Pizzo Leone e Corona dei Pinci


Publiziert von Angelo63 , 3. Juni 2017 um 20:09.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:30 April 2017
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Gridone 
Zeitbedarf: 6:15
Aufstieg: 700 m
Strecke:Cassina - Pozzuolo - Alpe di Naccio - Urione - Pizzo Leone - ritorno stesso itinerario con passaggio da Corona dei Pinci
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 uscita Rivera, proseguire sulla cantonale del Ceneri seguendo le indicazioni per Locarno e quindi Brissago/Italia. Arrivati a Ronco Porto lasciare la litoranea per salire a Ronco sopra Ascona seguendo poi le indicazioni per Arcegno. Imboccare la strada a sinistra per Colle San Marco; al successivo bivio abbandonare le indicazioni per Colle San Marco seguendo la strada (non segnalate località) che sale nel bosco. Possibilità di parcheggio nei pressi degli insediamenti di Crumiaga, Cassina o Purera dove la strada termina per i non autorizzati.

Nel corso della settimana sono arrivate, anche a quote relativamente basse, inaspettate nevicate primaverili. La nostra scelta pertanto si indirizza verso una vetta che seppur di modesta entità ci assicura dei superbi panorami. Anzi, le cime oggi saranno addirittura 2 già qui più volte ben descritte ed ancor meglio documentate da bellissime foto. Peccato perché il tempo e la copertura nuvolosa hanno poi condizionato la giornata ed un poco anche il nostro umore.
 
Ce la prendiamo comoda per l’orario di ritrovo e lungo il tragitto per raggiungere Ascona. Ci ingarbugliamo però per trovare la strada che sale da Ronco sopra Ascona fino al parcheggio, in località Purera (in alcune indicazioni è utilizzato il toponimo Porera), dove avevamo ipotizzato di arrivare con l’auto. Tutto questo girovagare in auto, con salite e ritorni sul lungolago, ci fa perdere del tempo così che sono già le 10.10 quando, lasciata l’auto nel parcheggio in località Cassina, ci mettiamo in marcia. Ai bordi della strada i residui della neve caduta in settimana. Il sole che aveva illuminato la prima parte della giornata sembra sparire dietro ad alcune nuvole, anticipando quel peggioramento che era previsto, ma solo nel pomeriggio.
Proseguiamo lungo la stretta strada asfaltata fino a raggiunge in pochi minuti un altro piccolo parcheggio, quello dove avevamo pianificato di arrivare, e poi un largo spiazzo anch’esso adibito a parcheggio dove il proseguimento è vietato ai non autorizzati. Superato il cancello che delimita l’accesso si procede ancora per un breve tratto su asfalto fino ad arrivare in località Pozzuolo (20m dalla partenza) dove è situata una cappelletta. Qui è posto un grande pannello che riporta le indicazioni che la zona è stata colpita da un vasto incendio nel 1997 le cui conseguenze ancora si vedono in questo tratto del percorso.
Abbandoniamo la strada, che più avanti ritroveremo come sterrata, e saliamo infatti su terreno privo di vegetazione ad alto fusto; in compenso la vista è ampia su tutto il tratto settentrionale del Verbano, peccato per la giornata non limpidissima. Ritroviamo il bosco, con dei bellissimi faggi, quando alle 10.45 raggiungiamo un crinale a quota 1.300 circa dove termina anche la strada, ora sterrata, probabilmente al servizio delle costruzioni della già visibile Alpe di Naccio. Seguiamo quindi un sentiero che prosegue lungo il crinale ai margini della faggeta che copre il versante esposto a nord che corre lungo le Centovalli. In prossimità dell’arrivo all’Alpe di Naccio, dove giungiamo alle 11.10, calpestiamo la prima neve. Proseguiamo cercando di passare dove il manto nevoso è meno alto, saranno circa 20-30 centimetri, ed arriviamo in circa 15 minuti alla panoramica croce posta ad una altitudine di circa 1.500 mt.
Da qui in poi proseguiremo nella neve, fortunatamente agevolati dal fatto che qualcuno è già passato prima di noi. Potremo così seguire la traccia su un percorso a volte insidioso per i passaggi tra piccole rocce.
Dopo una prima decisa salita raggiungiamo un pianoro dal quale è ora visibile la nostra meta. Si deve perdere leggermente quota, passando tra rododendri e rocce, per poi risalire l’ultimo tratto reso più impegnativo dalla copertura nevosa. Non siamo certi di avere seguito il giusto percorso in questo ultimo tratto. Qualche passaggio decisamente impegnativo in effetti ci preoccupa in vista del ritorno, ma alle 12.15, dopo 1h35m di marcia, 30m di soste ed aver percorso circa 5 km, siamo in cima al Pizzo Leone.
Fa decisamente freddo e in effetti per quasi tutto il percorso siamo stati ben coperti. Di fronte a noi la vetta del Gridone o Limidario è totalmente immersa nelle nuvole. Sul versante opposto al lago il verde solco delle Centovalli. Nel contrasto tra la poca luce e le molte ombre si distingue la sagoma della capanna Al Legn. Qualche fiocco di neve ghiacciata scende anche sulla nostra cima.
Decidiamo comunque di sostare qua per il nostro pranzo. Qualcuno riesce anche a schiacciare un pisolino trovando un giaciglio tra i massi. Foto e firme sul libro di vetta e visto che il tempo non ha intenzione di migliorare, alle 13.20 ci rimettiamo in cammino per il rientro.
Troviamo un percorso alternativo per superare il primo ostico tratto e ci rimettiamo poi sulle tracce che avevamo seguito lungo la salita.
In circa un’ora arriviamo alla croce panoramica alla quota di circa 1.500 mt e in altri 10 minuti, scendendo lungo il crinale sgombro da neve, giungiamo nei pressi delle costruzioni dell’Alpe di Naccio. Qui finalmente il sole riesce per un po’ di tempo a prendere il sopravvento e ci fermiamo per una sosta di una ventina di minuti che ci riscalda un poco.
Ripreso il cammino in circa 20 minuti raggiungiamo il bivio sul crinale dove al mattino avevamo trovato la faggeta ed anziché proseguire in discesa, per il percorso dell’andata, seguiamo le indicazioni per la Corona dei Pinci. Si passa proprio ai margini della zona devastata dall’incendio procedendo quasi in piano con un’ampia vista sul lago e le isole di Brissago. Raggiunta una sella non ci resta che un breve tratto in salita per arrivare alle 15.35 sul naturale belvedere della Corona dei Pinci, proprio di fronte al delta del Maggia. Il luogo merita una sosta di una quindicina di minuti, peccato solo per la scarsa luminosità della giornata.
Ritorniamo sui nostri passi sino alla sella per poi scendere il sentiero che a tornanti attraversa l’area colpita dal vasto incendio. In breve tempo torniamo sulla stradina proprio sopra il nucleo di Porera ed alle 16.20 raggiungiamo la nostra auto parcheggiata a Cassina.
 
Bella escursione panoramicissima che consiglio di programmare in una di quelle giornate autunnali caratterizzate da contrasti di luminosità che fanno apprezzare al meglio il percorso con vista su tutto il tratto settentrionale del Verbano.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 11;
Tempo marcia: 3h35m;
Tempo sosta: 2h35m;
Ascesa: mt. 700 circa;
Velocità media in marcia: 3,1 km/h;
Velocità media totale: 1,8 km/h.
 
 


Tourengänger: Angelo63, squonk, Danilo54
Communities: Hikr in italiano


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