Pizzo Albiona (2431 m)


Publiziert von emanuele80 , 5. September 2018 um 18:53.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:26 August 2018
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 10:00
Aufstieg: 2150 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Verbania – Gravellona – SS 33 – Crevoladossola – Preglia (frazione San Vitale)
Kartennummer:Kompass n.89, Val Divedro, 1:50.000; map.geo.admin.ch

Tempo fa, nello sfogliare la guida di Armelloni, mi balzò all’occhio la possibilità di raggiungere il Pizzo Albiona partendo da Preglia, transitando per l’ormai abbandonato vallone di Burra. Spulciando poi su internet, scoprii l’immancabile relazione di ciolly tapio che descriveva il giro proprio come l’avevo pensato: bene, un aiuto in più, anche perché in rete non si trova altro. La giornata, dopo la torrida parentesi ferragostiana, si preannuncia splendida e piacevolmente ventilata per cui è il caso di non farsi scappare quest’occasione.

La partenza, alle 6 in punto, è al termine della strada nella piccola frazione di San Vitale di Preglia. Nei pressi della chiesa rintraccio i segni bianco-rossi che, senza alcun problema, mi conducono in breve alla frazione Bosco e da lì all’imbocco della lunga strada privata che porta all’Alpe d’Andromia. Ne percorro un breve tratto, dopodiché un cartello segnaletico verso destra mi permette di continuare la salita su sentiero, che s’inoltra ripido nel bosco. Giunto ad Onzo, anziché continuare a seguire i bolli, imbocco una strada forestale pianeggiante che si dirige verso la valle del Rio di Burra: ben presto la strada diviene sentiero e, raggiunta la boscosa fiancata destra idrografica della valle del Rio di Burra, prosegue tagliando il ripidissimo versante della montagna sino ad un canale di frana che si supera facilmente; proseguo per la mulattiera, che per un breve tratto torna evidente, giungendo ai franosi colatoi che, sconvolti da valanghe, da Cirola scendono nel Rio di Burra: con esposto traverso entro nell'alveo di pietrame subito a monte di un'orrida gola, lo risalgo di una decina di metri per uscirne a destra (sinistra idrografica) guadagnando il lembo di bosco dove l'antico sentiero si perde, ingombro di alberi caduti ed invaso da felci, costringendomi a perdere parecchio tempo in cerca della deviazione che riprende la mulattiera più in alto, poco prima dei rustici di Selva Secca. Raggiunto il piccolo nucleo di baite, proseguo lungo la traccia in piano sino ad un primo canale, oltre cui mi alzo verso un secondo canale, dal quale mi porto sul costone boscoso alla destra idrografica del Rio di Burra: per il medesimo vecchio sentiero, non sempre evidente a causa delle piante cadute, giungo finalmente all’aperto nei pressi della bella radura dell'Alpe Vertura. Dal primo gruppo di baite l’Alpe Casariola sembra facilmente raggiungibile, è necessario però lasciarsi alle spalle il bosco di conifere ed il Rio di Burra, attraversandolo nel punto più agevole. Rintraccio quindi due ravvicinati ometti a destra della costruzione più in alto e, con l’aiuto della bussola, mi inerpico nel bosco in direzione NE, immettendomi rapidamente su un evidente sentiero; seguendolo in salita, la bontà del tracciato mi si palesa dalla presenza di qualche ometto e ben presto da qualche bollo rosso, sino all’attraversamento del rio, oltre il quale raggiungo in breve il panoramico poggio dell’Alpe Casariola. L’ora è tarda ben oltre le previsioni a causa del tempo perso nel reperimento delle varie tracce. La giornata però è meravigliosa ed il luogo magnifico e solitario per cui, rinfrancato dal fatto che il Passo di Albiona sia più o meno in vista, confido di non avere altri dei problemi sopracitati: niente di più sbagliato. Proseguo in direzione N seguendo un tubo dell’acqua nero lungo un muretto a secco e mi imbatto in uno sbiadito segno rosso che mi conferma di essere nella direzione giusta. Ma, attraversata una breve pietraia, ogni traccia si perde nell’erba alta: tribolo invano alla ricerca di una minima indicazione fino a che, sconfortato, rinuncio all’idea di salire su sentiero e punto in direzione di un varco sopra il bosco che sembra indirizzarmi in spazi più aperti. Ed è proprio così. Sbuco nell’ampio e bucolico pascolo soprastante, puntando ad un roccione isolato in prossimità della dorsale e che funge da gigantesco ometto. Qui una pausa è doverosa: oltre che per rimirare il panorama, anche per recuperare le forze.

La cresta per la cima è facile: dopo averne percorso brevemente il filo, m’appoggio leggermente sul versante E seguendo a lungo un’evidente traccia di animali che ogni tanto riprende la dorsale sul culmine sino a abbandonarla nuovamente sulla medesima fiancata. Ad un certo punto, proprio sotto la vetta, arrivo ad incrociare il percorso bollato di rosso che sale dal Lago d’Andromia (in questo modo si può evitare di salire sull’anticima). E, dopo un ultimo strappo facilitato da qualche catena, giungo a sommitare il Pizzo Albiona, dove lo sguardo, vista la limpida giornata, può letteralmente fare un’autentica scorpacciata di bellezze! Sono da poco passate le 14 ed almeno fino alle 15 voglio crogiolarmi al sole senza preoccupazioni.

Per la discesa riprendo la traccia bollata, superando la cresta S e sbucando così nella conca del Lago d’Andromia. Qui, istintivamente, verrebbe da abbassarsi direttamente nella pietraia sottostante e puntare al lago ma, seguendo attentamente i sempre presenti segni rossi, il percorso compie un ampio semicerchio verso destra, traversando alla base della dorsale verso il Passo di Frove su terreno più facile e calandosi così più dolcemente fino a raggiungere lo splendido specchio d’acqua, dalla cui cappelletta si gode un paesaggio da cartolina sul tipico quadro “lago-conifere-montagne”. Raggiunta la sottostante Alpe d’Andromia, non mi resta che coprire la lunga sterrata sino all’Alpe Fuori, dalla quale imbocco il sentiero segnato che scende ad Onzo tagliando i tornanti della suddetta strada. Vista l’ora tarda, approfitto della gentilezza di due alpigiani diretti in auto proprio a Crevoladossola e che mi accompagneranno direttamente a Preglia al punto di partenza, risparmiandomi così quasi mille metri di noiosa discesa.

Che dire, lunga camminatona per montanari un po’ ruvidi e poco inclini ai percorsi turistici in luoghi (almeno quelli dell’andata) che l’uomo ha abbandonato da tempo. La vista dalla vetta vale a pieno tutta la fatica che si spende per raggiungerla. Solo un umano incontrato all’Alpe d’Andromia e i due alpigiani che mi hanno gentilmente accompagnato a valle, per il resto ho avvistato solo un camoscio in risalita appena sotto la cima ed una volpe scorrazzare sulla pietraia nei pressi del lago. Gita in solitaria e con gli scarponi nuovi, che hanno superato brillantemente il test della prima uscita!


Tourengänger: emanuele80
Communities: Hikr in italiano


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