Traversata Val Grande Colloro In la Piana l'Arca Orfalecchio Ponte Casletto
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Io e i miei tre figli di 23, 13 e 11 anni. Ragazzi con esperienza in camminate lunghe con conoscenze alpinistiche base e vie ferrate. Dopo che lo scorso anno avevamo dovuto rinunciare causa maltempo e da In la Piana eravamo risaliti alla bocchetta dell'Usciolo per tornare alla macchina, quest'anno finalmente si è aperta una buona finestra di bel tempo e non abbiamo rinunciato al sogno del trekking più lungo e difficile della Val Grande: la discesa del torrente! Lasciata una macchina a Ponte Casletto arriviamo con la seconda presso Alpe Lut sopra Colloro. In realtà avrei voluto lasciarla alla fine della strada e guadagnare altri 100 metri ma stavano facendo dei lavori. Si rischia la multa perché c'è un cartello di divieto sopra Colloro. Partiti verso le 10.30 ci accorgiamo di un cartello che indica il divieto di passaggio tra Alpe La Piana e Alpe Motta a causa di una frana. L'Italia è più che mai il paese dei divieti, che sono poi scuse per declinare responsabilità. Proseguiamo, la frana è facilmente aggirabile. Arriviamo verso le 14.00 alla Colma. Due Carabinieri Forestali ci chiedono di non entrare nel bivacco causa ordinanze anti Covid. Il lucchetto era comunque già divelto. Faccio notare che in situazioni di emergenza non è accettabile trovare un bivacco chiuso. Mi danno ragione ma i responsabili hanno pensato altrimenti. Discesa quindi all'Alpe Serena. Un paradiso in fiore. Bagno nella pozza complice il bel sole. Si prosegue per arrivare a In la Piana verso le 19. Due dei bivacchi sono chiusi causa Covid, il terzo è agibile. Piantiamo comunque una tenda. Il giorno dopo partiamo alle 6.45 per la vera avventura, un camoscio e una cerva ci salutano. La discesa al Rio Fiorina è relativamente facile. Io mi aiuto con una applicazione GPS che si chiama Phonemaps ma ce ne sono tante simili, tipo Cz Maps. Il guado non è banale, come altri hanno fatto notare, in caso di piena può essere un grosso problema. La risalita dopo il guado è uno dei tratti più esposti dell'intera escursione. Ho assicurato i ragazzi ponendo una corda di circa 15 metri nella risalita. Fino al passaggio di Val Nigra il percorso è abbastanza visibile. N B subito prima di Val Nigra si può sbagliare e scendere anziché tenersi alti. Ho posto un ometto sulla roccia che va risalita fino a trovare la prima catena. Nel caso scendeste è possibile anche guadare il rio in basso e risalire sul bosco in verticale ma io sconsiglio. Arrivando dall'Arca il problema non si pone perché si segue la catena. Dopo Val Nigra inizialmente la traccia è visibile ma si fa faticosa, spesso esposta e bisogna salire alcune catene in un continuo saliscendi. Dopo il punto più alto l'erba rende molto difficoltoso orientarsi. In un punto mi ha aiutato l'applicazione GPS. Il prato andava risalito fino ad una roccia con sopra un ometto per poi riscendere. I bollini rossi sono molto rari. Consiglio: se non trovate più la traccia e rischiate di perdervi, ritornate all'ultimo punto certo (ometto o segno) e provate a valutare altre direzioni. Superate le ultime difficoltà si scende finalmente all'Arca. Tuffo meritato nel fantastico torrente sotto il sole. 5 ore esatte da In la Piana. Da qui in poi trovate sicuramente altri resoconti, comunque ritengo molto difficile riuscire ad arrivare a Ponte Casletto in giornata. I passaggi impegnativi sono numerosi, così come numerosi sono gli alberi caduti. E le frane. Avevo la tensione continua di trovare punti non oltrepassabili che avrebbero complicato anche pericolosamente la giornata. Tenete presente che in nessun punto avrete segnale telefonico. Noi siamo arrivati a Orfalecchio dopo 10 ore, di cui due a mangiare e bagnarsi al sole dell'Arca. Erano le 17, decido che per oggi è abbastanza, il sentiero è stato faticoso, siamo distrutti! Essendo nel solstizio d'estate avremmo potuto tentare l'uscita ma la prudenza mi ha detto di fermarmi. Avevamo due buste di risotto per l'evenienza del secondo bivacco e le abbiamo usate. Abbiamo piantato le due tendine fuori. Il bivacco è popolato da una numerosa colonia di ghiri e la zona notte non ha un buon odore. L'acqua del rubinetto scende a gocce ma ci siamo arrangiati. Avevamo la compagnia di una coppia di naturalisti alla loro prima esperienza in Val Grande. Il parmigiano lasciato di notte nel loro zaino ha fatto felici i ghiri! Il giorno successivo 4 ore fino a Ponte Casletto. Arrivati al quale abbiamo visto la presenza di una ennesima ordinanza di divieto di passaggio a causa del crollo di una passerella. In effetti il percorso presenta anche qui numerosi passaggi delicati. Forza nelle braccia e niente vertigini, meglio. Ultimi consigli: usate, almeno in questa stagione, un prodotto antizecca ma portatevi anche una pinzetta per estrarle perché non le eviterete. Troppi passaggi nell'erba alta.
Tourengänger:
ughi66

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