Il sole non splende a Levante...
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"Viè qua, te ce porto io a fare un bel giro...". Eh già, un bel giro, sicuro, ma perchè buttarsi a tutti i costi nella pappetta bianca che tanto inficia spesso i giri, Alex?
Il martedì il buon
Amadeus mi telefona, "daje, nun fà sempre er titubbante, raccata le robbe e viè qua"... e così il mercoledì a mezzogiorno ci incontriamo.
Giovedì, partiamo con un tempo peggiore di quello previsto, ma nulla ci ferma e dopo 1h di auto siamo a Ronchi, piccolo abitato posto a Est della catena Carega. Prendiamo il sentiero 114 che sale ripido verso N, mentre sulla nostra destra, tra le nuvole, la Cima Levante fa capolino, si vede chiaramente che è innevata, ma è difficile capirne lo spessore e nell'incertazza saliamo. Il sentiero pian piano perde un po della sua ripidità e prima di arrivare a Prà Bel, un paio di velocissimi camosci scendono dal bosco tagliandoci la strada sparendo subito dopo nei dirupi sottostanti.
Da Prà Bel prendiamo per le "crestine", le indicazioni sono precise, poi arriviamo veloci ad un altra indicazione, da qua dopo dieci minuti di cammino ci ritroviamo su un traverso leggermente innevato che porta verso la zona più impervia del percorso. La traccia passa attraverso un fitto mugheto che non ci fa percepire l'esposizione, poi si sale con una certa pendenza, e più si va avanti e più sale lo spessore della neve; 10, 15 centimetri molto molle coprono la via, non si capisce dove mettere i piedi per non scivolare, poi lo spessore si alza ancora, proprio nei pressi della zona dove bisogna affrontare brevi ma infidi passaggi di arrampicata.
La via ha qualche tratto attrezzato con corde, ma i piedi scivolano sulla roccia liscia e coperta di neve, capiamo da subito che sarà difficile arrivare alla meta, ma insistiamo ancora per una decina di minuti, pochi minuti di salita che ti fanno capire che è ora di dire stop. E intanto comincia pure a piovviginare. Che fortuna!
Battiamo la ritirata, ma per non rischiare di appoggiare il cocige ci ramponiamo e tutto si fa più semplice. La pioggerella aumenta ma il bosco è vicino e a Prà Bel ci fermiamo per pranzare, l'acqua non passa tra i fitti rami ma l'umidità entra nelle ossa e noi cominciamo a prendere le sembianze di funghi "marca finferli". Pranziamo velocemente poi via a razzo.
Verso la zona più panoramica del sentiero incontriamo un gruppo di camosci, si fanno fotografare restando a 50 metri di distanza, gran parte di questi sono su una crestina valutabile in T6 con passaggi di I°, II°. A loro le rocce umide gli fanno un baffo.
Arriviamo all'auto che non è prestissimo, fossimo arrivati in cima la discesa l'avremmo affrontata a sole tramontato.
P.s.
Caro Alex, mi avevi detto che non sapevi come erano le cime oltre i 2000 mt, allora perchè mi hai fatto portare le ciaspole? Maledetto di un borgataro mi hai fregato, ma sei sempre il mio fratellone. :)))
A' la prochaine! Menek
Amadeus
Daje! Come dire, chiedo venia ma vedendo da qualche kilometro la cima Levante, sembrava che la neve fosse solo in quei canaloni che noi avremmo facilmente evitato; altrimenti avrei guidato la salita da Pra Bel percorrendo il 114B con un bel traverso che avrebbe evitato la salita dalle "Crestine", salita ostica con la presenza della neve, e ci avrebbe fatto salire dalla cresta Est, molto più facile con sentiero comodo.
Ma questo, purtroppo, ci ha riservato la salita.
Al di là della dettagliata descrizione del Menego, devo dire che la prima "invernale" a me è piaciuta, visto poi che la cima l'avevo calpestata con Irene lo scorso Giugno(allego le foto le prime 5) l'unica cosa che mi dispiace è che il Menego dovrà aspettare una prossima volta per calpestare la cima e ricoprirsi di "Gloria".... :)))))
Il martedì il buon

Giovedì, partiamo con un tempo peggiore di quello previsto, ma nulla ci ferma e dopo 1h di auto siamo a Ronchi, piccolo abitato posto a Est della catena Carega. Prendiamo il sentiero 114 che sale ripido verso N, mentre sulla nostra destra, tra le nuvole, la Cima Levante fa capolino, si vede chiaramente che è innevata, ma è difficile capirne lo spessore e nell'incertazza saliamo. Il sentiero pian piano perde un po della sua ripidità e prima di arrivare a Prà Bel, un paio di velocissimi camosci scendono dal bosco tagliandoci la strada sparendo subito dopo nei dirupi sottostanti.
Da Prà Bel prendiamo per le "crestine", le indicazioni sono precise, poi arriviamo veloci ad un altra indicazione, da qua dopo dieci minuti di cammino ci ritroviamo su un traverso leggermente innevato che porta verso la zona più impervia del percorso. La traccia passa attraverso un fitto mugheto che non ci fa percepire l'esposizione, poi si sale con una certa pendenza, e più si va avanti e più sale lo spessore della neve; 10, 15 centimetri molto molle coprono la via, non si capisce dove mettere i piedi per non scivolare, poi lo spessore si alza ancora, proprio nei pressi della zona dove bisogna affrontare brevi ma infidi passaggi di arrampicata.
La via ha qualche tratto attrezzato con corde, ma i piedi scivolano sulla roccia liscia e coperta di neve, capiamo da subito che sarà difficile arrivare alla meta, ma insistiamo ancora per una decina di minuti, pochi minuti di salita che ti fanno capire che è ora di dire stop. E intanto comincia pure a piovviginare. Che fortuna!
Battiamo la ritirata, ma per non rischiare di appoggiare il cocige ci ramponiamo e tutto si fa più semplice. La pioggerella aumenta ma il bosco è vicino e a Prà Bel ci fermiamo per pranzare, l'acqua non passa tra i fitti rami ma l'umidità entra nelle ossa e noi cominciamo a prendere le sembianze di funghi "marca finferli". Pranziamo velocemente poi via a razzo.
Verso la zona più panoramica del sentiero incontriamo un gruppo di camosci, si fanno fotografare restando a 50 metri di distanza, gran parte di questi sono su una crestina valutabile in T6 con passaggi di I°, II°. A loro le rocce umide gli fanno un baffo.
Arriviamo all'auto che non è prestissimo, fossimo arrivati in cima la discesa l'avremmo affrontata a sole tramontato.
P.s.
Caro Alex, mi avevi detto che non sapevi come erano le cime oltre i 2000 mt, allora perchè mi hai fatto portare le ciaspole? Maledetto di un borgataro mi hai fregato, ma sei sempre il mio fratellone. :)))
A' la prochaine! Menek

Daje! Come dire, chiedo venia ma vedendo da qualche kilometro la cima Levante, sembrava che la neve fosse solo in quei canaloni che noi avremmo facilmente evitato; altrimenti avrei guidato la salita da Pra Bel percorrendo il 114B con un bel traverso che avrebbe evitato la salita dalle "Crestine", salita ostica con la presenza della neve, e ci avrebbe fatto salire dalla cresta Est, molto più facile con sentiero comodo.
Ma questo, purtroppo, ci ha riservato la salita.
Al di là della dettagliata descrizione del Menego, devo dire che la prima "invernale" a me è piaciuta, visto poi che la cima l'avevo calpestata con Irene lo scorso Giugno(allego le foto le prime 5) l'unica cosa che mi dispiace è che il Menego dovrà aspettare una prossima volta per calpestare la cima e ricoprirsi di "Gloria".... :)))))
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Kommentare (6)