Pizzo Leone (1659 m)
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Finalmente un giorno libero in cui pare ci sia il sole! Non ho voglia di fare grandi cose ma decido comunque di sfruttare questa giornata per una tranquilla passeggiata panoramica. Il Pizzo Leone si presta benissimo per le mie ambizioni odierne, inoltre si trova in una zona dove non sono mai stato e che da tempo volevo visitare.
Da Purera percorrendo la stradina asfaltata raggiungo prima la sbarra che ne blocca l'accesso alle auto, quindi la bella chiesetta di Pozzuolo, in posizione super panoramica sul Lago Maggiore.
Da Pozzuolo finalmente cammino su sentiero, fino a sbucare su una stradina sterrata, dove ignoro il bivio a destra per la Corona dei Pinci e seguo invece a sinistra la stradina per qualche metro.
Quindi sulla destra ricomincia il sentiero, che in breve raggiunge il crinale boscoso e inizia a risalirlo, puntando dritto verso i pascoli dell'Alpe di Naccio.
In questo tratto, preso ad ammirare il panorama, mi accorgo solo all'ultimo della presenza di due bellissimi camosci in mezzo al sentiero, e sobbalzo nel trovarmeli all'improvviso così vicini (4-5 metri). Il tempo di riprendermi dallo stupore e già stanno scappando a grandi balzi, senza lasciarmi il tempo di fotografarli!
Peccato!
Riprendo il cammino, guardandomi ora attentamente intorno nella speranza di vederne altri, ma purtroppo non ne incontrerò più.
Raggiungo in breve l'Alpe di Naccio e successivamente la croce panoramica a quota 1499 m, dove svolto a destra e risalgo il crinale erboso che porta alla pianeggiante cresta di Urione.
Da qui si vede bene la mia meta, sovrastata a sinistra dalla mole del Gridone, mentre a destra appaiono i Signori del Vallese (Mischabel, Trittico del Sempione) e le care vette vigezzine (Pizzo Locciabella, La Scheggia e Pioda di Crana).
Il sentiero ora spiana e, sempre seguendo la cresta, si compie qualche dolce saliscendi fino ad arrivare all'attacco dell'ultima breve erta che porta in cima al Pizzo Leone.
Risalito in un attimo questo tratto finale eccomi in vetta (1 h 25). Mi fermo una ventina di minuti, per ammirare il panorama superbo e scattare foto a ripetizione. Davvero bello quassù, non immaginavo che questa cima di altitudine modesta godesse di un tale panorama!
Per la discesa seguo lo stesso itinerario dell'andata fino al bivio per la Corona dei Pinci, dove decido di raggiungere anche questa seconda cima per variare ed allungare un minimo il percorso.
Si passa a monte di un gruppo di baite e si percorre un traverso sul fianco della montagna, fino ad una sella nella faggeta, dove si diramano diversi sentieri.
Io proseguo dritto e in due minuti raggiungo la cima della Corona dei Pinci (2 h 35), un insignificante cucuzzolo boscoso che mi lascia davvero deluso.
Torno quindi alla sella precedente, dove svolto a sinistra seguendo le indicazioni per Purera.
Si esce quasi subito dal bosco e si scende a tornanti, fino a raggiungere un gruppo di baite dove bisogna fare caso ad un piccolo cartello nei pressi della fontana che indica di svoltare a sinistra per Purera.
In pochi minuti quindi torno sulla strada asfaltata percorsa stamattina e in un attimo alla macchina (3 h 00).
Breve giretto privo di difficoltà ma davvero piacevole per il panorama e per l'ambiente in cui si cammina, in particolare dall'Alpe di Naccio alla vetta del pizzo Leone è una meraviglia.
Da Purera percorrendo la stradina asfaltata raggiungo prima la sbarra che ne blocca l'accesso alle auto, quindi la bella chiesetta di Pozzuolo, in posizione super panoramica sul Lago Maggiore.
Da Pozzuolo finalmente cammino su sentiero, fino a sbucare su una stradina sterrata, dove ignoro il bivio a destra per la Corona dei Pinci e seguo invece a sinistra la stradina per qualche metro.
Quindi sulla destra ricomincia il sentiero, che in breve raggiunge il crinale boscoso e inizia a risalirlo, puntando dritto verso i pascoli dell'Alpe di Naccio.
In questo tratto, preso ad ammirare il panorama, mi accorgo solo all'ultimo della presenza di due bellissimi camosci in mezzo al sentiero, e sobbalzo nel trovarmeli all'improvviso così vicini (4-5 metri). Il tempo di riprendermi dallo stupore e già stanno scappando a grandi balzi, senza lasciarmi il tempo di fotografarli!
Peccato!
Riprendo il cammino, guardandomi ora attentamente intorno nella speranza di vederne altri, ma purtroppo non ne incontrerò più.
Raggiungo in breve l'Alpe di Naccio e successivamente la croce panoramica a quota 1499 m, dove svolto a destra e risalgo il crinale erboso che porta alla pianeggiante cresta di Urione.
Da qui si vede bene la mia meta, sovrastata a sinistra dalla mole del Gridone, mentre a destra appaiono i Signori del Vallese (Mischabel, Trittico del Sempione) e le care vette vigezzine (Pizzo Locciabella, La Scheggia e Pioda di Crana).
Il sentiero ora spiana e, sempre seguendo la cresta, si compie qualche dolce saliscendi fino ad arrivare all'attacco dell'ultima breve erta che porta in cima al Pizzo Leone.
Risalito in un attimo questo tratto finale eccomi in vetta (1 h 25). Mi fermo una ventina di minuti, per ammirare il panorama superbo e scattare foto a ripetizione. Davvero bello quassù, non immaginavo che questa cima di altitudine modesta godesse di un tale panorama!
Per la discesa seguo lo stesso itinerario dell'andata fino al bivio per la Corona dei Pinci, dove decido di raggiungere anche questa seconda cima per variare ed allungare un minimo il percorso.
Si passa a monte di un gruppo di baite e si percorre un traverso sul fianco della montagna, fino ad una sella nella faggeta, dove si diramano diversi sentieri.
Io proseguo dritto e in due minuti raggiungo la cima della Corona dei Pinci (2 h 35), un insignificante cucuzzolo boscoso che mi lascia davvero deluso.
Torno quindi alla sella precedente, dove svolto a sinistra seguendo le indicazioni per Purera.
Si esce quasi subito dal bosco e si scende a tornanti, fino a raggiungere un gruppo di baite dove bisogna fare caso ad un piccolo cartello nei pressi della fontana che indica di svoltare a sinistra per Purera.
In pochi minuti quindi torno sulla strada asfaltata percorsa stamattina e in un attimo alla macchina (3 h 00).
Breve giretto privo di difficoltà ma davvero piacevole per il panorama e per l'ambiente in cui si cammina, in particolare dall'Alpe di Naccio alla vetta del pizzo Leone è una meraviglia.
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (4)