Greina: Capanna Michela - Camona da Terri.
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Aprire gli occhi al mattino, e già meravigliarsi.
Di essere ancora per un giorno ospite nel magico mondo della Greina.
Devo! devo trovare scuse plausibili per non scendere già oggi al piano, devo inventare bugie per non lasciare questo mondo per quello del papà, sul lago Maggiore!
No, non sono egoista, ne racconto le bugie volentieri: è la mia prima vacanza da più di un anno, e da otto mesi che curo il babbo.
Avevo bisogno di questi pochi giorni in Greina...ero esaurita.
Quassù mi riesce bene non pensare alle incombenze familiari, al Dovere. Quassù non sono più ne figlia, ne amica, ne amante, ne sorella. Sono io.
Sono ancor più intensamente me stessa che a inizio stagione estiva (Mimo e Ornella hanno aperto la capanna tre giorni fa) girano tre gatti, le mucche non sono ancora salite all' alpeggio soprastante, non c' è vociare umano. Appena mi allontano di pochi passi dall' entrata mi accoglie la solitudine nella sua pienezza, il suo fascino che abbraccia l' anima.
Quassù, tale è la grandezza semplice del luogo, la sua grazia - come se gli dei si fossero miracolosamente accordati per preservare questo angolo di mondo da guerre, sangue, lacrime - che l' anima non può che danzare all' unisono con esso.
Allora, oggi, qual meta?
A dire il vero, quando m' incammino in Greina, non sono mai certa della meta...
In questo inizio di estate, poi, mi sono preclusi tanti percorsi: l' arco della Greina, il mortale lato destro del canyon del Rein da Sumvitg, i pinnacoli ad esso vicini, la val Canal, quella di Larciolo, i 3000, magari pure il più tranquillo Coroi.
Troppa neve ancora...
Qual meta?
L' avventura! il brivido! il pericolo! il batticuore! la paura!
Mi voglio misurare alla via per la capanna Terri che sale da Camona, a capo del Plaun la Greina!
Pochi metri a ridosso di una placconata spaventosa, verticale, a picco sul vuoto, sulle rocce aguzze delle gole del Rein da Sumvitg, già affrontati in passato, anche con la presenza della neve. Ma allora, c' erano altre persone e ciò mi aveva, un pochino! tranquillizzata! Senza neve, invece, mi basta non guardare il baratro e vado tranquilla...Tranquilla?...
Conoscendomi, so che le difficoltà alpinistiche (una gran parolona, per una modesta camminatrice in montagna qual sono) superate almeno una volta mi sembrano poi più semplici, alla mia portata, a un ulteriore passaggio, ma qui si tratta del Vuoto...
E c' è già scappato il morto.
Lungamente centellino il lungo percorso tra la capanna e il ponte di Camona.
Molto acquitrinosi i vari sentieri paralleli che solcano il Plaun la Greina, molti nevai, semplici da attraversare perché il terreno sottostante so che non è insidioso, E poi, come sempre, seguo le zampette delle marmotte che mi hanno preceduta.
Mi ricordo la volpe lungamente osservata anni fa. Chissà dov' è ora.
Volpe! ti avevo avvistata vicina al ponte, allora proprio qua ti lascio i resti del mio panino!
Vado a ammirare, ma senza sporgermi troppo sull' orlo del prato, lo spumeggiante Rein che dal ponte pazzamente precipita nell' abisso, noncurante, lui! delle mie paure.
Lassù, i temibili pochi metri di placconata col nevaio che precipita a picco sul fiume.
Comincia la salita, sentiero piuttosto verticale, talvolta esposto, un poco ci si aiuta ad issarsi con le mani, ma quando arrivo al passaggio pauroso: stretta, profonda lama di vuoto, il nevaio che precipita, di nuovo il vuoto dritto sul fiume laggiù...e ora?...e ora...
Vedo la pala del Toni, so che il guardiano della capanna Terri è molto scrupoloso, passa regolarmente a gradinare questo nevaio, e un paio di successivi molto scoscesi, ma...non oso mettere il piede sui gradini già sbiaditi, scioltisi, del fine settimana...
Non voglio rinunciare, esploro perciò le possibilità di passaggio sulla soprastante sinistra: sorpresa! ci sono ometti! e capisco che altri hanno pensato a un alternativa meno pericolosamente esposta!
Bisogna barcamenarsi tra residui di neve, blocchi rocciosi da scalare o disarrampicare, aiutandosi con le mani e scegliendo bene dove posare gli scarponi; occhio agli insidiosi panettoncini erbosi e terrosi, che, intrisi da gelo e acque invernali, ora riscaldati dal sole, possono staccarsi sotto il peso del corpo.
Il vuoto è presente sulla destra, laggiù le roboanti gole del Rein!
A ghirigori, il mio percorso, qua e là, nuovi ometti.
Evito con un lungo semi cerchio un largo nevaio esposto che ben ricordo, anche se vi leggo sbiaditi resti di orme. Evito placche che trasudano umidità scivolosa.
Ci metto il tempo che ci vuole, concentrata e tranquilla, e finalmente arrivo alla base della collinetta che porta la bellissima Camona da Terri.
La Terri, una capanna come la disegnerebbero i bambini: i mattoni di sasso, il tetto di tegole d' argento, le tante finestre. Bella, bellissima!
Chiedo di Toni. Ehi! Toni dov' è?
Un buon minestrone bollente ripristina i sali minerali persi salendo quassù.
Toni è sceso a Vrin.
Toni al ritorno rigradinerà i nevai.
Peccato non averlo incontrato: l' avrei osservato lavorare di pala, e sarei passata dappertutto senza timori!
Eccolo! Pala blu fiammante nuova in spalla! abbronzato e sorridente! ancora un ragazzino nonostante i 22 anni da guardiano quassù! più di Mimo e Ornella!
Non so se mi riconosca, non importa, attacco bottone:
Eh si, Mimo e Ornella lasciano a fine estate! non lo sapevi? peccato non averti incontrato sul cammino! di guardiani competenti e premurosi come loro e te, ahimè, temo non ce ne siano in futuro! verrò a pernottare da te la prossima estate! sarà triste non rivedere i miei amici in Michela! bello che tu vada a trovarli, ne saranno felici!
Gentiluomo squisito, mi offre il minestrone.
Ciao, Toni. A presto, ci rivediamo più in là, tornerò.
Nevai, nevai, nevai da risalire per tornare a Plaun la Greina. Ricordo di averli discesi correndo e saltando, ridendo come una matta, tre anni fa!
Mi prendo tutto il tempo per annusare, ammirare, gioire.
Lunga pausa al laghetto, i piedi a mollo onde uccidere i brucianti Nervi di Morton! L' acqua è deliziosamente tiepida, anche se i nevai orlano ancora parte delle rive.
Osservo decine di rane nuotare veloci, amoreggiare, chiacchierare...
Qui avevamo fatto il bagno nude, Denise ed io.
Momenti felici e spensierati.
Felicità in Greina.
OSSERVAZIONI:
Ovviamente, la valutazione di difficoltà è legata alla porzione di sentiero tra Camona e la capanna Terri.
Sentiero comunque da non sottovalutare, vista l' esposizione, anche in periodi senza neve, direi unT3+
Di essere ancora per un giorno ospite nel magico mondo della Greina.
Devo! devo trovare scuse plausibili per non scendere già oggi al piano, devo inventare bugie per non lasciare questo mondo per quello del papà, sul lago Maggiore!
No, non sono egoista, ne racconto le bugie volentieri: è la mia prima vacanza da più di un anno, e da otto mesi che curo il babbo.
Avevo bisogno di questi pochi giorni in Greina...ero esaurita.
Quassù mi riesce bene non pensare alle incombenze familiari, al Dovere. Quassù non sono più ne figlia, ne amica, ne amante, ne sorella. Sono io.
Sono ancor più intensamente me stessa che a inizio stagione estiva (Mimo e Ornella hanno aperto la capanna tre giorni fa) girano tre gatti, le mucche non sono ancora salite all' alpeggio soprastante, non c' è vociare umano. Appena mi allontano di pochi passi dall' entrata mi accoglie la solitudine nella sua pienezza, il suo fascino che abbraccia l' anima.
Quassù, tale è la grandezza semplice del luogo, la sua grazia - come se gli dei si fossero miracolosamente accordati per preservare questo angolo di mondo da guerre, sangue, lacrime - che l' anima non può che danzare all' unisono con esso.
Allora, oggi, qual meta?
A dire il vero, quando m' incammino in Greina, non sono mai certa della meta...
In questo inizio di estate, poi, mi sono preclusi tanti percorsi: l' arco della Greina, il mortale lato destro del canyon del Rein da Sumvitg, i pinnacoli ad esso vicini, la val Canal, quella di Larciolo, i 3000, magari pure il più tranquillo Coroi.
Troppa neve ancora...
Qual meta?
L' avventura! il brivido! il pericolo! il batticuore! la paura!
Mi voglio misurare alla via per la capanna Terri che sale da Camona, a capo del Plaun la Greina!
Pochi metri a ridosso di una placconata spaventosa, verticale, a picco sul vuoto, sulle rocce aguzze delle gole del Rein da Sumvitg, già affrontati in passato, anche con la presenza della neve. Ma allora, c' erano altre persone e ciò mi aveva, un pochino! tranquillizzata! Senza neve, invece, mi basta non guardare il baratro e vado tranquilla...Tranquilla?...
Conoscendomi, so che le difficoltà alpinistiche (una gran parolona, per una modesta camminatrice in montagna qual sono) superate almeno una volta mi sembrano poi più semplici, alla mia portata, a un ulteriore passaggio, ma qui si tratta del Vuoto...
E c' è già scappato il morto.
Lungamente centellino il lungo percorso tra la capanna e il ponte di Camona.
Molto acquitrinosi i vari sentieri paralleli che solcano il Plaun la Greina, molti nevai, semplici da attraversare perché il terreno sottostante so che non è insidioso, E poi, come sempre, seguo le zampette delle marmotte che mi hanno preceduta.
Mi ricordo la volpe lungamente osservata anni fa. Chissà dov' è ora.
Volpe! ti avevo avvistata vicina al ponte, allora proprio qua ti lascio i resti del mio panino!
Vado a ammirare, ma senza sporgermi troppo sull' orlo del prato, lo spumeggiante Rein che dal ponte pazzamente precipita nell' abisso, noncurante, lui! delle mie paure.
Lassù, i temibili pochi metri di placconata col nevaio che precipita a picco sul fiume.
Comincia la salita, sentiero piuttosto verticale, talvolta esposto, un poco ci si aiuta ad issarsi con le mani, ma quando arrivo al passaggio pauroso: stretta, profonda lama di vuoto, il nevaio che precipita, di nuovo il vuoto dritto sul fiume laggiù...e ora?...e ora...
Vedo la pala del Toni, so che il guardiano della capanna Terri è molto scrupoloso, passa regolarmente a gradinare questo nevaio, e un paio di successivi molto scoscesi, ma...non oso mettere il piede sui gradini già sbiaditi, scioltisi, del fine settimana...
Non voglio rinunciare, esploro perciò le possibilità di passaggio sulla soprastante sinistra: sorpresa! ci sono ometti! e capisco che altri hanno pensato a un alternativa meno pericolosamente esposta!
Bisogna barcamenarsi tra residui di neve, blocchi rocciosi da scalare o disarrampicare, aiutandosi con le mani e scegliendo bene dove posare gli scarponi; occhio agli insidiosi panettoncini erbosi e terrosi, che, intrisi da gelo e acque invernali, ora riscaldati dal sole, possono staccarsi sotto il peso del corpo.
Il vuoto è presente sulla destra, laggiù le roboanti gole del Rein!
A ghirigori, il mio percorso, qua e là, nuovi ometti.
Evito con un lungo semi cerchio un largo nevaio esposto che ben ricordo, anche se vi leggo sbiaditi resti di orme. Evito placche che trasudano umidità scivolosa.
Ci metto il tempo che ci vuole, concentrata e tranquilla, e finalmente arrivo alla base della collinetta che porta la bellissima Camona da Terri.
La Terri, una capanna come la disegnerebbero i bambini: i mattoni di sasso, il tetto di tegole d' argento, le tante finestre. Bella, bellissima!
Chiedo di Toni. Ehi! Toni dov' è?
Un buon minestrone bollente ripristina i sali minerali persi salendo quassù.
Toni è sceso a Vrin.
Toni al ritorno rigradinerà i nevai.
Peccato non averlo incontrato: l' avrei osservato lavorare di pala, e sarei passata dappertutto senza timori!
Eccolo! Pala blu fiammante nuova in spalla! abbronzato e sorridente! ancora un ragazzino nonostante i 22 anni da guardiano quassù! più di Mimo e Ornella!
Non so se mi riconosca, non importa, attacco bottone:
Eh si, Mimo e Ornella lasciano a fine estate! non lo sapevi? peccato non averti incontrato sul cammino! di guardiani competenti e premurosi come loro e te, ahimè, temo non ce ne siano in futuro! verrò a pernottare da te la prossima estate! sarà triste non rivedere i miei amici in Michela! bello che tu vada a trovarli, ne saranno felici!
Gentiluomo squisito, mi offre il minestrone.
Ciao, Toni. A presto, ci rivediamo più in là, tornerò.
Nevai, nevai, nevai da risalire per tornare a Plaun la Greina. Ricordo di averli discesi correndo e saltando, ridendo come una matta, tre anni fa!
Mi prendo tutto il tempo per annusare, ammirare, gioire.
Lunga pausa al laghetto, i piedi a mollo onde uccidere i brucianti Nervi di Morton! L' acqua è deliziosamente tiepida, anche se i nevai orlano ancora parte delle rive.
Osservo decine di rane nuotare veloci, amoreggiare, chiacchierare...
Qui avevamo fatto il bagno nude, Denise ed io.
Momenti felici e spensierati.
Felicità in Greina.
OSSERVAZIONI:
Ovviamente, la valutazione di difficoltà è legata alla porzione di sentiero tra Camona e la capanna Terri.
Sentiero comunque da non sottovalutare, vista l' esposizione, anche in periodi senza neve, direi unT3+
Tourengänger:
micaela

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Kommentare (8)