Pizzo d’Era (2618 m) – Skitour


Publiziert von siso , 16. Mai 2016 um 11:15.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:15 Mai 2016
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Ski Schwierigkeit: ZS-
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Molare 
Zeitbedarf: 4:45
Aufstieg: 929 m
Strecke:Ponte sul Ri di Lareccio (1689 m) – Incrocio per Frodalera (1746 m) – Stabbio Vecchio – Laraset – Conca ad ovest di Torói di sotto (2187 m) – Foppe dei Torói – Circa 90 m prima della Bocchetta d’Era (2539 m) svoltare a sinistra verso la cresta ovest della vetta – Pizzo d’Era (2618 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Biasca – Valle di Blenio – Strada del Passo del Lucomagno – Campra – Quota 1644 m della strada del Lucomagno (subito dopo la galleria, alla congiunzione con la vecchia strada del Passo) – Posteggio Cacciatori – Piano (1655 m) – Alpe Pian Segno (1668 m) – Ponte sul Ri di Lareccio (1689 m).
Unterkunftmöglichkeiten:Albergo Olivone & Posta
Kartennummer:C.N.S. No. 1252 – Ambrì-Piotta - 1:25000; C.N.S. No. 266 S – Carta scialpinistica Valle Leventina - 1:50000.

Per il terzo anno consecutivo programmo la salita al Pizzo d’Era con le pelli di foca.

Buone le condizioni meteo, fatta eccezione per la cresta finale, battuta da forti raffiche di favonio. La copertura nevosa inizia a 1820 m di quota, dopo circa 45 minuti di camminata con gli sci legati allo zaino. Dalla vetta (2618 m) alla quota di 1800 m il Pizzo d’Era offre una vastissima “pista” con neve compatta di buona qualità: una goduria per sciatori in buona forma fisica.

 

Inizio dell’escursione: ore 7:30

Fine dell’escursione: ore 12:20

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1016 hPa

Temperatura alla partenza: 2,5°C

Isoterma di 0°C: 2200 m

Temperatura al rientro:11°C

Velocità media del vento: 12 km/h

Sorgere del sole: 5:50

Tramonto del sole: 20:52

 

Da un mese e mezzo le condizioni meteo nel fine settimana sono state poco favorevoli; morale della favola, la forma fisica ne risente subito. Pazienza, oggi cercherò di rimuovere un po’ di ruggine dalle articolazioni.

Parto alle sette e trenta dal Ponte sul Ri di Lareccio (1689 m), in fondo alla piana che ospita l’Alpe Pian Segno (1668 m), ovviamente non ancora caricato.

Seguo dapprima la sterrata che conduce all’alpeggio Frodalera e a Stabbio Vecchio e più in alto il sentiero che sale verso la radura Laraset. In circa 45 minuti pervengo ad un vasto altopiano inclinato, completamente ricoperto dalla neve. Decido di calzare gli sci. Mi raggiungono due grigionesi, “fuggiti” dalla Surselva a causa del brutto tempo. Sono esperti scialpinisti e conoscono bene la zona. Seguo la loro traccia, per la verità poco incisa, vista la compattezza del manto nevoso.

Dai 2000 m di quota svoltiamo ad angolo retto verso sud, in forte pendenza. Nelle traverse occorre lavorare di lamine, tuttavia senza forzare eccessivamente, per non sprecare inutilmente le energie: saranno indispensabili per l’ultima tratta sotto la Bocchetta d’Era (2539 m). In alcune situazioni è come se si camminasse sulle uova. Continuo con movimenti continui e lenti, senza scatti che potrebbero farmi perdere l’equilibrio. Il bastone a valle è strettamente tenuto con il lacciolo, l’altro sull’impugnatura di gomma. Il favonio si fa sentire, tuttavia finora non dà particolarmente fastidio a parte l’incremento della sete.

A quote superiori la pendenza è meno importante, fino alla testata della valle, dove si impenna all’improvviso. Qui è montagna vera, la neve compatta e liscia richiede molta attenzione e lamine affilate. È il tratto più tecnico della gita; lo affronto con poche inversioni, senza montare i rampanti, anche se forse mi avrebbero facilitato il compito, in particolare nell’ultima lunga traversa sul ripidissimo versante. Qui sono costretto a sollecitare più del dovuto i muscoli con il rischio di provocarmi dei crampi alle cosce. Raggiunto il crinale che separa la Valle di Blenio dalla Leventina mi rimangono 240 m lineari per raggiungere la meta. I due scialpinisti che mi precedono decidono di tracciare sul filo dell’aerea cresta. La percorro anch’io prestando molta attenzione alle folate di favonio, che tendono a spingermi in direzione del sottostante Lago di Carì, ancora gelato.

                              Sulla cresta occidentale del Pizzo d'Era

Dopo 2 h e 45 min di cammino posso affermare Pizzo d’Era (2618 m) geschafft!

I due compagni d’avventura si sono rifugiati sul versante meridionale su un piccolo terrazzo riparato dal vento. Scenderanno lungo una via alternativa, in un canalone.

Io decido di percorrere la discesa sul medesimo itinerario di salita. Le condizioni della neve sono ideali; sembra un’ampissima pista battuta, senza sassi affioranti, con pendenze di tutto rispetto. Anche se la forma non è al top, mi gusto questa sciata che potrebbe essere una delle ultime della stagione.

Come per la salita, dovrò ovviamente portare ancora gli sci in spalla, ma solo per una mezzoretta.

 

Escursione al Pizzo d’Era con meno neve rispetto agli ultimi due anni, ma con condizioni ideali per una gradevolissima discesa.

 

Tempo di salita: 2 h 45 min

Tempo totale: 4 h 50 min

Dislivello in salita: 929 m

Sviluppo complessivo: 9,1 km

Difficoltà: AD-

SLF: 2

Coordinate Pizzo d’Era: 705′390/152′865 

Copertura della rete cellulare: Swisscom buona

Libro di vetta: no

Tourengänger: siso


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