Rocca Carpanca, Bric Pianarella, Monte Corno, Rocca degli Uccelli, Grotta Strapatente e dei Balconi
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Altra trasferta in terra ligure alla ricerca del bel tempo ... e che bella giornata che ne uscirà!
Un continuo susseguirsi di ottimi sentieri nei boschi ad improvvisi scorci sulle famose pareti rocciose del finalese ... con un inaspettato passaggio in grotta ... il tutto condito da una giornata ben più bella del previsto!
Parcheggiamo comodamente a Feligno, di fronte ad un bar che scopriamo poi essere un punto di ritrovo per i tanti appassionati di outdoor che circolano nelle terre di Finale Ligure. Fatto un breve tratto su asfalto e poi su sterrata, con ancora il sottofondo dell'autostrada, ci troviamo poco dopo a camminare lungo bei sentieri nei boschi. Come abbiamo potuto constatare anche altre volte, qui i sentieri sono ben tenuti e si cammina sempre piacevolmente. Infatti, seguendo il Sentiero Ermanno Fossati (SEF), giungiamo senza difficoltà in zona Pian Marino, dove faccio una veloce deviazione sulla cima della Rocca Carpanca (Bric del Frate). Proseguiamo sempre lungo il SEF fino alla zona dei Tre Frati dove si può ammirare una stupenda guglia di roccia.
Ora si scende decisi fino a giungere sulla strada provinciale ma che dovremo semplicemente attraversare per iniziare la salita verso il Bric Pianarella. Il primo tratto di salita è ripido, dopotutto stiamo salendo nell'unico tratto boschivo tra due bastionate rocciose, dopodichè il sentiero rimane più dolce (ad un bivio abbiamo lasciato momentaneamente il SEF per seguire dei bolli blu). Successivamente, in una zona di taglio del bosco, si devia per la salita alla vetta del Pianarella, forse non imboccata nel punto giusto, che sarà un mix tra tracce di sentiero e piccolo ravano nella boscaglia ... ma niente di chè ... come la vetta.
Ritornati sul sentiero più ufficiale ci troviamo a camminare in un sorta di gola boschiva, che ho trovato veramente particolare, con un mix tra natura selvaggia e piccole costruzioni "antiche" (di cui sarebbe bello conoscere meglio la storia) ... da vivere più che da descrivere.
Dopo un buon tratto "al chiuso" nel bosco, d'improvviso usciamo al sole quasi accecante nei pressi di una bellissima e articolata parete di roccia gialla. Iniziamo la discesa su questo versante assolato passando da San Cipriano, Calvisio per poi, dopo esser giunti sulla strada, riprendere a salire a Verzi. Il Monte Corno, il nostro prossimo obiettivo, è già ben visibile da un po' ma man mano che saliamo, il cielo azzurro e la roccia gialla ci regalano scorci particolari. Molti climber sono impegnati in alcune vie di arrampicata e siamo noi escursionisti ad essere una specie atipica da queste parti. Come le altre, anche la vetta del Monte Corno, una volta in cima, è abbastanza deludente ma d'altronde qui le vette sono per lo più boscose.
Sempre lungo il SEF si prosegue ora per un lungo tratto boscoso e praticamente pianeggiante fino alla deviazione, non obbligatoria, per la Rocca degli Uccelli, cima su cui vale la pena salire anche solo per guardare in basso sull'impressionante parete di roccia. Tornati sul SEF giungiamo a Portio, dove incontriamo l'unico tratto in cui non è immediato trovare i segnavia e la giusta direzione per scendere. Ma si tratta di un breve passaggio, dopodichè si riprende a salire verso il piccolo borgo di Boragni.
Ancora sul SEF ci inoltriamo in altre zone rocciose fino a ritrovarci all'imbocco della Grotta Strapatente in cui all'interno, con nostra grande sorpresa, transita il sentiero. Inutile dire che è un passaggio breve (circa 70 metri) ma suggestivo e anche molto raro ... e il trovarselo senza saperlo ci regala belle emozioni: stupendo! Poco dopo ci troviamo a transitare anche dalla Grotta dei Balconi, brevissima ma che regala colori e scorci bellissimi. Con l'aiuto di un cordino si scendono i pochi metri per tornare sul sentiero.
Scesi ancora per un tratto, questa volta non seguiamo le indicazioni a sinistra del SEF ma proseguiamo verso destra, per poi, poco dopo, lasciare il sentiero principale e seguire una vaga traccia non ufficiale che sale in direzione della Rocca di Nava. La traccia appena visibile al suolo è segnata ... se così si può dire ... da piccole strisce di scotch verde e giallo sui tronchi. Con qualche piccolo ravano giungiamo nei pressi della dorsale dove si imbocca una traccia di non immediata individuazione che prosegue in direzione della vetta. La seguiamo con numerose piante ad altezza faccia fino in vetta. Il piccolo ravano prosegue ancora oltre la vetta fino a giungere sul sentiero (quello che abbiamo lasciato prima di iniziare la salita a Rocca di Nava) che ci porta a Orco.
Da qui ancora tramite il SEF e con un ampio giro si ritorna a Feligno, dove si conclude questo bel anellone che ci ha sorpresi positivamente.
Un continuo susseguirsi di ottimi sentieri nei boschi ad improvvisi scorci sulle famose pareti rocciose del finalese ... con un inaspettato passaggio in grotta ... il tutto condito da una giornata ben più bella del previsto!
Parcheggiamo comodamente a Feligno, di fronte ad un bar che scopriamo poi essere un punto di ritrovo per i tanti appassionati di outdoor che circolano nelle terre di Finale Ligure. Fatto un breve tratto su asfalto e poi su sterrata, con ancora il sottofondo dell'autostrada, ci troviamo poco dopo a camminare lungo bei sentieri nei boschi. Come abbiamo potuto constatare anche altre volte, qui i sentieri sono ben tenuti e si cammina sempre piacevolmente. Infatti, seguendo il Sentiero Ermanno Fossati (SEF), giungiamo senza difficoltà in zona Pian Marino, dove faccio una veloce deviazione sulla cima della Rocca Carpanca (Bric del Frate). Proseguiamo sempre lungo il SEF fino alla zona dei Tre Frati dove si può ammirare una stupenda guglia di roccia.
Ora si scende decisi fino a giungere sulla strada provinciale ma che dovremo semplicemente attraversare per iniziare la salita verso il Bric Pianarella. Il primo tratto di salita è ripido, dopotutto stiamo salendo nell'unico tratto boschivo tra due bastionate rocciose, dopodichè il sentiero rimane più dolce (ad un bivio abbiamo lasciato momentaneamente il SEF per seguire dei bolli blu). Successivamente, in una zona di taglio del bosco, si devia per la salita alla vetta del Pianarella, forse non imboccata nel punto giusto, che sarà un mix tra tracce di sentiero e piccolo ravano nella boscaglia ... ma niente di chè ... come la vetta.
Ritornati sul sentiero più ufficiale ci troviamo a camminare in un sorta di gola boschiva, che ho trovato veramente particolare, con un mix tra natura selvaggia e piccole costruzioni "antiche" (di cui sarebbe bello conoscere meglio la storia) ... da vivere più che da descrivere.
Dopo un buon tratto "al chiuso" nel bosco, d'improvviso usciamo al sole quasi accecante nei pressi di una bellissima e articolata parete di roccia gialla. Iniziamo la discesa su questo versante assolato passando da San Cipriano, Calvisio per poi, dopo esser giunti sulla strada, riprendere a salire a Verzi. Il Monte Corno, il nostro prossimo obiettivo, è già ben visibile da un po' ma man mano che saliamo, il cielo azzurro e la roccia gialla ci regalano scorci particolari. Molti climber sono impegnati in alcune vie di arrampicata e siamo noi escursionisti ad essere una specie atipica da queste parti. Come le altre, anche la vetta del Monte Corno, una volta in cima, è abbastanza deludente ma d'altronde qui le vette sono per lo più boscose.
Sempre lungo il SEF si prosegue ora per un lungo tratto boscoso e praticamente pianeggiante fino alla deviazione, non obbligatoria, per la Rocca degli Uccelli, cima su cui vale la pena salire anche solo per guardare in basso sull'impressionante parete di roccia. Tornati sul SEF giungiamo a Portio, dove incontriamo l'unico tratto in cui non è immediato trovare i segnavia e la giusta direzione per scendere. Ma si tratta di un breve passaggio, dopodichè si riprende a salire verso il piccolo borgo di Boragni.
Ancora sul SEF ci inoltriamo in altre zone rocciose fino a ritrovarci all'imbocco della Grotta Strapatente in cui all'interno, con nostra grande sorpresa, transita il sentiero. Inutile dire che è un passaggio breve (circa 70 metri) ma suggestivo e anche molto raro ... e il trovarselo senza saperlo ci regala belle emozioni: stupendo! Poco dopo ci troviamo a transitare anche dalla Grotta dei Balconi, brevissima ma che regala colori e scorci bellissimi. Con l'aiuto di un cordino si scendono i pochi metri per tornare sul sentiero.
Scesi ancora per un tratto, questa volta non seguiamo le indicazioni a sinistra del SEF ma proseguiamo verso destra, per poi, poco dopo, lasciare il sentiero principale e seguire una vaga traccia non ufficiale che sale in direzione della Rocca di Nava. La traccia appena visibile al suolo è segnata ... se così si può dire ... da piccole strisce di scotch verde e giallo sui tronchi. Con qualche piccolo ravano giungiamo nei pressi della dorsale dove si imbocca una traccia di non immediata individuazione che prosegue in direzione della vetta. La seguiamo con numerose piante ad altezza faccia fino in vetta. Il piccolo ravano prosegue ancora oltre la vetta fino a giungere sul sentiero (quello che abbiamo lasciato prima di iniziare la salita a Rocca di Nava) che ci porta a Orco.
Da qui ancora tramite il SEF e con un ampio giro si ritorna a Feligno, dove si conclude questo bel anellone che ci ha sorpresi positivamente.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (10)