Monte Due Mani 1666 m e Resegone 1875 m
Concatenare, collegare, unire? Una parola magica per me e qui scatta la ricerca del come fare…
Partiamo da Ballabio, prima traversa a sx sulla vecchia strada per Lecco. La strada termina con l’inizio del sentiero 34. Un bel sentiero nel bosco passa prima dalla Baita Bongio e poi dal Bivacco Emanuela in una splendida posizione panoramica appena fuori dal bosco. Il bivacco contrariamente a quanto letto è ben tenuto e inoltre non c’è quasi più traccia dell’incendio dello scorso anno.
Alle spalle del bivacco il sentiero prosegue a tornanti e raggiunge la cresta del Due Mani. La croce sembra vicina ma ci vorrà ancora un poco. Proseguiamo quindi lungo la divertente cresta, qualche tratto attrezzato e brevi saliscendi.
Giunti alla croce e al bivacco, che non ha un buon odore, facciamo una breve sosta e quindi proseguiamo per una salita/discesa allo Zucco di Desio.
Scendiamo quindi ripidamente alla cascina Pramira poi, invece di rimanere sui sentieri ufficiali prendiamo la traccia dapprima evidente poi un po’ meno che sale alla Cima Musciada.
Raggiunta la poco signficante cima, per tornare sul sentiero, proseguiamo con un traverso non troppo divertente che taglia un ripido pendio erboso, fortunatamente il terreno non è troppo fangoso e nemmeno troppo secco. Scendiamo in direzione dell'Alpe di Desio dove, su una vasca troviamo l’indicazione 21 che ci immette su un sentiero, immaginiamo la D.O.L. che scende velocemente alla F.la di Olino.
Passiamo la breve galleria e a sx imbocchiamo il sentiero per le Forbesette. Giunti ad una sorta di crocevia facciamo una veloce deviazione su Il Pizzo dopo di che proseguiamo per le Forbesette. Ci immettiamo quindi sul classico anello del Resegone che saliamo mentre quasi tutti stanno scendendo. Qui una domanda sorge spontanea…perché? Non è tardi, sono da poco passate le 12!
Usciti dal bosco abbiamo la risposta, verso Bergamo e la Valsassina il cielo è nero pece e molto probabilmente in alcuni punti sta già piovendo, diversa sembra la situazione sul versante Lecchese dove sembra esserci più luce.
Giunti in cima facciamo una breve sosta, vista la situazione meteo e l’incertezza sull’esistenza del sentiero del rientro, abbandoniamo l’idea di percorrere le creste nord e scendiamo ai Piani d’Erna lungo il panoramico sentiero N. 1. Al bivio per i Piani, riprendiamo a salire dolcemente e poco prima di uscire dal bosco arriva il primo scroscio d’acqua. Ci fermiamo per coprire gli zaini e prendere gli ombrellini e nel frattempo smette. La pausa dura solo pochi minuti e poi ancora acqua, un battirone in tutto e per tutto che nel breve tempo che ci occorre per raggiungere il bar Milani riesce a lavarci.
Sostiamo per la pausa pranzo sulle sdraio sotto la tettoia del bar, tempo una mezz’oretta e smette di piovere.
Mentre comincia a schiarire scendiamo al rifugio Marchet, prima di entrare nell’Antico Borgo a dx parte la sterrata, percorso MBK, per la Val Boazzo.
La sterrata, un po’ malmessa, scende ripidamente, diventa sentiero, all’inizio dobbiamo prestare attenzione a varie deviazioni o tracce che sembrano il sentiero, degli strani blocchetti infissi nei tronchi indicano il percorso corretto. Mano mano che si scende il sentiero diventa più evidente e raggiungiamo l’ameno alpeggio di Boazzo. Attraversato il torrente risaliamo, tramite sterrata, e raggiungiamo la strada per Morterone. La percorriamo per qualche metro, fino a dopo il 4 tornante dove un paletto rosso indica la vecchia mulattiera. Tagliamo così tutti i tornanti e giunti al rettilineo lo percorriamo ancora per pochi metri, un altro sentiero, allargandosi un poco, scende alla sterrata che collega Versasio a Ballabio per il P.so del Lupo.
Svoltiamo quindi a dx e con breve risalita torniamo alla macchina.
Bellissima escursione…interessante la Val Boazzo!
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