Mottone di Rozzo m.2064 - Cima m.2087
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Altro bellissimo giro in Val Cavargna; dopo l'uscita di qualche tempo fà sul Monte Tabòr stavolta puntiamo alla combinazione di altre due cime, il Monte Marnotto e il Mottone dei Rozzo, sulla stessa dorsale che conduce dal Bregagno al Pizzo di Gino.
Partenza dall'ampio parcheggio poco sopra l'abitato di Malè, nei pressi della Locanda Maria e la Madonna della Salute, da cui già si gode una bella vista sulla Val Cavargna dominata dall'imponente Pizzo di Gino e, sul lato opposto, dal Monte Pidaggia. S'incontrano subito i segnavia per la nostra prima meta, ovvero l'Alpe del Rozzo, raggiungibile con una lunga e spaziosa strada forestale, che si alza gradualmente nel bosco di faggio e ci fa toccare la prima neve intorno ai 1300 metri. Superate alcune vallette si esce allo scoperto e in breve tocchiamo l'Alpe (m.1454), posta in splendida posizione panoramica: qui la consistenza della neve si fa più seria, pertanto calziamo le ciaspole, iniziando a zigzagare senza percorso obbligato su un'ampia e ripida schiena che ci porta poco sopra la Sella quotata m.1720 nei pressi del Pizzone (m.1742), cui siamo intenzionati a salire durante il ritorno.
Messi a dura prova da questo breve ma intenso strappo su una neve un po' cartonata ci rifocilliamo un po', pur sapendo che il dislivello da superare non è così eccessivo. Le condizioni della neve, tuttavia, da qui in avanti migliorano nettamente e senza troppi problemi raggiungiamo la Colma (m.1962) e con un ultimo sforzo l'omino posto sul Mottone di Rozzo (m.2066). Il panorama che ci si apre è davvero splendido, e prima di dedicarci al Monte Marnotto decidiamo di affrontare i pochi metri che ci separano dalla Cima senza nome m.2087. Giunti ai suoi piedi e a pochi metri dalla vetta troviamo l'ostacolo di un'imprevista cornice: leviamo le ciaspole e - con somma cautela - la risaliamo e attraversiamo interamente giungendo in cima, proprio di fronte a un'altura secondaria e al Monte Bregagno (m.2107), che sembra di poter toccare. In condizioni d'innevamento inferiori si sarebbe quasi potuto raggiungere, ma data la presenza di ulteriori cornici lungo buona parte della stretta cresta da percorrere è stato giusto lasciar perdere la malsana idea. ;)
Ridiscesi dalla Cima m.2087 e la sua inattesa cornice terminale torniamo al Mottone di Rozzo e ci gustiamo il pranzo preparandoci alla seconda ascesa: il Monte Marnotto è abbastanza vicino, ma un rapido sguardo su un breve restringimento della cresta ed un paio di brevi cornici ci fa un po' esitare, pur iniziando l'avvicinamento. Un sordo brusio sotto le nostre ciaspole e una piccola slavina caduta qualche decina di metri più avanti ci fa capire che a breve la neve inizierà a smollarsi... al Monte Marnotto ci si penserà l'anno prossimo, visto che di sicuro non scappa. ;)
Risaliamo i pochi metri discesi sul Mottone di Rozzo, iniziando definitivamente la discesa, che conoscerà tuttavia un'ultima salita sulla panoramica elevazione del Pizzone, dominato da un'ampia croce. Da qui potremmo rientrare a Malè direttamente seguendo l'intera dorsale, ma la situazione mista di neve molle e secco non c'invoglia troppo... per oggi va bene così, pertanto si ritorna all'Alpe e ripercorrendo la forestale dell'andata a Malè, da cui facciamo una breve visita al colletto dominato dalla Madonna della Salute. Fine.
Avanti così...
NB. Salita semplice e priva di problemi (WT2), ad esclusione della cornice finale sulla cima m.2087, che ha richiesto un supplemento di concentrazione e l'abbandono delle ciaspole. Situazione nel complesso paragonabile a quella dei metri finali sulla crestina invernale del Pizzo di Gino.
Partenza dall'ampio parcheggio poco sopra l'abitato di Malè, nei pressi della Locanda Maria e la Madonna della Salute, da cui già si gode una bella vista sulla Val Cavargna dominata dall'imponente Pizzo di Gino e, sul lato opposto, dal Monte Pidaggia. S'incontrano subito i segnavia per la nostra prima meta, ovvero l'Alpe del Rozzo, raggiungibile con una lunga e spaziosa strada forestale, che si alza gradualmente nel bosco di faggio e ci fa toccare la prima neve intorno ai 1300 metri. Superate alcune vallette si esce allo scoperto e in breve tocchiamo l'Alpe (m.1454), posta in splendida posizione panoramica: qui la consistenza della neve si fa più seria, pertanto calziamo le ciaspole, iniziando a zigzagare senza percorso obbligato su un'ampia e ripida schiena che ci porta poco sopra la Sella quotata m.1720 nei pressi del Pizzone (m.1742), cui siamo intenzionati a salire durante il ritorno.
Messi a dura prova da questo breve ma intenso strappo su una neve un po' cartonata ci rifocilliamo un po', pur sapendo che il dislivello da superare non è così eccessivo. Le condizioni della neve, tuttavia, da qui in avanti migliorano nettamente e senza troppi problemi raggiungiamo la Colma (m.1962) e con un ultimo sforzo l'omino posto sul Mottone di Rozzo (m.2066). Il panorama che ci si apre è davvero splendido, e prima di dedicarci al Monte Marnotto decidiamo di affrontare i pochi metri che ci separano dalla Cima senza nome m.2087. Giunti ai suoi piedi e a pochi metri dalla vetta troviamo l'ostacolo di un'imprevista cornice: leviamo le ciaspole e - con somma cautela - la risaliamo e attraversiamo interamente giungendo in cima, proprio di fronte a un'altura secondaria e al Monte Bregagno (m.2107), che sembra di poter toccare. In condizioni d'innevamento inferiori si sarebbe quasi potuto raggiungere, ma data la presenza di ulteriori cornici lungo buona parte della stretta cresta da percorrere è stato giusto lasciar perdere la malsana idea. ;)
Ridiscesi dalla Cima m.2087 e la sua inattesa cornice terminale torniamo al Mottone di Rozzo e ci gustiamo il pranzo preparandoci alla seconda ascesa: il Monte Marnotto è abbastanza vicino, ma un rapido sguardo su un breve restringimento della cresta ed un paio di brevi cornici ci fa un po' esitare, pur iniziando l'avvicinamento. Un sordo brusio sotto le nostre ciaspole e una piccola slavina caduta qualche decina di metri più avanti ci fa capire che a breve la neve inizierà a smollarsi... al Monte Marnotto ci si penserà l'anno prossimo, visto che di sicuro non scappa. ;)
Risaliamo i pochi metri discesi sul Mottone di Rozzo, iniziando definitivamente la discesa, che conoscerà tuttavia un'ultima salita sulla panoramica elevazione del Pizzone, dominato da un'ampia croce. Da qui potremmo rientrare a Malè direttamente seguendo l'intera dorsale, ma la situazione mista di neve molle e secco non c'invoglia troppo... per oggi va bene così, pertanto si ritorna all'Alpe e ripercorrendo la forestale dell'andata a Malè, da cui facciamo una breve visita al colletto dominato dalla Madonna della Salute. Fine.
Avanti così...
NB. Salita semplice e priva di problemi (WT2), ad esclusione della cornice finale sulla cima m.2087, che ha richiesto un supplemento di concentrazione e l'abbandono delle ciaspole. Situazione nel complesso paragonabile a quella dei metri finali sulla crestina invernale del Pizzo di Gino.
Tourengänger:
Poncione,
froloccone


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