Lagorai: Cima Litegosa 2548 e laghetti delle Aie
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Lasciata l’auto all’imbocco della Val Cavelonte (ci avevano detto che potevamo proseguire in auto fino alla località Cavelonte ma entrambe le strade che la raggiungono hanno un divieto per cui…)
Imbocchiamo la sterrata che ci sembra più diretta. Poco dopo un sentiero taglia qualche tornante per poi riportarsi sulla strada che a questo punto seguiremo fino a Cavelonte prima e poi Malga Toazzo. Continuiamo ancora su sterrata fino al bivio per i Laghi delle Aie, qui svoltiamo a dx. La sterrata diventa mulattiera/sentiero/militare. Passiamo i resti di Malga Litegosa e poco dopo usciamo dal bosco. Con lunghi tornanti risaliamo i prati per il P.so Litegosa dove tra le trincee facciamo una breve sosta.
Ora viene il bello…seguiamo la militare più o meno evidente e arriviamo a un colletto. Siamo tra la Litegosa e la Cupola, su entrambe c’è una croce più o meno evidente. In realtà secondo noi dovremmo essere ai piedi della Litegosa ma da qui, anche se si vedono delle tracce militari ci sembra impossibile salire. Un’occhiata al GPS e questo ci indica la Litegosa alla nostra sx, per cui secondo l’aggeggio la cima che fino a ora abbiamo pensato fosse la Litegosa in realtà non lo è. La cosa ci par strana, però gli diamo fiducia. Continuiamo ancora un poco lungo il sentiero fino ad abbandonarlo portandoci sulla dorsale che in leggera pendenza e tra belle trincee ci porta velocemente in cima.
Arrivati però i dubbi rimangono, soprattutto in funzione della descrizione della salita. Un’altra controllata al GPS e quindi la conferma che siamo sulla Litegosa e l’altra cima dovrebbe essere la Cupola. A questo punto fuori la cartina, dove invece, come pensavamo, le cime sono invertite. Il sentiero ufficiale non arriva in cima a nessuna delle due ma è evidente che la Litegosa e quella davanti a noi e che noi siamo sulla Cupola.
Ritorniamo quindi sui nostri passi e, risuperato il colletto vediamo che i bolli proseguono anche sull’altro versante, quello a nord. Così le cose cominciano a tornare. I bolli poco dopo finiscono, seguiamo degli ometti che ci portano a una scalinata in sassi verticale. Non ci dà molta fiducia per cui seguiamo una traccia tra le ghiaie ma, essendo il terreno gelato, sono parecchio scivolose. Raggiungiamo delle placche più stabili e con maggiore presa degli scarponi raggiungiamo la cima.
In discesa seguiamo gli ometti che ci portano alla scala di sassi che in realtà è stabile, solo un po’ impressionante per la sua verticalità. Ritorniamo quindi al P.so. Scendiamo di pochi metri dopo di che riprendiamo a salire fino al bivacco Teatin e all’inizio del sentiero per la F.la dei Laghetti. Il sentiero per un tratto è piuttosto esposto e in un punto attrezzato, poi cambiando versante l’esposizione diminuisce e arriviamo prima alla Busa del Castel e quindi in ripida e breve risalita alla Forcella dei Laghetti o delle Aie.
Scendiamo nella bellissima conca dei laghetti dove facciamo sosta pranzo.
Quindi discesa alla Malga delle Aie che dall’alto sembrava ancora in buono stato, invece…dalla malga seguiamo per un poco la sterrata fino al cartello per il sentiero che, entrando nel bosco, ci riporterà al bivio sopra Malga Toazzo. Da qui ripercorriamo quanto fatto in salita.
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