Pizzo Giezza - 2658 m
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Dal parcheggio di S. Bernardo si ha l´impressione di scorgere la cima, ma in realtà si tratta di due anticime dall´aspetto di "corni" sassosi. La cima vera e propria si trova dietro al secondo corno e la si può ammirare solo ad un certo punto della cresta finale: la si riconosce grazie alla presenza di un grande ometto in sassi presente sulla sua sommità. Dalla cima il panorama si estende a 360°: è possibile ammirare la Weissmies, il Monte Leone e, in lontananza, alcune cime dell´Oberland.
Al segnavia giallo seguire l´indicazione per Alpe Dorca (45 minuti) e proseguire per una tranquilla strada sterrata in alcuni tratti pianeggiante e in altri in leggera discesa, che passa attraverso gruppi di belle case e alpeggi. Ignorare i cartelli che deviano per i Laghi del Paione e proseguire sino alla fine della sterrata. Qui, in prossimità di un gruppo di case nuove, svoltare a sinistra per un sentiero che scende nel bosco. Attraversare il torrentello e proseguire sino all´Alpe Dorca (q. 1874 m). Da qui in circa mezz´ora si raggiunge prima l´Alpe Variola di Sotto e poi la successiva Alpe Variola di Sopra (rispettivamente q. 1880 m e q. 1977 m). A questo punto sono possibili due itinerari per raggiungere la cima:
1) seguire la traccia che porta al Passo di Variola e, per cresta, raggiungere la vetta;
2) ignorare la traccia per il Passo e risalire il vallone su percorso non segnato ma intuitivo, passando per i Laghi di Variola (il più alto si trova a q. 2199 m) e raggiungere la Bocchetta del Rovale (q. 2244 m) e da lì, sempre per cresta, la cima.
Descriverò il secondo itinerario.
Dall´Alpe Variola di Sopra, come scritto prima, risalire il vallone tenendosi a sinistra dei laghi e, su percorso intuitivo, puntare alla cresta. Raggiunto un cartello giallo ove è riportata l´altitudine del lago più alto (2199 m), svoltare a destra sino ad incontrare una grande pietraia da superare tenendosi sempre bene a sinistra. Si perviene così alla Bocchetta del Rovale e alla cresta (la stessa che prosegue se la si prende dal Passo). Da qui, per facili roccette e poi per tratti di pietraia e tracce si raggiunge la cima, caratterizzata dalla presenza di un grosso ometto e di una piccola croce dietro ad esso (dalla Bocchetta la cima è raggiungibile in circa mezz´ora). Questo tratto di cresta non presenta grandi difficoltà, ma bisogna comunque fare attenzione ad un paio di passaggi un po´ esposti a al terreno in alcuni tratti un po´ friabile. Il percorso in cresta non è segnato ma resta comunque intuitivo.
Per la discesa abbiamo optato per un bel giro ad anello.
Dalla vetta scendere per qualche metro e continuare lungo la cresta in direzione della prima anticima (riconoscibile grazie alla presenza di un ometto) e della successiva. Questo tratto di cresta presenta un unico passaggio che richiede una semplice arrampicata; lo si può riconoscere grazie alla presenza di uno spit. Raggiunta la seconda anticima, svoltare a sinistra e imboccare un ripido canalino ove, ogni tanto, è possibile scorgere qualche piccolo ometto. Al termine del canalino i segni e le tracce scompaiono, quindi tenersi sulla dorsale a destra e scendere per prati molto ripidi, puntando ad un gruppo di pini, in prossimità dei quali si ritroverà il sentiero, questa volta ben segnato da bolli rossi e bianchi. Da qui, seguendo il sentiero, proseguire sino alla macchina.
con papà, Giuseppe, Sara, Angelo, Gianni, Eugenio, Diletta, Adriano, Carlo, Paola e Antonella.

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