Traversata Sonogno - Capanna Sponda (m.1997)
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Prima di riprendere il lavoro ci vuole un mini-trekking utile per "ricaricarsi" dopo un mese di Agosto totalmente anonimo e quasi privo di voglia e slancio, complice un caldo davvero anomalo. Riparo in Verzasca, che per me rappresenta una specie di "rifugio" dell'anima, dove il senso di libertà trova il suo sfogo naturale. La due giorni è lunga, ambiziosa, e vorrei mescolare cose già fatte ad altre da fare, pur sapendo in partenza che non sarà affatto facile.
L'obiettivo del primo giorno è il raggiungimento dalla Valle Verzasca della Capanna Sponda, in Val Chironico, da cui si hanno due accessi piuttosto faticosi: nel 2010 passai dalla Bassa del Barone, valico posto sopra l'omonimo bellissimo laghetto, quindi stavolta opto per il Passo di Piatto, ove non ero ancora stato (seppur di poco, sempre nel 2010).
Giunto in auto-postale a Sonogno (m.918) seguo l'interminabile strada della Val Vegorness sino a Cabioi (m.1079), da cui parte il ripidissimo ma tremendamente redditizio sentiero per la Capanna Cognora, uno strappo "spacca-polmoni" di quasi 900 metri di dislivello che, se si è in forma, permette di coprire molto in fretta questa salita. La giornata è così bella e luminosa che la sosta al tavolo esterno della Capanna Cognora (m.1938), ove pranzo, dura ben un'ora, nella quale mi raggiunge dapprima un giovane runner grigionese diretto alla Capanna Barone tramite la VAV-4, quindi una stagionata coppia ticinese. Riparto senza fretta verso il Piasso di Piatto, raggiungibile appunto tramite il percorso VAV appena citato, che traversa sotto la Cima Bianca, e in cui s'incontrano funi e scalette: nulla di particolarmente impegnativo, ma l'attenzione è comunque d'obbligo.
Il colpo d'occhio dal Passo di Piatto (m.2111) è ragguardevole, e colpisce molto il contrasto tra la verticalità verzaschese e il più verdeggiante e seduto versante della Val Chironico, dominata dall'imponente mole del Pizzo Forno. La Capanna Sponda è lontana ma già visibile... peccato solo che si debbano perdere 600 metri di quota, per riguadagnarne poi quasi altrettanti.
Visto che c'è ancora tempo, tuttavia, decido d'improvvisare la salita a una cima poco frequentata, ovvero il Poncione Croara (m.2574), rivolta sulla Val Chironico e collegata alla magnetica Cima Bianca da aerea e impegnativa cresta. L'accesso naturale a questa cima è appunto dalla Val Chironico, come ben descritto nella preziosa relazione di
Polder: http://www.hikr.org/tour/post37380.html, ma nulla impone di non tentarne l'approdo anche dal Passo di Piatto... Traverso pertanto orizzontalmente per prati e belle ganne con lieve percorso antiorario puntando a una dorsale prativa rivolta a NW che, tuttavia, già da lontano appare erta ed esposta. Noto però una bella lingua detritica che potrebbe rappresentare una bella alternativa, e una volta giuntovi risalgo un breve ma ripido pendio erboso che muore contro alcune rocce che lì per lì si potrebbero anche affrontare, non fosse che occorre passare da un groviglio di ontani. Lascio quindi perdere quella che si direbbe una divertente arrampicata ed entro nel canalino di detriti, posto a sinistra del risalto appena aggirato. La pendenza non è irresistibile, ma a fermarmi ci pensa poco dopo una bella strozzatura impegnativa, con attacco di II° seguito da uno strapiombante III° da cui vengo respinto. A destra ci sarebbe una più facile "scappatoia" su misto, ma sia la roccia che l'erba sono bagnate, dunque lascio perdere definitivamente... la montagna non scappa e si potrà sempre ritentare con maggior calma, il cammino per la Capanna Sponda è ancora lungo, e per di più completamente in ombra nel tratto di discesa verso il bel Laghetto di Chironico.
Anche questo tratto, dal Passo di Piatto al Laghetto (m.1763), e giù fino al Rio Ticinetto, mi è completamente nuovo: il percorso è a tratti abbastanza inerbato e invaso, con frequenti, interminabili aggiramenti in saliscendi verso il lago, decisamente bagnato in molti tratti: resto pertanto dell'idea che il migliore e più rapido accesso al valico del Passo di Piatto sia quello verzaschese, specie se s'intende puntare ad alcune ascensioni impegnative (Cima Bianca, Pizzo della Bedeia, Piancoi...). Anche la pineta tra il Lago e il traballante Ponte sul Ticinetto (m.1507) si presenta piuttosto viscida, e la discesa è dunque abbastanza lenta.
Superato il ponte conto di risalire "in diretta" all'Alpe Sponda da un sentiero marcato fatto in discesa sei anni fa'... ma giunto ai cartelli segnavia noto che tale percorso non è indicato, e l'unica direzione possibile è verso Cala e Chironico. Noto dei segnali CAS un po' sbiaditi nell'erba calpestata, ma non riesco a trovare una soluzione evidente di salita nella pineta, e non avendo voglia di ravanare torno sui miei passi puntando verso Cala, speranzoso di trovare un altro bivio. Dopo qualche saliscendi un bivio effettivamente lo trovo (probabilmente quello di quota m.1537), ma anche questo è inerbato, pertanto mi rassegno a perdere ancora un po' di quota terminando il traverso al bivio m.1497, poco lontano da Cala che già intravvedo.
Risalgo dunque con le ultime forze gli ultimi 500 metri che mi dividono dalla Capanna Sponda, ove giungo alle 19,30, a nove ore esatte (pause e tentativo di salita al Poncione Croara inclusi) dalla partenza da Sonogno. All'Alpe Sponda si trova ancora il cartello che indica la discesa al torrente, ma la cordiale guardiana della Capanna, cui ho spiegato di aver dovuto allungare il giro per carenza di segnavia e percorsi evidenti, mi ha effettivamente confermato che il sentiero è stato lasciato andare perchè "pericoloso" (?) ed ormai è utilizzato solo dai cacciatori. Francamente nel 2012 non lo trovai affatto "pericoloso", benchè a tratti ripido... ma può darsi che in questo arco di sei anni la situazione sia peggiorata, ed effettivamente anche l'accesso al Laghetto e al Passo di Piatto non brilla per "manutenzione" seppur ben marcato.
Comunque sia una gran bella traversata, non difficile ma da non sottovalutare, specie per i frequenti saliscendi ed aggiramenti che - alla lunga - affaticano mica poco.
L'obiettivo del primo giorno è il raggiungimento dalla Valle Verzasca della Capanna Sponda, in Val Chironico, da cui si hanno due accessi piuttosto faticosi: nel 2010 passai dalla Bassa del Barone, valico posto sopra l'omonimo bellissimo laghetto, quindi stavolta opto per il Passo di Piatto, ove non ero ancora stato (seppur di poco, sempre nel 2010).
Giunto in auto-postale a Sonogno (m.918) seguo l'interminabile strada della Val Vegorness sino a Cabioi (m.1079), da cui parte il ripidissimo ma tremendamente redditizio sentiero per la Capanna Cognora, uno strappo "spacca-polmoni" di quasi 900 metri di dislivello che, se si è in forma, permette di coprire molto in fretta questa salita. La giornata è così bella e luminosa che la sosta al tavolo esterno della Capanna Cognora (m.1938), ove pranzo, dura ben un'ora, nella quale mi raggiunge dapprima un giovane runner grigionese diretto alla Capanna Barone tramite la VAV-4, quindi una stagionata coppia ticinese. Riparto senza fretta verso il Piasso di Piatto, raggiungibile appunto tramite il percorso VAV appena citato, che traversa sotto la Cima Bianca, e in cui s'incontrano funi e scalette: nulla di particolarmente impegnativo, ma l'attenzione è comunque d'obbligo.
Il colpo d'occhio dal Passo di Piatto (m.2111) è ragguardevole, e colpisce molto il contrasto tra la verticalità verzaschese e il più verdeggiante e seduto versante della Val Chironico, dominata dall'imponente mole del Pizzo Forno. La Capanna Sponda è lontana ma già visibile... peccato solo che si debbano perdere 600 metri di quota, per riguadagnarne poi quasi altrettanti.
Visto che c'è ancora tempo, tuttavia, decido d'improvvisare la salita a una cima poco frequentata, ovvero il Poncione Croara (m.2574), rivolta sulla Val Chironico e collegata alla magnetica Cima Bianca da aerea e impegnativa cresta. L'accesso naturale a questa cima è appunto dalla Val Chironico, come ben descritto nella preziosa relazione di

Anche questo tratto, dal Passo di Piatto al Laghetto (m.1763), e giù fino al Rio Ticinetto, mi è completamente nuovo: il percorso è a tratti abbastanza inerbato e invaso, con frequenti, interminabili aggiramenti in saliscendi verso il lago, decisamente bagnato in molti tratti: resto pertanto dell'idea che il migliore e più rapido accesso al valico del Passo di Piatto sia quello verzaschese, specie se s'intende puntare ad alcune ascensioni impegnative (Cima Bianca, Pizzo della Bedeia, Piancoi...). Anche la pineta tra il Lago e il traballante Ponte sul Ticinetto (m.1507) si presenta piuttosto viscida, e la discesa è dunque abbastanza lenta.
Superato il ponte conto di risalire "in diretta" all'Alpe Sponda da un sentiero marcato fatto in discesa sei anni fa'... ma giunto ai cartelli segnavia noto che tale percorso non è indicato, e l'unica direzione possibile è verso Cala e Chironico. Noto dei segnali CAS un po' sbiaditi nell'erba calpestata, ma non riesco a trovare una soluzione evidente di salita nella pineta, e non avendo voglia di ravanare torno sui miei passi puntando verso Cala, speranzoso di trovare un altro bivio. Dopo qualche saliscendi un bivio effettivamente lo trovo (probabilmente quello di quota m.1537), ma anche questo è inerbato, pertanto mi rassegno a perdere ancora un po' di quota terminando il traverso al bivio m.1497, poco lontano da Cala che già intravvedo.
Risalgo dunque con le ultime forze gli ultimi 500 metri che mi dividono dalla Capanna Sponda, ove giungo alle 19,30, a nove ore esatte (pause e tentativo di salita al Poncione Croara inclusi) dalla partenza da Sonogno. All'Alpe Sponda si trova ancora il cartello che indica la discesa al torrente, ma la cordiale guardiana della Capanna, cui ho spiegato di aver dovuto allungare il giro per carenza di segnavia e percorsi evidenti, mi ha effettivamente confermato che il sentiero è stato lasciato andare perchè "pericoloso" (?) ed ormai è utilizzato solo dai cacciatori. Francamente nel 2012 non lo trovai affatto "pericoloso", benchè a tratti ripido... ma può darsi che in questo arco di sei anni la situazione sia peggiorata, ed effettivamente anche l'accesso al Laghetto e al Passo di Piatto non brilla per "manutenzione" seppur ben marcato.
Comunque sia una gran bella traversata, non difficile ma da non sottovalutare, specie per i frequenti saliscendi ed aggiramenti che - alla lunga - affaticano mica poco.
Tourengänger:
Poncione

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