Orfalecchio da Ponte Casletto - Valgrande


Publiziert von atal , 28. Oktober 2014 um 00:00.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:26 Oktober 2014
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:15
Aufstieg: 800 m
Abstieg: 800 m
Strecke:Bignugno-Ponte Casletto-Ponte di Velina-Orfalecchio-Corte Buè-Alpe Scellina Sup.- Curt Pirela - Or Vergugn -Bignugno
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Ponte Casletto si trova dopo l'abitato di Rovegro, lungo la stretta strada asfaltata per Cicogna. Poiché a Ponte Casletto non si può parcheggiare, ho lasciato la macchina nel piccolo parcheggio che si trova a Bignugno, circa 1 km prima del ponte. Dopo Bignugno ci sono 2 slarghi lungo la strada prima del ponte.
Unterkunftmöglichkeiten:Bivacco Orfalecchio, Bivacco Serena (posti limitati) a Corte Buè
Kartennummer:CNS 285 Domodossola Ed. 2000; Carta Zanetti Parco Valgrande

Quando parlo della Valgrande spesso mi vengono fatte domande di questo tipo: "perché per entrare devi sempre salire e poi scendere? Non esiste la possibilità di risalire semplicemente il fondovalle?"  Quella che segue è la relazione del percorso che risale la prima parte del fondovalle... e che "spiega" perché la Valgrande è la Valgrande.

In quest'occasione ho raggiunto Orfalecchio da Ponte Casletto lungo il "sentiero del torrente" e sono rientrato a Bignugno, dove avevo lasciato la macchina, ripercorrendo in salita il "sentiero della teleferica" che avevo già documentato in questa pagina.

L'ordinanza del 1999 con cui il Sindaco di San Bernardino Verbano aveva vietato l'accesso al "sentiero del torrente", è stata revocata agli inizi del 2014 "in quanto sono state ripristinate le condizioni di sicurezza".
Da notare che i cartelli con il divieto sono ancora tutti al loro posto. In pratica fungono da segnavia.
Effettivamente ci sono molte catene nuove e, nel tratto da Ponte Casletto al ponte di Velina, c'è un nuovo ponte sospeso (immagino in sostituzione di qualche manufatto pre-esistente in legno), traballante ma ben ancorato alla roccia. Qualche problema di sicurezza rimane nel tratto dal ponte di Velina a Orfalecchio, dove si presenta un guado senza protezioni sul Rio Buè in un tratto dove, se l'acqua è abbondante, basta sbagliare molto poco per farsi molto male, e alcuni punti in cui qualcosa in più di una catena avrebbe giovato: penso in particolare alla "calata del canapone", dove una catena affianca la vecchia corda per calarsi lungo una paretina viscida. Il percorso nel suo complesso richiede costante attenzione. In caso di pioggia, immagino che nei numerosi torrenti laterali si possa scatenare l'inferno.
Poi, naturalmente, non è che tutti debbano andare dappertutto.

Sicuramente il "sentiero del torrente" esercita una forte attrattiva anche in virtù della sua fama di luogo pericoloso, attirando tutti quelli che, nell'andare in montagna, ricercano la sensazione di cogliere un frutto proibito.

L'ambiente è molto selvaggio ma la possibilità di percorrerlo qui descritta si basa sul diffuso ricorso a mezzi artificiali. In definitiva si tratta di un sentiero attrezzato caratterizzato da una strana commistione tra attrezzature vecchie (le caratteristiche e suggestive pontegge in legno) e nuove (le catene, purtroppo in parte già arrugginite). Il percorso si snoda con innumerevoli saliscendi sopra  le pozze smeraldine del Rio Valgrande in un contesto cupo (grazie Daniele per aver suggerito la parola giusta) e umido, in qualche occasione su precipizi veri e propri, più spesso su ripidi ruscellamenti assediati da una vegetazione invadente.

Da Ponte Casletto al Ponte di Velina
Lasciata la macchina a Bignugno, mi avvio a piedi lungo la strada asfaltata in direzione di Cicogna e in circa 10' arrivo al Ponte Casletto (411 m). Il percorso inizia sfruttando un camminamento cementato realizzato per accedere alla diga sul Rio Valgrande. In breve si arriva alla base di una scalinata dove si trova un cartello di "Divieto di transito", riferito all'ordinanza revocata di cui sopra. Si sale la scala e si prosegue. In questo modo non ci si ritrova a dovere attraversare le gallerie parzialmente allagate di cui avevo sentito parlare. Fino alla diga (circa 20' da Ponte Casletto) il percorso è largo e in piano e ci sono delle protezioni verso il torrente. Superata la diga, troviamo catene e qualche gradino di metallo nei punti più esposti. Circa 15' dopo la diga troviamo il ponte sospeso in metallo citato nell'introduzione. Nel tratto successivo si trovano diverse pontegge in legno in buone condizioni, protette da catene. Ad un certo punto ci si immette sulla mulattiera per il ponte di Velina e il percorso diventa più agevole.
Le comodità però sono presto finite: pochi metri prima del ponte di Velina, si stacca sulla sinistra il sentiero per Orfalecchio (circa 1:00 da Ponte Casletto), segnalato da un altro cartello di "Divieto di transito"... 

Dal Ponte di Velina a Orfalecchio
Appare presto evidente che questa seconda parte del percorso versa in condizioni decisamente peggiori rispetto alla prima. Poco poco più di 20' dopo il bivio presso il ponte di Velina si trova il guado sul Rio Buè cui ho fatto cenno in apertura. Dopo qualche riflessione sul da farsi, trovo il modo di superarlo pochi metri più a monte, in un punto più sicuro. Superato il guado la traccia è poco chiara. Ad ogni modo si prosegue grosso modo alla stessa quota senza incontrare vere e proprie difficoltà fino a ritrovare il sentiero. Circa 20' dopo il guado in questione, si arriva ad un altro torrente dove si trova un caratteristico e poco rassicurante ponte di legno, alto sul fondo di una gola e privo di protezioni. Degli ometti indicano chiaramente un guado (facile) a valle del ponte, che rimane comunque un soggetto adatto per fotografie in stile Indiana Jones. Dopo pochi minuti si arriva all'infido e famigerato passaggio "del canapone", che si supera affidando integralmente alle braccia il peso del corpo. Nella mezz'ora successiva, dove pure le emozioni non mancano, non si incontrano passaggi altrettanto pericolosi. Si arriva infine sul greto del Rio Valgrande allo sbocco della Val Foiera, incontrando il "percorso della teleferica" (siamo a circa 500 m di quota). Dopo un ultimo tratto con catene, si guada salendo tra i massi il Rio d'Ancino e, con una salita finale, si arriva al bivacco di Orfalecchio (600 m; poco più di 10' dal punto in cui si incrociano i 2 sentieri; 3:10 da Ponte Casletto, 3:20 dal parcheggio di Bignugno)

Digressione - sopralluogo sul sentiero per l'Arca
Arrivato a Orfalecchio mi sono incamminato lungo il sentiero per l'Arca per 25'. Questa parte del percorso è ben segnalata e non presenta difficoltà particolari. Ad ogni modo, ad un certo punto sono scivolato sul sentiero in un tratto in cui forse la soglia di attenzione era in calo, atterrando sul ginocchio destro. Niente di grave ma ho pensato che forse avrei fatto meglio a rientrare cercando di evitare altre emozioni. E così ho fatto: dopo avere raffreddato il ginocchio in un torrente, sono rientrato a Orfalecchio, diretto al "sentiero della teleferica".

Da Orfalecchio a Corte Bué
Per questa descrizione rimando alla relazione dello scorso anno già citata in apertura. Dico solo che il "sentiero della teleferica" è meno pericoloso del "sentiero del torrente". All'inizio si risale il bosco nella valle Foiera fino a raggiungere il poggio panoramico detto Or di Scurtigà (circa 800 m di quota), dove si trovano i resti della teleferica. Si attraversano quindi la Valle Camiasca e la Valle delle Scale, arrivando su un poggio panoramico sopra Corte Buè (1000 m circa), dal quale si vede la più alta delle baite. I punti critici, protetti da catene nuove, sono in corrispondenza agli unici due guadi degni nota: il primo (salendo) è quello sul Rio Camiasca, il secondo sul Rio delle Scale.
Arrivati al poggio panoramico sopra Corte Buè, si traversa a dx e, appena entrati nella faggeta, davanti ad un rudere sulla sx del sentiero (1000 m circa) si nota una traccia che scende ripida in corrispondenza ad un ometto. Si segue la traccia e in breve si arriva alla prima baita. Proseguendo la discesa della dorsale, si arriva al nucleo principale di Corte Buè, dove si trova anche anche il piccolo e accogliente bivacco Serena (888 m, 1:37 da Orfalecchio). 

Da Corte Bué a Bignugno
Si scende nel prato sottostante il bivacco Serena e si prende la traccia che traversa a dx. In breve si trovano i primi segni bianchi e rossi. Lungo questo percorso, passati due bivi segnalati (il primo per il Ponte di Velina, il secondo per l'Alpe Basseno), si toccano gli alpeggi di Alpe Scellina Sup. , Curt Pirela, la cappella di Or Vergugn (dove ci sono una fontana, dei tavoli e delle panche), Pezza Blena e infine Bignugno (1:15 da Corte Buè; 2:52 da Orfalecchio).

Tourengänger: atal


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Kommentare (5)


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danicomo hat gesagt:
Gesendet am 28. Oktober 2014 um 08:45
Cupo ma, comunque, bello....
Daniele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Oktober 2014 um 13:12
Sì, cupo è la parola giusta, considerando anche che la giornata non era delle migliori. Gli scorci più suggestivi, secondo me, sono quelli dal sentiero della teleferica. Per quanto riguarda le pozze, ne ho viste di splendide anche in Val Gabbio, in un contesto più rilassante.
Andrea

cristi4n hat gesagt:
Gesendet am 30. Oktober 2014 um 13:58
"...Poi, naturalmente, non è che tutti debbano andare dappertutto..."

Se ne potrebbe fare un cartello a caratteri cubitali e appenderlo ogni 100 metri per favore?

daniele45 hat gesagt:
Gesendet am 24. April 2022 um 19:52
ciao e complimenti! È un giro ad anello ? Ci sono punti in cui è possibile perdere la traccia ? Grazie

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. April 2022 um 20:32
Grazie. Il giro è un anello da Bignugno. Come ho scritto nella relazione, all'epoca (era il 2014) c'erano dei punti in cui era facile perdere la traccia, tra il ponte di Velina e Orfalecchio, ma sono passati 8 anni e le cose potrebbero essere cambiate, se in peggio o in meglio non saprei. Sono ripassato da quel sentiero l'ultima volta nel 2017 e la situazione non era cambiata. Si tratta comunque di un percorso da affrontare con molta prudenza e attenzione.


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