Cima Calescio (2035 m), Camoghè (2228 m)
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La splendida dorsale che da Isone porta alla Cima Calescio e poi al Camoghé era da tempo nella lista degli itinerari da percorrere e questo sabato l’occasione è perfetta: cielo terso, temperature fredde ed un po’ di neve a dare quel tocco alpinistico all’ascensione.
Lasciata l’auto nel parcheggio dei cacciatori ad Isone, proseguo dritto fino alla zona militare, al termine della quale imbocco una stretta stradina che scende a destra (settore D) e subito attraversa il fiume Vedeggio su un altrettanto stretto ponte. Risalgo a tornanti una zona prativa sino ad un cancello a lato di una baita che delimita la zona militare interdetta al traffico. Mentre l’alba si tinge di rosa alle mie spalle, proseguo a passo deciso fino all’Alpe delle Fontanelle e, in corrispondenza del tornante dove finisce l’asfalto, abbandono la strada inoltrandomi nel secco felceto soprastante e puntando a vista la dorsale che porta all’elevazione quotata 1761 m. Raggiunta la cresta, il percorso diviene quanto di più lineare ci possa essere, ossia una lunga e panoramicissima dorsale fino al Camoghè passando da Cima Calescio. Il tratto più impegnativo è probabilmente l’aggiramento dell’anticima ma l’assenza di neve dovuta all’esposizione meridionale rende la progressione priva di particolari difficoltà. In vetta soffia un vento gelido da nord ma la vista di cui si può godere è di quelle che non si scordano.
Per il ritorno, l’intenzione è scendere alla Bocchetta di Revolte e compiere un bell’anello. Dalla cima, la neve sfondosa sul versante in ombra della montagna mi porta a seguire la cresta sul filo dove però, vista la presenza di tratti ghiacciati, preferisco calzare i ramponi. Giunto alla base della crestina, scendo alla bocchetta seguendo gli ampi tornanti della mulattiera e dove finalmente il vento si placa. La vasta conca di Corte Lagoni è tutta innevata ma senza problemi individuo il sentiero che conduce verso il basso all’Alpe di Serdena, raggiunta dopo una rilassante pausa sotto un sole rigenerante. Ora non mi resta che coprire il lungo percorso su strada asfaltata per riportarmi ad Isone.
Gita che ha mantenuto ampiamente le aspettative: completa sotto ogni punto di vista e d’indubbia soddisfazione. Zona popolata da tanti camosci, mentre non ho avvistato nessun altro essere umano.
Con Zeus.

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