Pizzo Formico... dalla selvaggia Val Cabrosna.
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Sono salito diverse volte al Pizzo Formico, partendo da punti diversi, sino ad ora la via di salita più bella era stata quella con partenza dalla Valle Piana, passando dal Pizzo Corno e dal Campo d'Avene; oggi provo questa nuova via, scoperta per caso, una salita che alla fine colpisce per il suo essere wild.
Partiamo da Ponte della Selva, e dopo aver trovato la flebile traccia che segue la stretta Val Cabrosna seguiamo con fatica la traccia stessa stando attenti a non farci ingannare da qualche infame deviazione. Come letto da un'unica relazione trovata in rete, questa zona è veramente selvaggia, e se non fosse stato per "San bollino rosso" e "San nastrino" la salita sarebbe risultata dofficoltosa a livello di orientamento. Quindi attenti ai bollini rossi sparsi qua e la tra la fitta vegetazione.
In maniera ripida giungiamo alla Baita Gattranga, oramai inglobata dalla vegetazione, poi come da indicazioni (sbiadite) puntiamo verso il Farno. Anche qua bisogna stare attenti ai bolli, ma fortunatamente ci sono anche dei nastrini legati ai rami degli alberi, che son ben più visibili, intercettato una sorta di ripidissimo canalino lo risaliamo sino a spuntare presso il Roccolo delle Valli. In loco non ci sono bolli visibili, ma so che bisogna seguire a Sx la bella traccia. Subito dopo troviamo un altro roccolo ben tenuto, con il bivio per il Farno, ma una flebile traccia "delle capre" attira la nostra attenzione, sale ripida su scivoloso paglione, ma non sapendo di preciso dove sbuca la riscendiamo dopo poco. Vedremo al ritorno.
Dopo aver percorso il bel sentiero che porta al Farno ad un certo punto sbuchiamo sulla dorsale, e ora seguendo il sentiero 542 puntiamo al visibile ed affollato Formico. 3h45. Anche oggi il cielo limpido ci permette di godere di una bella visuale, che va dall'Adamello al Monviso, uno spettacolo che godiamo con una temperatura gradevole, nulla a che vedere con la partenza a -5°.
Venuto il momento del ritorno io e Nadia ci dividiamo, lei ripercorre il sentiero 542, io e Olmo seguiamo invece le creste seguendo una traccia che poi sembra sparire, scendiamo un breve canalino erboso, poi voltando lo sguardo verso destra (ci sono 3 o 4 piante), una flebilissima traccia traversa un esposto pendio erboso. Lo percorro con attenzione, poi comincio a cavalcare una cresta (traccia) che con brevi saliscendi mi riporta al famoso pendio salito all'andata, ora senza scivolare ritorno al bivio Farno/creste. Da qua altra discesa ripida sino al parcheggio.
Nota 1): Salita adatta agli amanti del wild. Il rischio di girare a random non è poi così remoto, per questo valuto T3 (EE) la salita dalla Val Cabrosna. Se indovinate la prima parte di sentiero poi ad un certo punto compaiono dei bolli rossi, attenti a non perderli di vista. Un po più di attenzione per quanto riguarda la breve cresta su paglione.
Nota 2): Cazzeggi vari...
Sto cazzeggiando!
Nota 3): Eric il breve...
POESIA.
Poesia...
A' la prochaine! Menek, Nadia e Olmo
Partiamo da Ponte della Selva, e dopo aver trovato la flebile traccia che segue la stretta Val Cabrosna seguiamo con fatica la traccia stessa stando attenti a non farci ingannare da qualche infame deviazione. Come letto da un'unica relazione trovata in rete, questa zona è veramente selvaggia, e se non fosse stato per "San bollino rosso" e "San nastrino" la salita sarebbe risultata dofficoltosa a livello di orientamento. Quindi attenti ai bollini rossi sparsi qua e la tra la fitta vegetazione.
In maniera ripida giungiamo alla Baita Gattranga, oramai inglobata dalla vegetazione, poi come da indicazioni (sbiadite) puntiamo verso il Farno. Anche qua bisogna stare attenti ai bolli, ma fortunatamente ci sono anche dei nastrini legati ai rami degli alberi, che son ben più visibili, intercettato una sorta di ripidissimo canalino lo risaliamo sino a spuntare presso il Roccolo delle Valli. In loco non ci sono bolli visibili, ma so che bisogna seguire a Sx la bella traccia. Subito dopo troviamo un altro roccolo ben tenuto, con il bivio per il Farno, ma una flebile traccia "delle capre" attira la nostra attenzione, sale ripida su scivoloso paglione, ma non sapendo di preciso dove sbuca la riscendiamo dopo poco. Vedremo al ritorno.
Dopo aver percorso il bel sentiero che porta al Farno ad un certo punto sbuchiamo sulla dorsale, e ora seguendo il sentiero 542 puntiamo al visibile ed affollato Formico. 3h45. Anche oggi il cielo limpido ci permette di godere di una bella visuale, che va dall'Adamello al Monviso, uno spettacolo che godiamo con una temperatura gradevole, nulla a che vedere con la partenza a -5°.
Venuto il momento del ritorno io e Nadia ci dividiamo, lei ripercorre il sentiero 542, io e Olmo seguiamo invece le creste seguendo una traccia che poi sembra sparire, scendiamo un breve canalino erboso, poi voltando lo sguardo verso destra (ci sono 3 o 4 piante), una flebilissima traccia traversa un esposto pendio erboso. Lo percorro con attenzione, poi comincio a cavalcare una cresta (traccia) che con brevi saliscendi mi riporta al famoso pendio salito all'andata, ora senza scivolare ritorno al bivio Farno/creste. Da qua altra discesa ripida sino al parcheggio.
Nota 1): Salita adatta agli amanti del wild. Il rischio di girare a random non è poi così remoto, per questo valuto T3 (EE) la salita dalla Val Cabrosna. Se indovinate la prima parte di sentiero poi ad un certo punto compaiono dei bolli rossi, attenti a non perderli di vista. Un po più di attenzione per quanto riguarda la breve cresta su paglione.
Nota 2): Cazzeggi vari...
Sto cazzeggiando!
Nota 3): Eric il breve...
POESIA.
Poesia...
A' la prochaine! Menek, Nadia e Olmo
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Menek

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Kommentare (14)