Traversata S-N della Valgrande da Ponte Casletto a Colloro
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Impegnativa escursione di due giorni lungo lo storico sentiero che forse più di ogni altro racchiude l'essenza del fascino selvaggio della Valgrande. Era in progetto da diversi anni e finalmente si è presentata l'occasione giusta per realizzarlo, grazie ad una primavera straordinariamente asciutta, un weekend di meteo stabile, seguito dal ponte del 25 Aprile - strategico per ricaricarsi al termine di un viaggio come questo - e l'ottima compagnia di Ferruccio, Francesco e Stella.
L'itinerario può essere spezzato con un pernottamento in diversi punti, a condizione di rinunciare ai bivacchi di Orfalecchio e In La Piana, perché la loro collocazione non è di aiuto se si vuole contenere la durata della traversata a "soli" due giorni.
Per godere della massima libertà di movimento e al contempo ridurre il peso il più possibile, ci siamo organizzati per pernottare all'aperto senza tenda.
Per godere della massima libertà di movimento e al contempo ridurre il peso il più possibile, ci siamo organizzati per pernottare all'aperto senza tenda.
Avvertenze
Percorso impegnativo, lungo e faticoso. Ci si muove in ambienti selvatici e isolati dove la copertura di rete è assente e si può contare solo sulle proprie forze.
Il sentiero è segnalato da bolli rossi e attrezzato con catene recenti su molti passaggi esposti ma non su tutti. Soprattutto nella zona tra la Valletta, dopo l'Arca, e il pozzo di Val Negra la segnaletica scarseggia, la traccia non è sempre ben visibile e si incontrano dei tratti franati.
Da tenere presente che l'elemento critico nella riuscita del giro è la quantità di acqua presente ai guadi dell'Arca e del Rio Fiorina, pertanto sono da preferirsi i periodi di scarsa piovosità.
Da tenere presente che l'elemento critico nella riuscita del giro è la quantità di acqua presente ai guadi dell'Arca e del Rio Fiorina, pertanto sono da preferirsi i periodi di scarsa piovosità.
Logistica
Ci troviamo a Colloro, dove lasciamo una macchina, mentre con l'altra ci portiamo al piccolo parcheggio di Bignugno, a pochi minuti da Ponte Casletto.
Ci troviamo a Colloro, dove lasciamo una macchina, mentre con l'altra ci portiamo al piccolo parcheggio di Bignugno, a pochi minuti da Ponte Casletto.
Da Ponte Casletto a Orfalecchio
Per la prima parte del percorso rimando alla relazione che avevo scritto qualche anno fa (link).
La giornata è splendida e nel Rio Valgrande l'acqua è veramente poca, condizione che fa ben sperare nella riuscita del giro.
La giornata è splendida e nel Rio Valgrande l'acqua è veramente poca, condizione che fa ben sperare nella riuscita del giro.
Da Orfalecchio all'Arca
Dopo Orfalecchio, il sentiero prosegue in modo molto rassicurante ma presto le cose cambiano: alcuni tratti esposti non sono protetti e la traccia in alcuni punti è meno evidente rispetto al tratto precedente. Dopo avere attraversato una serie di canali secondari, il percorso entra in Val Piana (che in realtà di piano non ha nulla..). Per raggiungere il torrente che scorre sul fondo ci si cala da una salto di roccia con una catena, mentre il vecchio sentiero, a stento riconoscibile, attraversa poco più a monte. Con faticosa e ripida risalita, si guadagna il Colletto di Val Piana (871 m, 677182 097595). Si traversa a sinistra (Ovest) e si giunge su un poggio da cui si vede finalmente la gola dell'Arca, un intaglio a V stretto tra pareti di roccia scura, attorniato da una vegetazione esuberante.
Sempre poggiando a sinistra (Ovest) si scende con ripido percorso fino ai massi del greto. Seguendo i bolli rossi si arriva all'ingresso della grande caverna dell'Arca (circa 700 m), riparo primordiale e suggestivo, se non fosse per l'esposizione di teli di plastica e altri lasciti di chi lo ha utilizzato come bivacco.
Il fondo è terra umida, anche in questa giornata asciuttissima, e non mi sembra un buon posto dove pernottare.
Sempre poggiando a sinistra (Ovest) si scende con ripido percorso fino ai massi del greto. Seguendo i bolli rossi si arriva all'ingresso della grande caverna dell'Arca (circa 700 m), riparo primordiale e suggestivo, se non fosse per l'esposizione di teli di plastica e altri lasciti di chi lo ha utilizzato come bivacco.
Il fondo è terra umida, anche in questa giornata asciuttissima, e non mi sembra un buon posto dove pernottare.
Tempi: circa 2:30 da Orfalecchio.
Al guado dell'Arca
Una freccia rossa su un masso indica la zona a cui puntare per guadare il fiume. Nonostante il periodo di magra, entrare in acqua non sembra un'opzione raccomandabile. Bisogna quindi trovare un punto adeguato in cui saltare.
Dopo non poche perplessità, Francesco si lancia, senza zaino, sulla sponda opposta in un punto in cui ci sembra azzardato tentare il balzo con il carico sulla schiena. Dalla nuova prospettiva, Francesco riesce ad individuare un grosso masso da cui saltare in condizioni di maggiore sicurezza e tutti superiamo il Rio Valgrande senza problemi.
Dall'Arca a In La Piana
Si risale inizialmente nella valletta dell'Arca, situata a destra (Est) del pinnacolo roccioso che precipita sulla forra. In breve si giunge al colletto dove si trovano i ruderi della Baracca dell'Arca (quota 761 m IGM), un pianoro comodo per pernottare (e molto più asciutto della caverna) ma sono le ore 17 e per sfruttare al massimo le ore di luce decidiamo di proseguire. Dal pianoro, il sentiero sale sulla sinistra (Ovest). Si sale per un tratto una dorsale panoramica tra la Valle dell'Arca e la Valletta, si supera un traverso attrezzato e si attraversa quindi il fondo senz'acqua della Valletta. Dopo questo tratto la traccia diviene via via più incerta. Si affrontano con cautela passaggi esposti senza protezioni e tratti in cui il sentiero è franato, con numerosi saliscendi. Dopo avere trovato finalmente un canale con acqua corrente, facciamo adeguata scorta e proseguiamo fino alla dorsale successiva, dove si trova un piccolo pianoro con resti di un terrazzamento e un pezzo di cavo di teleferica (circa 830 m di quota). Di fronte a noi tra il fogliame si intravede l'imbocco della Val Balm Bert.
Sono le ore 19 e decidiamo di fermarci a bivaccare. Un pasto frugale e poi ognuno si infila nel sacco a pelo prima di disperdere il calore del corpo. Il mattino successivo apro gli occhi alla prima luce: sopra di me il cielo è già chiaro, tra le foglie dei tigli. La temperatura esterna è di 5 °C.
Riprendiamo il cammino verso NO fino al punto dove il corso della valle volge a N. Ad un certo punto per scendere un salto verticale di un paio di metri ci affidiamo ad uno spezzone di corda lasciato da chissà chi, legato alla base di un agalìtt, una delle tantissime piante di maggiociondolo viste in questa zona. Sotto lo spezzone, una catena aiuta a scendere un sorta di camino e una breve placca. Si prosegue nel lungo traverso e si entra in Val Negra - un canale dal fondo roccioso da cui scende una sottile cascata - con un passaggio su una ponteggia, dove ci si affida ad una catena, mentre i piedi appoggiano su un sottile tronchetto che flette in maniera inquietante sotto il nostro peso. Ancora un traverso su roccia protetto da catene e ci si cala sul Pozzo di Val Negra (che in realtà più che un pozzo è una pozza del torrente, a monte della cascata). Si risale un tratto roccioso verticale grazie ad un'ennesima catena e si prosegue su sentiero verso Nord. Un traverso esposto tra il bosco di abeti e il precipizio, e si arriva al punto in cui si scende al guado sul Rio Fiorina. Qui ci togliamo i pantaloni e, scarponi al collo, attraversiamo il torrente immergendoci fino a sopra il ginocchio. Giunti sul lato destro, si risale la ripida sponda in un punto dove si vedono dei cavi arrugginiti, ritrovando così il sentiero che, attraverso una bellissima faggeta, porta nei pressi di In La Piana, sul frequentato sentiero della traversata Malesco - Premosello.
Tempi: circa 4 ore dal guado dell'Arca al guado sul Rio Fiorina (divisi grosso modo a metà tra primo e secondo giorno), 30 ' dal guado sul Rio Fiorina a In La Piana.
Da In La Piana a Colloro
Si tratta di un comodo sentiero ben segnalato ma decisamente faticoso al termine di un giro come questo (qui lo avevo documentato a suo tempo: link). La stanchezza infatti non tarda a farsi sentire e impiegheremo ben 4 ore per raggiungere la Colma di Premosello. Splendida la zona dell'Alpe Serena con i colori della primavera. Alla Colma indugiamo in un pranzo fuori orario che compensa l'essenzialità dei pasti precedenti e ci incamminiamo verso Colloro, che raggiungeremo in circa 2 ore.
Fonti
Teresio Valsesia - Valgrande, Ultimo Paradiso
Link alla relazione di Ferruccio:

Sono le ore 19 e decidiamo di fermarci a bivaccare. Un pasto frugale e poi ognuno si infila nel sacco a pelo prima di disperdere il calore del corpo. Il mattino successivo apro gli occhi alla prima luce: sopra di me il cielo è già chiaro, tra le foglie dei tigli. La temperatura esterna è di 5 °C.
Riprendiamo il cammino verso NO fino al punto dove il corso della valle volge a N. Ad un certo punto per scendere un salto verticale di un paio di metri ci affidiamo ad uno spezzone di corda lasciato da chissà chi, legato alla base di un agalìtt, una delle tantissime piante di maggiociondolo viste in questa zona. Sotto lo spezzone, una catena aiuta a scendere un sorta di camino e una breve placca. Si prosegue nel lungo traverso e si entra in Val Negra - un canale dal fondo roccioso da cui scende una sottile cascata - con un passaggio su una ponteggia, dove ci si affida ad una catena, mentre i piedi appoggiano su un sottile tronchetto che flette in maniera inquietante sotto il nostro peso. Ancora un traverso su roccia protetto da catene e ci si cala sul Pozzo di Val Negra (che in realtà più che un pozzo è una pozza del torrente, a monte della cascata). Si risale un tratto roccioso verticale grazie ad un'ennesima catena e si prosegue su sentiero verso Nord. Un traverso esposto tra il bosco di abeti e il precipizio, e si arriva al punto in cui si scende al guado sul Rio Fiorina. Qui ci togliamo i pantaloni e, scarponi al collo, attraversiamo il torrente immergendoci fino a sopra il ginocchio. Giunti sul lato destro, si risale la ripida sponda in un punto dove si vedono dei cavi arrugginiti, ritrovando così il sentiero che, attraverso una bellissima faggeta, porta nei pressi di In La Piana, sul frequentato sentiero della traversata Malesco - Premosello.
Tempi: circa 4 ore dal guado dell'Arca al guado sul Rio Fiorina (divisi grosso modo a metà tra primo e secondo giorno), 30 ' dal guado sul Rio Fiorina a In La Piana.
Da In La Piana a Colloro
Si tratta di un comodo sentiero ben segnalato ma decisamente faticoso al termine di un giro come questo (qui lo avevo documentato a suo tempo: link). La stanchezza infatti non tarda a farsi sentire e impiegheremo ben 4 ore per raggiungere la Colma di Premosello. Splendida la zona dell'Alpe Serena con i colori della primavera. Alla Colma indugiamo in un pranzo fuori orario che compensa l'essenzialità dei pasti precedenti e ci incamminiamo verso Colloro, che raggiungeremo in circa 2 ore.
Fonti
Teresio Valsesia - Valgrande, Ultimo Paradiso
Link alla relazione di Ferruccio:

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