Cima di Rimeo (2071 m), per il "costolone Sud" e il Canale SW - Val Sabbiola

La Cima di Rimeo, selvatica e poco frequentata cima tra Valsesia e Valle Strona, viene salita per lo più da chi percorre la Via delle Creste. Il lungo percorso (bollato e in parte attrezzato) che consente il periplo completo della Valle Strona, è descritto sul sito in-Montagna, corredato da splendide foto: link.

Molto meno conosciuto è l'accesso diretto dal versante valsesiano, lungo il "costolone sud" cui fa cenno il Ravelli nella sua storica guida del 1924 "Valsesia e Monte Rosa". L'avvicinamento comporta la risalita della Val Sabbiola, laterale di sinistra del Mastallone, e si svolge prima su sentieri mantenuti, quindi a vista toccando diversi alpeggi abbandonati e dimenticati.

Il percorso è in piena wilderness, letteralmente un contesto disabitato, dove non arriva il suono delle campane. Lo splendido isolamento di cui qui si gode rende questa escursione un piacere riservato a chi è a suo agio su percorsi non tracciati e lontani da paesi e punti di appoggio.

La partenza è dal ponte sul torrente Sabbiola (800 m), nei pressi della località Montata di Sabbia.
Si seguono le indicazioni del sentiero CAI 561 fino a Montata, poi il numero 565. Per la descrizione dei sentieri rimando al sito del CAI di Varallo. Quando si giunge sopra la confluenza del torrente Giona e del torrente Camino, si lascia il sentiero 565 e si scende a guadare il torrente Giona (traccia). Si prosegue quindi sul versante opposto, senza un sentiero ben definito, verso le rovine dell'Alpe Selletto, da cui si sale a Ca' di Marco, i ruderi più alti di quella che un tempo era una zona molto sfruttata e frequentata. Con brevi deviazioni si possono vistare anche i vicini resti di Cascina Costa e dell'Alpe Pizzetto.
Sopra Ca' di Marco si sale nel bosco tagliando i tornanti di un vecchio sentiero e, superata una corona di fastidiose ginestre, si esce sulla dorsale sud della Cima di Rimeo.

Giunti alla base di un primo sperone roccioso, lo si aggira sulla destra (Est) per salire in un canale erboso che permette di riprendere il filo di cresta a monte del tratto accidentato. Il seguito non presenta passaggi impegnativi ma a tratti è ripido e faticoso e si svolge per lo più su erba, con qualche passaggio elementare su roccette. La cima è un "aereo ballatoio", come scriveva il Ravelli, privo di croci e ometti, come spesso capita sulle sommità poco frequentate.

Discesa a vista nel ripido canale Sud-Ovest e poi lungo i versanti erbosi, a tratti ripidi ma non difficili, che ne definiscono la destra idrografica, passando in prossimità di una singolare grotta da crollo che forse potrebbe essere all'origine del toponimo "Orlo della Balma", che troviamo sulla mappa catastale (non esattamente nello stesso punto ma si sa che a volte i toponimi non sono collocati sulle carte nella posizione corretta).

Giunti alla quota dell'Alpe Il Palazzo, che a questo punto non è più visibile, si devono attraversare due facili canali dal fondo sassoso per poi traversare brevemente nel bosco su una traccia in piano. All'alpe Il Palazzo (chiamato L'Eur Brusà, ovvero l'Orlo Bruciato, sulla carta del 1759, altro toponimo che ritroviamao sulla mappa catastale in posizione non proprio corrispondente), si incontra il sentiero CAI 565 che riporta ad Erbareti.