Pizzo d’Era (2618 m) – Skitour
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In questa fantastica giornata, con temperature quasi estive, non perdo l’occasione per salire al Pizzo d’Era, in anticipo di alcune settimane rispetto agli anni scorsi.
Sia la salita sia la discesa si svolgono in condizioni di neve perfetta, sciabile dalla cima fino a 1840 m di quota, dove la coltre bianca scompare.
Inizio dell’escursione: ore 8:00
Fine dell’escursione: ore 12:35
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1016 hPa
Temperatura alla partenza: 4,5°C
Isoterma di 0°C: 2700 m
Temperatura al rientro:25,5°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6:41
Tramonto del sole: 20:09
Parto alle otto in punto dal Ponte sul Ri di Lareccio (1689 m), in fondo alla piana che ospita l’Alpe Pian Segno (1668 m), nella regione del Passo del Lucomagno.
Dopo 33 minuti di portage raggiungo la radura Laraset, rivolta ad est. Qui la neve si conserva fino a fine maggio e posso quindi calzare gli sci, già a 1850 m di quota.
I gorgoglii dei tetraonidi, probabilmente fagiani di monte, mi accompagnano nei primi minuti di salita, al margine superiore del bosco. È un ambiente spettacolare, avvalorato dal cielo azzurro e da una luce incantevole, dovuta ai raggi solari radenti. La neve compatta si lascia scalfire solo superficialmente, tuttavia non dà una cattiva impressione, come quando ci si trova sulle lastre di ghiaccio; ha un aspetto amichevole e promette una bella discesa. Poco prima del punto chiave della salita, a circa 2000 m di quota, decido tuttavia, in modo del tutto preventivo, di montare i rampanti. L’erta che incontro all’imbocco del vallone, ad ovest del Toroi di Sotto, quest’anno non pone dei problemi particolari. Dopo pochi minuti di sforzo intenso mi ritrovo sull’ondulato altopiano, che consente una rilassante progressione con la possibilità di una scelta libera del percorso. Sono l’unico sci escursionista impegnato in questa zona, anche se intravedo delle tracce piuttosto recenti, forse di ieri. Le posso tranquillamente trascurare: su questa neve portante non c’è bisogno di sfruttare le tracce altrui. Il vento sostenuto, previsto dal mio sito meteo preferito, non si fa ancora sentire: meglio così! Alle 10:30, mi ritrovo alla base della testata della valle, sotto la Bocchetta d’Era (2539 m). Grazie ai rampanti, supero con sicurezza la ripida parete, che costituisce il tratto più faticoso della salita. Mi bastano poche inversioni per raggiungere il crinale che fa da confine tra la Valle di Blenio e la Val Leventina.
Salita al Pizzo d'Era (2618 m)
I 250 m di cresta rimanenti quest’anno non pongono particolari problemi: i cornicioni di neve sono meno sviluppati rispetto agli anni scorsi. Tolgo gli sci e percorro le ultime decine di metri con la piccozza e un bastoncino.
Dopo 2 h e 50 min di cammino posso affermare Pizzo d’Era (2618 m) geschafft!
Spira un leggero vento da nord, che non mi impedisce tuttavia di mangiare tranquillamente un boccone, seduto sulle rocce affioranti, a pochi metri dall’omino di pietre.
La discesa è veramente bella: la neve portante associata alla perfetta visibilità mi ripagano ampiamente e mi concedono una divertente sciata in un ambiente di alto contenuto naturalistico. Il portage finale è persino divertente, in quanto si svolge su un soffice tappeto di aghi di larice.
Per il quarto anno consecutivo il Pizzo d’Era mi ha regalato una bellissima escursione primaverile su neve perfettamente sciabile.
Tempo di salita: 2 h 50 min
Tempo totale: 4 h 35 min
Dislivello in salita: 937 m
Sviluppo complessivo: 8,9 km
Difficoltà: AD-
SLF: 1
Coordinate Pizzo d’Era: 705′390/152′865
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Libro di vetta: no
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