve la troveremo intorno ai 1400 m ca su questo versante!
Attraversiamo l’Alpe Loccia, passiamo la chiesetta, quindi altre case con due cani rompipalle…e infine con un bellissimo sentiero giungiamo all'Alpe Vecchia e all’Alpe Frera dove perdiamo il sentiero. Alle nostre spalle arriva un ciaspolatore indemoniato, sta correndo, ci passa senza alcun cenno e comincia a salire, senza esitazione, il pendio sopra l’alpe.
Pensando ci sia il sentiero lo seguiamo. In realtà troviamo dapprima delle tracce poi facciamo come lui e saliamo diritti fronte pendio, una meraviglia…rovi, ginestre…tutto ripido e, non dimentichiamoci con le ciaspole attaccate allo zaino…fantastico!
Ad ogni modo raggiungiamo la dorsale dove finalmente calziamo le ciaspole, più per far presa sulla neve ventata che per necessità.
Superiamo il primo ripido risalto. Proseguiamo più comodamente lungo la dorsale, davanti a noi l’intero percorso, bellissimo…
Risaliamo un secondo ripido pendio, poi ancora calma e giungiamo alla Bocchetta di Frera, 50 minuti alla cima.
Percorriamo un breve traverso e poi la traccia risale una sorta di breve e ripido canalino. Vedo Marco salire con molta fatica e difficoltà, mi suggerisce i ramponi. Per cui torno alla Bocchetta, tolgo le ciaspole e, nel mentre il ciaspolatore ha già ripercorso la cresta e si appresta a scendere. Calza anche lui i ramponi e mi suggerisce di lasciare le ciaspole perchè sulla cresta non servono.
Risalgo il canalino più facilmente di quanto non abbia fatto Marco, poi invece di continuare sul traverso battuto, sempre su suggerimento di tignolino puntiamo diritti e raggiungiamo la dorsale.
La prima parte è effettivamente ancora bella ampia poi si restringe con alcuni punti particolarmente stretti. La parte cui prestare maggior attenzione è dopo il cartello che indica 20 minuti. Con i ramponi non ho problemi, Marco, con le ciaspole, è costretto in alcuni punti a metterne una davanti all’altra, probabilmente è il vento di ieri che ha creato questa situazione.
Raggiunta la cima, anche Marco mette i ramponi e scendiamo immediatamente, prima di raffreddarci troppo.
Più facilmente che in salita percorriamo la cresta e velocemente torniamo alla Bocchetta di Frera dove facciamo una veloce sosta per mangiare e bere qualcosa.
Tornati sopra l’Alpe Campallero invece che svoltare a sx e rifare quanto fatto in salita, rimaniamo sulla dorsale, si nota un grosso ometto poco prima del bosco. Raggiunto l’ometto, svoltiamo a sx ed entriamo nel bosco. Velocemente raggiungiamo il sentiero per l’Alpe Loccia.
Sosta pranzo alla Chiesetta e quindi rientro a Chesio.
Il tratto Alpe Frera dorsale è a muzzo, dove fosse il sentiero corretto non lo sappiamo. In ogni caso non è assolutamente da fare in caso di neve. Con neve rimanere sempre sulla dorsale di sx. In pratica seguire la nostra traccia di discesa che per altro va benissimo anche per la salita. Ripido per ripido meglio questa. Una volta fuori dal bosco ci si trova su terreno aperto e pulito. Tra l’altro abbiamo notato, su un sasso, un vecchissimo bollo Cai per cui potrebbe essere che il sentiero sia qui…
La cresta sicuramente è ampia ma, anche se non si nota, in questo momento, forse a causa del vento, ci sono tratti dove bisogna mettere una ciaspola davanti all’altra, sicuramente oggi, più utili i ramponi.
Comunque è un giro che merita sicuramente, panorama veramente eccezionale!
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