Monte Capio Mt. 2172
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...oggi è la prima di una due giorni in Valsesia e la meta è il Monte Capio.
Come consuetudine prima di partire ci stampiamo qualche relazione da portare, che puntualmente, dato che il tempo per prepararsi è sempre scarso, leggiamo strada facendo.
Devo dire che per il Monte Capio un enorme aiuto è arrivato da Ale "Gaqa", sempre disponibile e preparatissimo sugli itinerari delle escursioni.
Le sue indicazioni sono state preziosissime e fondamentali se si considera che siamo partiti con il sole e ad un certo punto sono arrivate le nuvole basse e.... chi la vede più la cima…… ???
Come lui non abbiamo seguito l’itinerario classico che dalla Val Sabbiola ne raggiunge la vetta, ma in questa salita abbiamo abbandonato il sentiero “ufficiale” all’alpe Campo riprendendolo più sopra all’alpe Laghetto, percorrendo così la parte alta della selvaggia Valbella.
O meglio... proprio non lo abbiamo trovato il sentiero ufficiale… mi ero stampata la relazione del Cai di Varallo che ne parlava… peccato che l’ho letta a cose fatte…..!!
Si parte dalla Val Sabbiola in direzione di Salaro, fino ad arrivare ad un ponticello dove si trova il cartello di divieto di transito e si lascia l’auto nei comodi slarghi adiacenti.
Dal ponticello si prosegue sulla strada sino al primo tornante, subito dopo il quale si sale sulla mulattiera seguendo l’indicazione per Montata, si attraversa un successivo ponticello e si sale ancora su mulattiera protetta da un corrimano metallico che ci porta al piccolo e veramente graziosissimo villaggio, dove troviamo all’ ingresso un simpatica statuetta del diavolo.
Raggiunta la baita più in alto, si riprende sulla sinistra il sentiero che raggiunge una sterrata dove, risalendola, si trova ad un tornante il bivio per il villaggio di Erbareti.
Continuando a sinistra, si cammina ancora per qualche minuto arrivando al termine della sterrata dove inizia il sentiero.
Si entra nella faggeta e si raggiunge la baita dell’alpe Corti.
Superatala, si esce dalla vegetazione e si inizia la risalita di un alto pendio fino a raggiungere l’alpe Colmetto, che, volendo, si può non raggiungere.
E da qui iniziano i "problemi"….
Se avessi letto la relazione del Cai di Varallo sarei andata a visitare l’alpe Campo e avrei fatto il sentiero segnalato, invece siamo arrivati fino ad un bivio dove si trova l’ultimo bollo del sentiero ufficiale.
In effetti da questo punto all’alpe Campo le traccie non sono più evidenti e per ritrovarle bisogna andare proprio all’alpe Campo .
Noi invece ci siamo addentrati nella selvaggia Valbella e dopo un lungo traverso siamo giunti ad un colletto.Da qui fino all’alpe Laghetto sono state fondamentali le dritte di Alessandro, che ci ha detto di prendere come riferimento i tralicci della teleferica.
C’è da dire che eravamo nella nebbia e non distinguevamo le cime, siamo così giunti all’alpe Laghetto.
Da qui si devia a sinistra arrivando in breve alle costruzioni diroccate delle vecchie miniere di nichelio.
Sul muro a sinistra si trova il segnavia del sentiero e da qui in poi cerchiamo di seguire i bolli e gli ometti .
Il primo bivio che troviamo è verso il passo dei Rossi e attraversato un canale detritico, si sale ripidamente verso destra il pendio erboso, giungendo ad un colletto dove si trova l’incrocio col sentiero proveniente da Rimella.
Da questo si sale il breve tratto di cresta erbosa che in pochi minuti raggiunge la vetta.
Il meteo è infame, non vediamo nessun monte, figuriamoci il Rosa!!!!!
Riusciamo solo a scorgere San Gottardo di Rimella e l’alpe Pianello, con la bocchetta di Rimella.
Al ritorno seguiamo il traverso che ci porterà al Passo dei Rossi, che collega la val Sabbiola con Campello Monti … giusto il tempo per una foto e poi giù in discesa verso l’alpe Laghetto. Arrivati alla macchina vediamo tanti bei ricci per terra….. ..e ci sembra sprecato non approfittarne… ci mettiamo così a raccogliere castagne…anche se il giorno dedicato alle castagne è previsto per domani dopo la Cima Mutta.
C’è da dire che ci accontentiamo delle castagne che troviamo, perché a fine giornata… dopo la razzia già fatta da altri… ..così come succederà dopo la Cima Mutta….ma questa sarà la storia di domani.....
Nadia e Graziano
Come consuetudine prima di partire ci stampiamo qualche relazione da portare, che puntualmente, dato che il tempo per prepararsi è sempre scarso, leggiamo strada facendo.
Devo dire che per il Monte Capio un enorme aiuto è arrivato da Ale "Gaqa", sempre disponibile e preparatissimo sugli itinerari delle escursioni.
Le sue indicazioni sono state preziosissime e fondamentali se si considera che siamo partiti con il sole e ad un certo punto sono arrivate le nuvole basse e.... chi la vede più la cima…… ???
Come lui non abbiamo seguito l’itinerario classico che dalla Val Sabbiola ne raggiunge la vetta, ma in questa salita abbiamo abbandonato il sentiero “ufficiale” all’alpe Campo riprendendolo più sopra all’alpe Laghetto, percorrendo così la parte alta della selvaggia Valbella.
O meglio... proprio non lo abbiamo trovato il sentiero ufficiale… mi ero stampata la relazione del Cai di Varallo che ne parlava… peccato che l’ho letta a cose fatte…..!!
Si parte dalla Val Sabbiola in direzione di Salaro, fino ad arrivare ad un ponticello dove si trova il cartello di divieto di transito e si lascia l’auto nei comodi slarghi adiacenti.
Dal ponticello si prosegue sulla strada sino al primo tornante, subito dopo il quale si sale sulla mulattiera seguendo l’indicazione per Montata, si attraversa un successivo ponticello e si sale ancora su mulattiera protetta da un corrimano metallico che ci porta al piccolo e veramente graziosissimo villaggio, dove troviamo all’ ingresso un simpatica statuetta del diavolo.
Raggiunta la baita più in alto, si riprende sulla sinistra il sentiero che raggiunge una sterrata dove, risalendola, si trova ad un tornante il bivio per il villaggio di Erbareti.
Continuando a sinistra, si cammina ancora per qualche minuto arrivando al termine della sterrata dove inizia il sentiero.
Si entra nella faggeta e si raggiunge la baita dell’alpe Corti.
Superatala, si esce dalla vegetazione e si inizia la risalita di un alto pendio fino a raggiungere l’alpe Colmetto, che, volendo, si può non raggiungere.
E da qui iniziano i "problemi"….
Se avessi letto la relazione del Cai di Varallo sarei andata a visitare l’alpe Campo e avrei fatto il sentiero segnalato, invece siamo arrivati fino ad un bivio dove si trova l’ultimo bollo del sentiero ufficiale.
In effetti da questo punto all’alpe Campo le traccie non sono più evidenti e per ritrovarle bisogna andare proprio all’alpe Campo .
Noi invece ci siamo addentrati nella selvaggia Valbella e dopo un lungo traverso siamo giunti ad un colletto.Da qui fino all’alpe Laghetto sono state fondamentali le dritte di Alessandro, che ci ha detto di prendere come riferimento i tralicci della teleferica.
C’è da dire che eravamo nella nebbia e non distinguevamo le cime, siamo così giunti all’alpe Laghetto.
Da qui si devia a sinistra arrivando in breve alle costruzioni diroccate delle vecchie miniere di nichelio.
Sul muro a sinistra si trova il segnavia del sentiero e da qui in poi cerchiamo di seguire i bolli e gli ometti .
Il primo bivio che troviamo è verso il passo dei Rossi e attraversato un canale detritico, si sale ripidamente verso destra il pendio erboso, giungendo ad un colletto dove si trova l’incrocio col sentiero proveniente da Rimella.
Da questo si sale il breve tratto di cresta erbosa che in pochi minuti raggiunge la vetta.
Il meteo è infame, non vediamo nessun monte, figuriamoci il Rosa!!!!!
Riusciamo solo a scorgere San Gottardo di Rimella e l’alpe Pianello, con la bocchetta di Rimella.
Al ritorno seguiamo il traverso che ci porterà al Passo dei Rossi, che collega la val Sabbiola con Campello Monti … giusto il tempo per una foto e poi giù in discesa verso l’alpe Laghetto. Arrivati alla macchina vediamo tanti bei ricci per terra….. ..e ci sembra sprecato non approfittarne… ci mettiamo così a raccogliere castagne…anche se il giorno dedicato alle castagne è previsto per domani dopo la Cima Mutta.
C’è da dire che ci accontentiamo delle castagne che troviamo, perché a fine giornata… dopo la razzia già fatta da altri… ..così come succederà dopo la Cima Mutta….ma questa sarà la storia di domani.....
Nadia e Graziano
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