Pizzo d’Era (2618 m) – Skitour
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Per il quinto anno consecutivo mi sottopongo ad una levataccia per poter raggiungere questa pregevole cima sul versante destro della Valle Santa Maria, nella regione del Passo del Lucomagno.
Il limite dell’innevamento si colloca a circa 1800 m.
Inizio dell’escursione: ore 6:35
Fine dell’escursione: ore 11:45
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1018 hPa
Temperatura alla partenza: 2°C
Isoterma di 0°C: 3100 m
Temperatura al rientro:13°C
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 5:54
Tramonto del sole: 20:48
Parto alle sei e trentacinque dal Ponte sul Ri di Lareccio (1689 m), in fondo alla piana che ospita l’Alpe Pian Segno (1668 m), lungo una sterrata coperta da chiazze di neve. Il ripetuto verso di un cuculo risuona alle mie orecchie come canzonatorio. Per ora sono l’unico escursionista impegnato su questo itinerario e ovviamente l’unico con gli sci in spalla.
Dopo 34 minuti di portage raggiungo la radura Laraset, rivolta ad est, a 1840 m di quota. Da questo punto posso mettere gli sci e risalire il pendio zigzagando fra i numerosi larici abbattuti dalle valanghe. I Fagiani di monte (Tetrao tetrix) non smettono un attimo di cantare. Mi trovo infatti in un’arena di canto, al limite superiore della vegetazione arborea. A partire dalle prime ore del mattino ed ancora alla sera, i maschi si fronteggiano in atteggiamenti rituali con i colli gonfi e le caruncole erette.
I gorgoglii mi accompagnano fino al primo punto chiave della salita, a circa 2000 m di quota. Il cielo è parzialmente nuvoloso e la neve è già piuttosto pesante. Per la prima volta affronto l’impegnativa erta, di poco più di 100 m di dislivello, più a nord del solito. Mi trovo ad ovest del Toroi di Sotto (2187 m): dopo questo intenso sforzo arriverò su un ampio avvallamento denominato Foppe dei Toroi. Foppa significa conca, insenatura. In questo incavo la salita non pone dei problemi. Conosco bene il terreno e la visibilità è buona, malgrado la nuvolosità.
Alle nove mi ritrovo alla base della testata della valle, sotto la Bocchetta d’Era (2539 m).
Verso la Bocchetta d'Era
Devo ora superare un dislivello di 200 m, con una pendenza di 33°. Monto i rampanti, che mi sono di grande aiuto anche se la neve non è gelata, e con otto inversioni raggiungo la cresta ovest della cima. Per la prima volta, a 2580 m di quota trovo un tratto già privo di neve. Deposito gli sci e continuo con un bastoncino e la piccozza. La neve si lascia scalfire facilmente: per mia fortuna non occorrono i ramponi, che oltretutto non ho portato. Percorro quindi gli ultimi 210 m di cresta, alla sinistra del cornicione di neve, fino all’omino di vetta.
Dopo 3 h e 8 min di cammino posso affermare per il quinto anno consecutivo Pizzo d’Era (2618 m) geschafft!
Il tempo non è un granché; si sta alzando persino la nebbia. Dopo le foto di rito riprendo immediatamente la via del ritorno, verso lo Skidepot. La discesa con gli sci, su neve pesante, non è da sballo, comunque è soddisfacente. Nella parte più bassa riesco a seguire una lingua di neve che si insinua nel lariceto fino a 1725 m di quota, a cui segue un portage finale di 26 minuti.
Per il quinto anno consecutivo raggiungo con gli sci il Pizzo d’Era, questa volta con condizioni meteorologiche non entusiasmanti. La neve molto bagnata e pesante non promette un lungo proseguimento della stagione sciistica.
Tempo di salita: 3 h 08 min
Tempo totale: 5 h 10 min
Dislivello in salita: 927 m
Portage: 34 min all’andata, 26 min al ritorno
Sviluppo complessivo: 9,1 km
Difficoltà: AD-
SLF: 1 (debole) /2 (moderato)
Coordinate Pizzo d’Era: 705′390/152′865
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Libro di vetta: no
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