Nascosta in mezzo al bosco una sublime Madonna col Bambino.
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"L' ho perduta...me meschina!
Ah, chi sa dove sarà?"
"Le nozze di Figaro" di Mozart, libretto di Da Ponte. (Atto Quarto, Scena Prima)
Ti ho perduta, sublime Madonna col tuo Bambino. Chissà dove sarai?
Perdendomi nei boschi sopra Gerra, ti ho incontrata per caso, anni fa.
Da quel giorno non ho smesso di volerti rivedere.
Quanti anni sono passati da quel nostro primo incontro?
Allora rimasi ad ammirarti per lunghissimi minuti, muta.
Muta e commossa, davanti a tanta grazia, svelata ai miei occhi per caso nel folto bosco.
Una cappella solitaria, perduta nel nulla del bosco, dimenticata da tutti.
Ho poi chiesto in giro: nessuno più a sapere della tua esistenza.
I vecchi? Tutti già morti.
Vecchio Pompeo, tu che amavi chiacchierare ore con me bambina poi adolescente, affascinata dai tuoi vecchi racconti, dal tuo sapere che andava perdendosi, dal tuo conoscere tutto del coltivare l' orto, dell' aver faticato sui Monti, sui vecchi sentieri ora scomparsi...
Caro vecchio Pompeo, ti facevo il caffè senza che tu lo chiedessi: sapevo quanto ne eri ghiotto, tu abituato a una vecchia brodaglia bruna, per metà cicoria, per metà chissà? amare ghiande di quercia...
Quanto poveri, allora. Quanto parchi.
Tu avresti saputo dov' era, la bellissima Madonna; certo ti eri fermato spesso a salutarla facendo il segno della croce, il gerlo stracolmo e pesante sulla tua schiena magra.
Pompeo, vecchio amico, un nome che faceva sognare la bambina...
Morto da tanti anni.
E più nessuno a raccontarmi le cose dei vecchi...
La Madonna, quante volte vagando nei boschi pregai Sant' Antonio di farmela rivedere.
Quante ore passate a seguire una traccia, un ricordo di traccia...
E oggi succede un miracolo: eccola li, magari un poco scrostata, sbiaditi i colori, ma pur sempre Lei, col suo cucciolo nelle braccia, amorevole, tenerissima Madre...
Che umile Raffaello ti dipinse? nessun nome a memoria di tanta grazia...
Morto da tanto tempo anche l' umile pittore senza nome...
Che tenerezza sale nel cuore rivedendo il piccolo piede del cucciolo, la mano quasi scomparsa della sua mamma, dolce sostegno. Che emozione l' azzurro sublime, rubato al cielo, dell' abito materno, gli occhi grandi del bimbo aperti su fresca vita, le labbra di madre e cucciolo che parlano una lingua di solo amore...
Ed io col groppo in gola, muta davanti a tanta bellezza...
Ah, chi sa dove sarà?"
"Le nozze di Figaro" di Mozart, libretto di Da Ponte. (Atto Quarto, Scena Prima)
Ti ho perduta, sublime Madonna col tuo Bambino. Chissà dove sarai?
Perdendomi nei boschi sopra Gerra, ti ho incontrata per caso, anni fa.
Da quel giorno non ho smesso di volerti rivedere.
Quanti anni sono passati da quel nostro primo incontro?
Allora rimasi ad ammirarti per lunghissimi minuti, muta.
Muta e commossa, davanti a tanta grazia, svelata ai miei occhi per caso nel folto bosco.
Una cappella solitaria, perduta nel nulla del bosco, dimenticata da tutti.
Ho poi chiesto in giro: nessuno più a sapere della tua esistenza.
I vecchi? Tutti già morti.
Vecchio Pompeo, tu che amavi chiacchierare ore con me bambina poi adolescente, affascinata dai tuoi vecchi racconti, dal tuo sapere che andava perdendosi, dal tuo conoscere tutto del coltivare l' orto, dell' aver faticato sui Monti, sui vecchi sentieri ora scomparsi...
Caro vecchio Pompeo, ti facevo il caffè senza che tu lo chiedessi: sapevo quanto ne eri ghiotto, tu abituato a una vecchia brodaglia bruna, per metà cicoria, per metà chissà? amare ghiande di quercia...
Quanto poveri, allora. Quanto parchi.
Tu avresti saputo dov' era, la bellissima Madonna; certo ti eri fermato spesso a salutarla facendo il segno della croce, il gerlo stracolmo e pesante sulla tua schiena magra.
Pompeo, vecchio amico, un nome che faceva sognare la bambina...
Morto da tanti anni.
E più nessuno a raccontarmi le cose dei vecchi...
La Madonna, quante volte vagando nei boschi pregai Sant' Antonio di farmela rivedere.
Quante ore passate a seguire una traccia, un ricordo di traccia...
E oggi succede un miracolo: eccola li, magari un poco scrostata, sbiaditi i colori, ma pur sempre Lei, col suo cucciolo nelle braccia, amorevole, tenerissima Madre...
Che umile Raffaello ti dipinse? nessun nome a memoria di tanta grazia...
Morto da tanto tempo anche l' umile pittore senza nome...
Che tenerezza sale nel cuore rivedendo il piccolo piede del cucciolo, la mano quasi scomparsa della sua mamma, dolce sostegno. Che emozione l' azzurro sublime, rubato al cielo, dell' abito materno, gli occhi grandi del bimbo aperti su fresca vita, le labbra di madre e cucciolo che parlano una lingua di solo amore...
Ed io col groppo in gola, muta davanti a tanta bellezza...
Tourengänger:
micaela

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