Acquazzone in Val Strona
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Non sempre gli errori vengono per nuocere...
Ergo... ultimamente ne combiniamo di cotte e di crude. Anche questa settimana decidiamo di "tradire" il Ticino e buttare uno sguardo in Valsesia, stando ad altezze limitate. La meta è Quarna, ovvero
Ciolly-town, ma una volta giunti a Omegna e preso il bivio giusto, probabilmente non notiamo il secondo e c'infiliamo - come se niente fosse - in Val Strona... Solo dopo un po' ci rendiamo conto dell'errore: ci fermiamo, consultiamo la cartina, guardiamo l'orologio e decidiamo il da farsi. Sarebbe più lungo tornare indietro o cambiare meta al volo? Do uno sguardo rapido e "disegno" subito un bel percorso ad anello che potrebbe salvarci la giornata, puntando a Forno, designato come nostro "nuovo" punto di partenza.
Lasciata l'auto in paese chiediamo informazione all'Albergo Leone riguardo al giro che vorremmo fare e se sia fattibile: la risposta è positiva, e dunque c'incamminiamo volentieri verso la nostra meta "improvvisata".
Raggiungiamo su asfalto la Cappella Santa Lucia, indicataci correttamente dall'albergatore come punto di partenza del sentiero. Lo conferma un cartello CAI posato a terra proprio ai piedi della Cappella, e in (vana?) attesa di un nuovo paletto di sostegno, ove son scritti proprio i nostri "passaggi". Saliamo così a sinistra di un vivace torrente, guadagnando quota abbastanza in fretta in un bosco inizialmente rado, quindi di splendidi faggi. Segue qualche saliscendi, finchè finalmente troviamo davanti a noi l'Alpe Ravinella (m.1351), ove sostiamo qualche minuto in attesa di attaccare la seconda parte della salita. Fino a qui il sentiero è molto bello e ben segnato, mentre la parte immediatamente successiva all'Alpe - pur marcato abbastanza bene - reca evidenti segni di abbandono e costringe a tratti a un ravano abbastanza eccessivo per la stagione in cui siamo. Si attraversa in falsopiano un paio di torrentelli, poi si sale con più decisione tra gli ontanelli, osservando l'ambiente tipicamente selvaggio della Val Strona, finchè intorno ai 1650 metri circa lo stato del sentiero torna ad essere più dignitoso e la salita si fa più piacevole. Giungiamo all'ampio pianoro dell'Alpe Ravinella superiore, puntando infine al colle e alla splendida conca che ospita il Lago di Ravinella, ancora in letargo invernale. Qui giunti troviamo un paesaggio completamente mutato, dove l'inverno pare ancora presente... e ci rendiamo subito conto che l'anello potrebbe rivelarsi impossibile. La cima di Ravinella, di cui osserviamo il versante N innevatissimo, e la stretta bocchetta alla sua destra in queste condizioni e senza ramponi (che non abbiamo in quanto la meta prevista era più "bassa"), son praticamente impensabili da fare, mentre la cresta E della Punta dell'Usciolo appare più "pulita", benchè parzialmente. Elena e Giampiero decidono di non proseguire, mentre io e
froloccone decidiamo - quantomeno - di portare a casa questa cima, che tuttavia non appare semplicissima da questo lato (la via di salita normale da S si dovrebbe attaccare più verso la bocchetta, oggi inavvicinabile). Discendiamo dunque dal colle e attacchiamo la cresta E, che ben presto s'inerpica costringendoci a un aggiramento verso W, finchè risaliamo senza problemi il primo nevaio posto quasi a picco sul lago e giungendo a un importante risalto che dovrebbe infine condurci sulla cresta finale. La paglia bagnata sembra tenere bene, ma ora ci attende uno strappo veramente tosto e quasi verticale, che affrontiamo all'interno di un canale con l'aiuto delle mani: purtroppo il cielo inizia a coprirsi e a scendere qualche goccia, cosicchè usciti dal canale e di fronte a un ultimo, breve ma ripido, risalto nevoso ci rendiamo conto che - in queste condizioni - non ne vale la pena, pur consci di avercela quasi fatta.
Brucia un po', ma dobbiamo rinunciare. Le goccioline che ci cadono in testa ci convincono d'aver fatto la scelta corretta, e con concentrazione inalterata riaffrontiamo - con varianti parziali - la via di salita raggiungendo alla "base" Elena e Giampiero. Intanto inizia a piovere seriamente e "incappucciati" a dovere ritorniamo sull'identico sentiero dell'andata, giungendo senza problemi all'Alpe Ravinella, dove finalmente pranziamo durante un attimo di tregua della pioggia. Questa, tuttavia, riprende imperterrita, diventando lieve grandine, per poi diminuire nuovamente e quasi smettere una volta fuori dal sentiero, affrontato con somma prudenza viste le condizioni decisamente viscide del terreno.
Giunti decisamente fradici a Forno, ma con una temperatura tutt'altro che fredda, ci concediamo una bevuta e una fetta di torta nuovamente all'Albergo Leone.
Bellissimo giro in ambienti stupendi, meritevoli d'essere rivisti in futuro: non male per essere stata un'escursione frutto di un errore e del caso...
Grazie ad Ale, Elena e Giampiero, da oggi fiero sessantenne.
NB. L'escursione va valutata T3, ma la parte finale (e abbandonata) della salita alla Punta dell'Usciolo, per le condizioni trovate e le difficoltà affrontate, va considerata T5+.
froloccone
Grazie all'errore commesso, abbiamo "approcciato" una valle davvero interessante, bella e soprattutto poco frequentata.
Peccato per la cima,considerato che ci siamo fermati si e no a 50 m. dalla vetta,ma questa cresta sarebbe una brutta bestia in condizioni normali,figurarsi con neve e erba bagnata,lo testimonia il fatto che non abbiamo fatto nessuna foto durante la salita. L'arrivo del maltempo e la mancanza della giusta attrezzatura ci hanno fatto saggiamente decidere per il dietro-front.
Ma questo non toglie nulla alla bellezza dell'ambiente visto in Val Strona.
Per finire in bellezza una bella lavata con grandine è quello che ci voleva.
giansa
Viste le recenti nevicate l'intento era quello di rimanere" bassi". Invece,a causa della nostra "stoltezza", ci siamo dovuti inventare al momento un giro in ambiente molto bello ma a quota superiore ai 2000.
Morale: abbiamo trovato neve molliccia che ci ha fatto desistere dal provare a salire su almeno una delle due cime.
Ritorno dalla stessa via e dall'alpe alla macchina sotto un immane acquazzone.
Il" conto rimane aperto".
Grazie ai soci per la simpatica compagnia.
Ergo... ultimamente ne combiniamo di cotte e di crude. Anche questa settimana decidiamo di "tradire" il Ticino e buttare uno sguardo in Valsesia, stando ad altezze limitate. La meta è Quarna, ovvero

Lasciata l'auto in paese chiediamo informazione all'Albergo Leone riguardo al giro che vorremmo fare e se sia fattibile: la risposta è positiva, e dunque c'incamminiamo volentieri verso la nostra meta "improvvisata".
Raggiungiamo su asfalto la Cappella Santa Lucia, indicataci correttamente dall'albergatore come punto di partenza del sentiero. Lo conferma un cartello CAI posato a terra proprio ai piedi della Cappella, e in (vana?) attesa di un nuovo paletto di sostegno, ove son scritti proprio i nostri "passaggi". Saliamo così a sinistra di un vivace torrente, guadagnando quota abbastanza in fretta in un bosco inizialmente rado, quindi di splendidi faggi. Segue qualche saliscendi, finchè finalmente troviamo davanti a noi l'Alpe Ravinella (m.1351), ove sostiamo qualche minuto in attesa di attaccare la seconda parte della salita. Fino a qui il sentiero è molto bello e ben segnato, mentre la parte immediatamente successiva all'Alpe - pur marcato abbastanza bene - reca evidenti segni di abbandono e costringe a tratti a un ravano abbastanza eccessivo per la stagione in cui siamo. Si attraversa in falsopiano un paio di torrentelli, poi si sale con più decisione tra gli ontanelli, osservando l'ambiente tipicamente selvaggio della Val Strona, finchè intorno ai 1650 metri circa lo stato del sentiero torna ad essere più dignitoso e la salita si fa più piacevole. Giungiamo all'ampio pianoro dell'Alpe Ravinella superiore, puntando infine al colle e alla splendida conca che ospita il Lago di Ravinella, ancora in letargo invernale. Qui giunti troviamo un paesaggio completamente mutato, dove l'inverno pare ancora presente... e ci rendiamo subito conto che l'anello potrebbe rivelarsi impossibile. La cima di Ravinella, di cui osserviamo il versante N innevatissimo, e la stretta bocchetta alla sua destra in queste condizioni e senza ramponi (che non abbiamo in quanto la meta prevista era più "bassa"), son praticamente impensabili da fare, mentre la cresta E della Punta dell'Usciolo appare più "pulita", benchè parzialmente. Elena e Giampiero decidono di non proseguire, mentre io e

Brucia un po', ma dobbiamo rinunciare. Le goccioline che ci cadono in testa ci convincono d'aver fatto la scelta corretta, e con concentrazione inalterata riaffrontiamo - con varianti parziali - la via di salita raggiungendo alla "base" Elena e Giampiero. Intanto inizia a piovere seriamente e "incappucciati" a dovere ritorniamo sull'identico sentiero dell'andata, giungendo senza problemi all'Alpe Ravinella, dove finalmente pranziamo durante un attimo di tregua della pioggia. Questa, tuttavia, riprende imperterrita, diventando lieve grandine, per poi diminuire nuovamente e quasi smettere una volta fuori dal sentiero, affrontato con somma prudenza viste le condizioni decisamente viscide del terreno.
Giunti decisamente fradici a Forno, ma con una temperatura tutt'altro che fredda, ci concediamo una bevuta e una fetta di torta nuovamente all'Albergo Leone.
Bellissimo giro in ambienti stupendi, meritevoli d'essere rivisti in futuro: non male per essere stata un'escursione frutto di un errore e del caso...
Grazie ad Ale, Elena e Giampiero, da oggi fiero sessantenne.
NB. L'escursione va valutata T3, ma la parte finale (e abbandonata) della salita alla Punta dell'Usciolo, per le condizioni trovate e le difficoltà affrontate, va considerata T5+.

Grazie all'errore commesso, abbiamo "approcciato" una valle davvero interessante, bella e soprattutto poco frequentata.
Peccato per la cima,considerato che ci siamo fermati si e no a 50 m. dalla vetta,ma questa cresta sarebbe una brutta bestia in condizioni normali,figurarsi con neve e erba bagnata,lo testimonia il fatto che non abbiamo fatto nessuna foto durante la salita. L'arrivo del maltempo e la mancanza della giusta attrezzatura ci hanno fatto saggiamente decidere per il dietro-front.
Ma questo non toglie nulla alla bellezza dell'ambiente visto in Val Strona.
Per finire in bellezza una bella lavata con grandine è quello che ci voleva.

Viste le recenti nevicate l'intento era quello di rimanere" bassi". Invece,a causa della nostra "stoltezza", ci siamo dovuti inventare al momento un giro in ambiente molto bello ma a quota superiore ai 2000.
Morale: abbiamo trovato neve molliccia che ci ha fatto desistere dal provare a salire su almeno una delle due cime.
Ritorno dalla stessa via e dall'alpe alla macchina sotto un immane acquazzone.
Il" conto rimane aperto".
Grazie ai soci per la simpatica compagnia.
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