Cima di Razzarola, Cima di Locce, Cima della Gavosa
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Oggi esploro un percorso in Val Sesia, per la precisione la laterale Val Mastellone dopo un suggerimento/invito proposto nei commenti ad un report di
GAQA quando salirono la Cima della Gavosa.
Parto dall'abitato di Sabbia e seguendo il Sentiero 561 mi addentro nella valle fino al Ponte della Giumenta da dove il tracciato inizia la vera salita. Si raggiunge la frazione di Montata e poi di Alpe Corti dove "da 1111 metri in sù tutti si danno del tu". Dopo una breve pausa continuo di buon passo fino all'Alpe Colmetto e inizio la salita verso la Cima di Razzarola, su sentiero non segnato ma ben evidente che aggira sulla sinistra il primo dosso roccioso per poi portarsi in cresta nell'ultimo tratto, dove è necessario mettere giù le mani per superare un breve passaggio di due metri che scavalca la cresta.
Dalla cima si ha una bella visuale sul Monte Capio e facendo mente locale ricompongo i luoghi della bella e selvaggia escursione a questa cima effettuata qualche tempo fa. Invece uno sguardo verso la Cima di Locce mi fa capire subito che non sarà possibile (per me) concatenare queste due cime via cresta ... questo compito lo lascio a Ciolly ... ;)
Ritornato all'Alpe Colmetto imbocco il Sentiero 564 che da subito fa capire la sua natura: selvaggio, poco frequentato e in alcuni tratti anche esposto ma in ogni caso i bolli sono presenti e, a parte il primo tratto, la sua individuazione non è difficoltosa ... anche perchè non ci sono molte possibilità di divagare su certi terreni. Il sentiero si mantiene per lo più in quota, con qualche sali-scendi e dopo un bell'incontro con un capriolo giungo alla Sella dell'Oca.
Svolto subito a destra per iniziare la salita alla Cima di Locce su terreno privo di sentieri o segnalazioni. In salita per un buon tratto rimango a sinistra della dorsale, superando qualche ripido tratto erboso e schivando i rami degli alberi. Poi superando un paio di passaggi di semplice arrampicata mi porto in cresta, sguscio fuori con semi-eleganza da un boschetto intricato ed esco su terreno più aperto, privo di alberelli ma un pochino più esposto. Ora si prosegue su terreno misto erba-roccette seguendo la cresta e sempre con attenzione raggiungo la Cima di Locce. In discesa opto per rimanere il più possibile sulla linea della dorsale fino alla Sella dell'Oca che sembra offrire un terreno migliore, evitando così alcuni passaggi sui ripidi pendii erbosi.
Ormai in fase "wild" proseguo dritto alla ricerca della Cima della Gavosa sempre su terreno "libero" ma che presenta meno difficoltà rispetto a prima. In pochi minuti arrivo sulla cima dove trovo un ometto, magari impilato proprio da Alessandro (GAQA). Per la discesa opto per la variante "diretta" in mezzo al bosco su terreno abbastanza ripido ma non difficoltoso (ma scomodo in salita), che dovrebbe farmi ricongiungere con il Sentiero 564. Giunto finalmente sul sentiero mi concedo una pausa rigenerante prima di riprendere la discesa.
Superata la prima parte in cui è meglio stare attenti ai bolli del sentiero, questo diventa molto comodo e scende nel bel Bosco dell'Impero. Al ponte sul Saccora devio in direzione della Madonne del Tizzone per poi imboccare il sentiero che mi farà transitare da Brugaro, Brugarolo ed infine sulla strada principale della valle. Proseguendo per un tratto lungo l'asfalto, poco prima della svolta per Sabbia, si incontra una vecchia mulattiera che comodamente (ma in salita) riporta a Sabbia ... dove vale la pena fare due passi tra le case.

Parto dall'abitato di Sabbia e seguendo il Sentiero 561 mi addentro nella valle fino al Ponte della Giumenta da dove il tracciato inizia la vera salita. Si raggiunge la frazione di Montata e poi di Alpe Corti dove "da 1111 metri in sù tutti si danno del tu". Dopo una breve pausa continuo di buon passo fino all'Alpe Colmetto e inizio la salita verso la Cima di Razzarola, su sentiero non segnato ma ben evidente che aggira sulla sinistra il primo dosso roccioso per poi portarsi in cresta nell'ultimo tratto, dove è necessario mettere giù le mani per superare un breve passaggio di due metri che scavalca la cresta.
Dalla cima si ha una bella visuale sul Monte Capio e facendo mente locale ricompongo i luoghi della bella e selvaggia escursione a questa cima effettuata qualche tempo fa. Invece uno sguardo verso la Cima di Locce mi fa capire subito che non sarà possibile (per me) concatenare queste due cime via cresta ... questo compito lo lascio a Ciolly ... ;)
Ritornato all'Alpe Colmetto imbocco il Sentiero 564 che da subito fa capire la sua natura: selvaggio, poco frequentato e in alcuni tratti anche esposto ma in ogni caso i bolli sono presenti e, a parte il primo tratto, la sua individuazione non è difficoltosa ... anche perchè non ci sono molte possibilità di divagare su certi terreni. Il sentiero si mantiene per lo più in quota, con qualche sali-scendi e dopo un bell'incontro con un capriolo giungo alla Sella dell'Oca.
Svolto subito a destra per iniziare la salita alla Cima di Locce su terreno privo di sentieri o segnalazioni. In salita per un buon tratto rimango a sinistra della dorsale, superando qualche ripido tratto erboso e schivando i rami degli alberi. Poi superando un paio di passaggi di semplice arrampicata mi porto in cresta, sguscio fuori con semi-eleganza da un boschetto intricato ed esco su terreno più aperto, privo di alberelli ma un pochino più esposto. Ora si prosegue su terreno misto erba-roccette seguendo la cresta e sempre con attenzione raggiungo la Cima di Locce. In discesa opto per rimanere il più possibile sulla linea della dorsale fino alla Sella dell'Oca che sembra offrire un terreno migliore, evitando così alcuni passaggi sui ripidi pendii erbosi.
Ormai in fase "wild" proseguo dritto alla ricerca della Cima della Gavosa sempre su terreno "libero" ma che presenta meno difficoltà rispetto a prima. In pochi minuti arrivo sulla cima dove trovo un ometto, magari impilato proprio da Alessandro (GAQA). Per la discesa opto per la variante "diretta" in mezzo al bosco su terreno abbastanza ripido ma non difficoltoso (ma scomodo in salita), che dovrebbe farmi ricongiungere con il Sentiero 564. Giunto finalmente sul sentiero mi concedo una pausa rigenerante prima di riprendere la discesa.
Superata la prima parte in cui è meglio stare attenti ai bolli del sentiero, questo diventa molto comodo e scende nel bel Bosco dell'Impero. Al ponte sul Saccora devio in direzione della Madonne del Tizzone per poi imboccare il sentiero che mi farà transitare da Brugaro, Brugarolo ed infine sulla strada principale della valle. Proseguendo per un tratto lungo l'asfalto, poco prima della svolta per Sabbia, si incontra una vecchia mulattiera che comodamente (ma in salita) riporta a Sabbia ... dove vale la pena fare due passi tra le case.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (6)