Guglielmo, sei tu Guglielmo?
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Non ce l’ho fatta a rimanere a casa, e non ce l’ho fatta a limitare la fatica del salire, la voglia di calpestare le terre alte mi ha portato a fare cose che in questo momento forse era meglio non fare… ma ancora una volta la montagna ha chiamato, ed io non ho resistito al canto delle sirene oggi miracolosamente aviotrasportate direttamente dall’Oceano Atlantico.
Il giorno prima guardo lo sciagurato 3b Meteo, tempo soleggiato dice… e così mi ritrovo ai Piani di Caregno, nel bel parcheggio antistante il ristorante La Fabbrica, il termometro segna -6 ma effettivamente il sole brilla già alle 8.10.
Parto senza fretta, ma il passo è costante, un diesel si sarebbe detto una volta, e pian piano guadagno metri, restando su un tranquillo 450mt/h, mi lascio alle spalle il Passo del Sabbione, e da qua in poi viaggio su una comoda carrareccia dove incontro diversi “sparatori” triumplini in attesa del passaggio delle povere Gardene. La Val Trompia è la patria delle armi…
Raggiunta la Malga Stalletti Bassi, per traccia di sentiero risalgo un tratto misto di erba ghiaia, aggancio il sentiero 325, ma subito dopo riparto per zone non ufficiali che portano (a vista) sino all’ormai vicino Monte Guglielmo… con la sua schifida costruzione. Va bene (o quasi) portare in cima testimonianze di stampo religioso, ma edificare un po meglio non sarebbe stato carino? E vabbè…
Ma torniamo a noi; anche oggi la “cima dei bresciani” è ben frequentata, nonostante un tempo non certo come lo descriveva il 3b, ma nemmeno così schifido, se non altro si vede il Lago d’Iseo e un pezzo del Lago di Garda, mentre più a nord la luce illumina tutte le Alpi ben innevate. La temperatura è costantemente sotto lo zero.
Fatta incetta di frutta e dolci vari, decido il da farsi per il ritorno, “calcolando” che tutti sti dolori oggi non li sento (giudizio azzardato), inserisco nel mio “personale computer” i dati per il ritorno ai Piani di Caregno.
Seguendo il sentiero 325 scendo spedito, con attenzione visto il ghiaccio, portandomi sino alla Malga Stalletti Alti, da li, a vista, proseguo per la dorsale senza un sentiero ufficiale, oltrepasso la Malga Due Signore, e sempre seguendo la facile dorsale, giungo prima al M. Stalletti e poi sino all’altura dove è presente un ripetitore. Da qua sempre per traccia di sentiero si giunge sino al vicino Passo del Sabbione, non prima però di aver passato un tratto ripido e con presenza di erba ciularina, in caso di caduta col sedere, le roccettine affioranti non porterebbero un gran sollievo al cocige…
Facile dal Passo ritornare alla macchina… (si può scegliere di scendere anche ai Piani seguendo il 317b).
Bye bye al mio urologo… sich!
Nota 1): Volevo fare un giro un po più lungo, ma la salute è quella che è, comunque salire al Guglielmo partendo dai Piani di Caregno è sempre un bel giretto, dopo un tot di anni l’ho rifatto volentieri. Il T3 è riferito alla dorsale di ritorno senza sentiero ufficiale, ma nessuna difficoltà tecnica. Una nota di merito per la Comunità Montana della Val Trompia: bello il nuovo sentiero e bella tutta la nuova segnaletica, chapeau!
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega!
Elezioni Usa: Donald Trump è il nuovo presidente. Il Messico a breve costruirà un muro per evitare un invasione di immigrati imbecilli nordamericani.
Elezioni USA: Donald Trump ha vinto a “mani basse”… nonostante che al momento del voto i bar fossero chiusi.
Effetto clima: Il carbone vegetale è stato bandito perché produce troppo CO2; l’ossigeno può tirare un sospiro di sollievo e anche l’intestino tenue finalmente troverà pace.
Nota 3): Eric for Guglielmo… (Free Golèm).
REDENTORE (E qualcuno sa il perché).
Io corro verso l’alto e rompo l’adduttore,
se stavo un poco attento schivavo l’aggressore,
ma porca la miseria io perdo il buonumore.
Redentore,
bestemmio a più non posso sentendomi dottore,
non sono irriverente ma solo aizzatore,
io tutto quel che dico mi esce con ardore.
Redentore,
il muro è colorato e non fa più terrore,
ci entro e lo controllo sperando nell’errore,
e invece è solamente un grande albergo a ore.
Chi ha costruito il pezzo è un grande usurpatore, e in coro ti gridiamo: si fotta il Redentore.
A’ la prochaine! Menek

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