Finalmente Greina! Pizzo Coroi (2785 m.)
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
- Guida: Guida delle Alpi Ticinesi, vol. 3, di Giuseppe Brenna.
"Il nome Coroi deriva dal dialetto leventinese, e significa corona" .
-Per più ampie informazioni sulla Greina raccomando il libretto del naturalista Angelo Valsecchi: GREINA, LA NOSTRA TUNDRA (edito dal CAS - Ticino), che spazia sapientemente nei vari aspetti di questa meravigliosa ed unica zona: niente di tutto questo scappa alla competente ed entusiasta attenzione di Valsecchi. Non a caso ha collaborato con Giuseppe Brenna ai capitoli su flora e fauna delle guide del CAS.
-Raccomando inoltre la lettura dell' articolo del giornalista-viaggiatore Paolo Rumiz: LE CASE DEGLI SPIRITI: LA TUNDRA DEL TICINO, nella "Repubblica" del 25 agosto 2011, che esiste anche sotto forma di dvd: LE DIMORE DEL VENTO, edito dallo stesso giornale.
Da quando ho scoperto la meravigliosa Greina non manco mai di passarci qualche giorno ogni estate, onde bearmene e riempire il cuore delle sue bellezze -da custodire preziosamente durante tutto l ' arco della stagione fredda.
IN GREINA L' ANIMA SI RIEMPIE D ' INFINITO.
Cooosa? ci sono hikriani che non conoscono la Greina? in fondo alla classe col berretto d ' asino!
Quando salgo in Greina, la capanna Michela è sempre il mio punto d ' appoggio. Lì mi sento come a casa.
Cooosa? non conoscete i suoi mitici guardiani Ornella e Mimo? Accoglienti, cordiali, bravi cuochi (a cena non mancano gli applausi a scena aperta per la squisitezza dei cibi) e bravissimi conoscitori della zona tutta!
E le torte dell ' Ornella? Parliamone pure. Cooosa? non conoscete le torte dell' Ornella male, male, è urgente rimediare!
Ordunque lascio l' auto nel grande parcheggio della diga del Luzzone; mi vergognerei a guidare sino all ' alpe Garzott; poi, costeggiare il lago, pur artificiale, e magari chiaccherare con un qualche pescatore mattiniero è sempre una gioia!
Arrivano le mucche che scendono dall ' alpe Motterascio: non sembrano felici di lasciare i loro monti, o mi sbaglio? comunque il loro sterco farà le veci dei segnavia sino in capanna.
Abbraccio uno dei più vecchi larici del Ticino -poco dopo il bivio che conduce in val Scaradra -, un mio rito. Ciao al me ratin Denise!
(Di questo larice parla Ely Riva nel suo libro di foto in bianco e nero "Alberi" edito dalla STAN).
Da Garzott si costeggia la gola scavata dal torrente Garzora, stupendo fjordo dal profondo blu. La facile salita continua dapprima nel bosco poi su sentiero sassoso. Poco prima dell ' arrivo in capanna si offre agli occhi la bella cascata dalle chiome argentee.
Corro ad abbracciare Ornella e Mimo.
Dalla terrazza ammiro i mitici Sorda, Punta di Scaradra e Torrone di Nav della cui zona leggemmo recentemente ascensioni fatte dai non meno mitici Tapio, Poncione o Igor .
Riparto in direzione di Crap la Crusch e scendo a sinistra del pianoro con il "cimitero degli ometti "(chissà perchè dalla prima visita mi venne questa definizione -senza alcun sottinteso macabro, badate bene).
Scegliendo liberamente il mio percorso risalgo i pendii erbosi che sovrastano il Ri di Motterascio, sino a raggiungere la larga cresta che più o meno segue la scritta "Alpe Coroi" sulla cartina CNS, con tracce di sentiero e qualche ometto.
Arrivata a una piccola depressione nella cresta, alla quale mi sono sempre fermata per ammirare la varietà di rocce e sassi rossastri e biancastri, risalgo la pietraia di fronte a me, fino a scorgere l ' evidente sentierino stretto che segue la cresta ENE del Coroi su roccette facili poi scisti che mi portano all' ometto di cima.
Ripenso a salite precedenti, di cui una pericolosa per la Fifona come mi autodefinisco: dalla bocchetta di Larciolo (2340 m., senza nome sulla carta) 2 ore a cercar passaggi tra innumerevoli piccoli rii scivolosi, prati con roccette scoscesissimi, su e giù di 30/40 metri senza sosta...sino a rinunciare...per una discesa non meno tosta!
Ed a una seconda, organizzata dal CAS - Ticino, col bravissimo Angelo Valsecchi, appunto, a mò di guida ad entusiasmarci con le sue conoscenze su ogni aspetto naturalistico della zona: avete in mente quegli scienziati di gran caratura, col carismatico dono di far capire anche al tapiro concetti altissimi (che ne so, la fissione atomica, la vita degli amibi nel profondo oceano)?!!
In discesa seguo per qualche centinaio di metri il sentierino che accompagna la cresta in direzione della capanna Scaletta, ravanando poi liberamente, lungamente, anche talvolta difficoltosamente tra scoscese ganne, roccette, ciuffetti d ' erba, barre rocciose, e felicemente nelle orme degli ungulati gentilmente messe a disposizione; passando poi dal bel laghetto a quota 2593 , arrivo sul sentiero che proviene dal Passo Greina/Pass Crap (sasso).
Cala la sera. Pioggerellina finale per l ' arrivo in capanna, con sgridata affettuosa dei guardiani, preoccupati di non avermi trovata seduta a tavola per l ' ora di cena!
"Il nome Coroi deriva dal dialetto leventinese, e significa corona" .
-Per più ampie informazioni sulla Greina raccomando il libretto del naturalista Angelo Valsecchi: GREINA, LA NOSTRA TUNDRA (edito dal CAS - Ticino), che spazia sapientemente nei vari aspetti di questa meravigliosa ed unica zona: niente di tutto questo scappa alla competente ed entusiasta attenzione di Valsecchi. Non a caso ha collaborato con Giuseppe Brenna ai capitoli su flora e fauna delle guide del CAS.
-Raccomando inoltre la lettura dell' articolo del giornalista-viaggiatore Paolo Rumiz: LE CASE DEGLI SPIRITI: LA TUNDRA DEL TICINO, nella "Repubblica" del 25 agosto 2011, che esiste anche sotto forma di dvd: LE DIMORE DEL VENTO, edito dallo stesso giornale.
Da quando ho scoperto la meravigliosa Greina non manco mai di passarci qualche giorno ogni estate, onde bearmene e riempire il cuore delle sue bellezze -da custodire preziosamente durante tutto l ' arco della stagione fredda.
IN GREINA L' ANIMA SI RIEMPIE D ' INFINITO.
Cooosa? ci sono hikriani che non conoscono la Greina? in fondo alla classe col berretto d ' asino!
Quando salgo in Greina, la capanna Michela è sempre il mio punto d ' appoggio. Lì mi sento come a casa.
Cooosa? non conoscete i suoi mitici guardiani Ornella e Mimo? Accoglienti, cordiali, bravi cuochi (a cena non mancano gli applausi a scena aperta per la squisitezza dei cibi) e bravissimi conoscitori della zona tutta!
E le torte dell ' Ornella? Parliamone pure. Cooosa? non conoscete le torte dell' Ornella male, male, è urgente rimediare!
Ordunque lascio l' auto nel grande parcheggio della diga del Luzzone; mi vergognerei a guidare sino all ' alpe Garzott; poi, costeggiare il lago, pur artificiale, e magari chiaccherare con un qualche pescatore mattiniero è sempre una gioia!
Arrivano le mucche che scendono dall ' alpe Motterascio: non sembrano felici di lasciare i loro monti, o mi sbaglio? comunque il loro sterco farà le veci dei segnavia sino in capanna.
Abbraccio uno dei più vecchi larici del Ticino -poco dopo il bivio che conduce in val Scaradra -, un mio rito. Ciao al me ratin Denise!
(Di questo larice parla Ely Riva nel suo libro di foto in bianco e nero "Alberi" edito dalla STAN).
Da Garzott si costeggia la gola scavata dal torrente Garzora, stupendo fjordo dal profondo blu. La facile salita continua dapprima nel bosco poi su sentiero sassoso. Poco prima dell ' arrivo in capanna si offre agli occhi la bella cascata dalle chiome argentee.
Corro ad abbracciare Ornella e Mimo.
Dalla terrazza ammiro i mitici Sorda, Punta di Scaradra e Torrone di Nav della cui zona leggemmo recentemente ascensioni fatte dai non meno mitici Tapio, Poncione o Igor .
Riparto in direzione di Crap la Crusch e scendo a sinistra del pianoro con il "cimitero degli ometti "(chissà perchè dalla prima visita mi venne questa definizione -senza alcun sottinteso macabro, badate bene).
Scegliendo liberamente il mio percorso risalgo i pendii erbosi che sovrastano il Ri di Motterascio, sino a raggiungere la larga cresta che più o meno segue la scritta "Alpe Coroi" sulla cartina CNS, con tracce di sentiero e qualche ometto.
Arrivata a una piccola depressione nella cresta, alla quale mi sono sempre fermata per ammirare la varietà di rocce e sassi rossastri e biancastri, risalgo la pietraia di fronte a me, fino a scorgere l ' evidente sentierino stretto che segue la cresta ENE del Coroi su roccette facili poi scisti che mi portano all' ometto di cima.
Ripenso a salite precedenti, di cui una pericolosa per la Fifona come mi autodefinisco: dalla bocchetta di Larciolo (2340 m., senza nome sulla carta) 2 ore a cercar passaggi tra innumerevoli piccoli rii scivolosi, prati con roccette scoscesissimi, su e giù di 30/40 metri senza sosta...sino a rinunciare...per una discesa non meno tosta!
Ed a una seconda, organizzata dal CAS - Ticino, col bravissimo Angelo Valsecchi, appunto, a mò di guida ad entusiasmarci con le sue conoscenze su ogni aspetto naturalistico della zona: avete in mente quegli scienziati di gran caratura, col carismatico dono di far capire anche al tapiro concetti altissimi (che ne so, la fissione atomica, la vita degli amibi nel profondo oceano)?!!
In discesa seguo per qualche centinaio di metri il sentierino che accompagna la cresta in direzione della capanna Scaletta, ravanando poi liberamente, lungamente, anche talvolta difficoltosamente tra scoscese ganne, roccette, ciuffetti d ' erba, barre rocciose, e felicemente nelle orme degli ungulati gentilmente messe a disposizione; passando poi dal bel laghetto a quota 2593 , arrivo sul sentiero che proviene dal Passo Greina/Pass Crap (sasso).
Cala la sera. Pioggerellina finale per l ' arrivo in capanna, con sgridata affettuosa dei guardiani, preoccupati di non avermi trovata seduta a tavola per l ' ora di cena!
Tourengänger:
micaela

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (16)