Anello della Val Cannero
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Prendiamo spunto da uno dei mega giri di
Poge e, lasciata l’auto a Cannero saliamo a Cheglio, percorriamo la via centrale e continuiamo per asfalto fino ad un primo bivio per il Monte Carza, che ignoriamo. Continuiamo per asfalto fino al secondo bivio, nei pressi di una casa. Poco dopo, non molto distanti dalla cima, usciamo dal bosco e, anche se la giornata non è un granchè, il panorama sul lago è molto affascinante. Raggiungiamo un punto panoramico con cappelletta e poco dopo la cima.
Scendiamo sul versante opposto facendo attenzione sia al terreno gelato sia a non perdere i bolli e tenendo sempre la dorsale passiamo senza accorgercene dalla Cima Ologno, quindi Pian Bello (cartello) e poi Cima Forcola e quindi scendiamo alla Bocchetta Tondone da dove facciamo una veloce deviazione all’omonima e anonima cima, Tondone.
Tornati al colletto scendiamo a Piazza e all’oratorio di S. Eurosia. Continuiamo nella discesa verso Trarego, ma poco dopo deviamo a dx, nessuna indicazione ma percorso ben visibile e riprendiamo a salire per la Cima l’Alpe. In cima i resti ben conservati di una caserma.
Velocemente scendiamo a Pian d’Alpe dove comincia a nevischiare. Escludiamo di proseguire per il Bavarione, troppo lunga e tra l’altro già salita, e proseguiamo direttamente per il Monte Spalavera.
Attorno a questo monte e verso il Bavarione è in corso una battuta di caccia al cinghiale e, un cacciatore consiglia a Marco, essendo vestito di nero, di mettersi qualcosa di colorato…. Visto che sta anche nevischiando entrambi mettiamo le giacche rosse e copriamo gli zaini con i coprizaini gialli...ora dovremmo essere ben visibili.
In cima facciamo una velocissima sosta, neve e vento freddo non ci permettono altro e quindi scendiamo a Il Colle dove al riparo di una casetta facciamo sosta pranzo.
Proseguiamo ora per il Morissolo, il tempo sembra stia migliorando e in cima si apre un panorama fantastico sul lago Maggiore e cime attorno.
Nuovamente escludiamo la ripida discesa fatta da
Poge, e andiamo invece a prendere la strada Cadorna fino al bivio per l’alpeggio Morissolo. La scelta si rivela azzeccata anche per un altro motivo, poco prima dell’alpe Ronno comincia a piovere, siamo costretti a ricoprirci e ad allungare il passo. Passiamo il bel paesino di Oggiogno e quindi velocemente torniamo a Cannero.
Gran bel giro, quasi tutto ben segnato, forse fatto al contrario diventa anche più semplice seguire le indicazioni. Ad esempio la Cima l’Alpe fatta nel nostro senso non è indicata diversamente si. Essendo poi un percorso lungo verrebbe più comodo scendere dal lungo tratto di asfalto fatto alla mattina.

Scendiamo sul versante opposto facendo attenzione sia al terreno gelato sia a non perdere i bolli e tenendo sempre la dorsale passiamo senza accorgercene dalla Cima Ologno, quindi Pian Bello (cartello) e poi Cima Forcola e quindi scendiamo alla Bocchetta Tondone da dove facciamo una veloce deviazione all’omonima e anonima cima, Tondone.
Tornati al colletto scendiamo a Piazza e all’oratorio di S. Eurosia. Continuiamo nella discesa verso Trarego, ma poco dopo deviamo a dx, nessuna indicazione ma percorso ben visibile e riprendiamo a salire per la Cima l’Alpe. In cima i resti ben conservati di una caserma.
Velocemente scendiamo a Pian d’Alpe dove comincia a nevischiare. Escludiamo di proseguire per il Bavarione, troppo lunga e tra l’altro già salita, e proseguiamo direttamente per il Monte Spalavera.
Attorno a questo monte e verso il Bavarione è in corso una battuta di caccia al cinghiale e, un cacciatore consiglia a Marco, essendo vestito di nero, di mettersi qualcosa di colorato…. Visto che sta anche nevischiando entrambi mettiamo le giacche rosse e copriamo gli zaini con i coprizaini gialli...ora dovremmo essere ben visibili.
In cima facciamo una velocissima sosta, neve e vento freddo non ci permettono altro e quindi scendiamo a Il Colle dove al riparo di una casetta facciamo sosta pranzo.
Proseguiamo ora per il Morissolo, il tempo sembra stia migliorando e in cima si apre un panorama fantastico sul lago Maggiore e cime attorno.
Nuovamente escludiamo la ripida discesa fatta da

Gran bel giro, quasi tutto ben segnato, forse fatto al contrario diventa anche più semplice seguire le indicazioni. Ad esempio la Cima l’Alpe fatta nel nostro senso non è indicata diversamente si. Essendo poi un percorso lungo verrebbe più comodo scendere dal lungo tratto di asfalto fatto alla mattina.
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