Passo del Camerozzo
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L'impegnativa escursione, che porta a percorrere il tratto più tecnico del Sentiero Roma, costringe a trovare un punto di partenza comodo per le due direzioni opposte di andata e ritorno; infatti in salita si percorre la Valle del Ferro (convalle della Val di Mello - EST) e si ritorna dalla Val Porcellizzo (convalle della Valle dei Bagni - OVEST). Superato questo minimo problema logistico, c'è solo da dire che il percorso in quota è splendido, molto ben attrezzato nei punti più esposti e con splendide vedute sulle più celebri vette di quest'area. Vista l'intenzione di correrlo il più possibile, si è naturalmente scelto di seguire il sentiero nel senso est-ovest, esattamente quello in uso nella nota gara di skyrunning "Trofeo Kima", che porta ad affrontare le difficoltà in salita con l'aiuto delle catene e a minimizzare così il senso di vuoto lungo il tratto delle cenge del Passo Porcellizzo.
Dai prati della Bregolana si sale alla pista forestale per la Val di Mello che, pianeggiando in quota, passa a monte del paese di S.Martino e raggiunge l'imbocco della Val di Mello circa all'altezza del ponte-canale ENEL; si segue brevemente l'acciottolato di fondovalle e, nei pressi di una cappelletta votiva, si volge a sinistra andando ad attraversare le poche baite di Cà dei Rogni. Oltrepassato un lavatoio, ci si ritrova su una larga traccia che sale parallela al torrente della Valle del Ferro: al suo culmine si entra in una fitta abetaia; due lunghi traversi ascendenti nella foresta portano ad una ripida risalita nei pressi della sponda sinistra del torrente, a fianco di belle cascate e vasche granitiche. Attraversato il corso d'acqua, si arriva ai pascoli aperti attorno alla piccola costruzione della Casera del Ferro; si prosegue risalendo la sponda erbosa sulla destra fino a trovare un'ampia cengia che riporta al centro della valle. La traccia e la segnaletica, nei tratti erbosi, lasciano ampiamente a desiderare (si alternano curiosamente segni a vernice molto recenti ad altri pressoché evanescenti; talora si intersecano tracce degli animali al pascolo); ad ogni modo si raggiunge il terrazzo erboso della Casera Alpe del Ferro: da qui - e per un lungo tratto - sentiero e segnali latitano. Senza troppa logica, i labili segni di passaggio portano in traversata dapprima a destra e poi a sinistra con poco guadagno di quota: di nuovo a centro valle (converrebbe addirittura salire diritti senza perdere tempo ad individuare i resti di vernice) si avvista il Bivacco Molteni-Valsecchi. E ricompare un buon sentiero. Su terreno sempre più roccioso si sale senza difficoltà fino al piccolo e ben tenuto ricovero. [Unico appunto: il libro di rifugio - stipato di scritte, riempito di fogli volanti e annotazioni sparse - risulta esaurito all'anno 2011. Si potrebbe sostituirlo.] Alle spalle del bivacco i frequenti segnali conducono attraverso la grossa ganda a raggiungere il sosprastante Sentiero Roma: si prosegue verso sinistra in avvicinamento alla parete compatta del Camerozzo. L'unico punto debole viene sfruttato per il passaggio: una lunghissima catena accompagna la risalita di una stretta ed esposta cengia rocciosa ascendente a sinistra; il percorso, preciso e comodo, inverte poi la direzione e, con una cengia più larga - tratti di sentiero - si conclude all'apertura del Passo Camerozzo. Amplissima la visuale sul circo terminale della Val Porcellizzo. La discesa, di nuovo subito assistita da brevi segmenti di catena, scende rapidamente nel pendio roccioso facendo perdere parecchie decine di metri di quota. Inizia poi la lunga traversata a saliscendi che porta a raggiungere il Rifugio Gianetti, peraltro già ben visibile dal passo. La discesa dal rifugio - superfrequentata - avviene lungo un sentiero piuttosto sconnesso che si alterna spesso a lunghe strisce di roccia pulita; una serie di tornanti conduce rapidamente al ponte sul torrente all'altezza del "pianone" di pascoli della Casera Zoccone. Da qui si scende lungamente il ripido versante sinistro della valle sfruttando un'antica mulattiera; oltrepassate poche baite sparse e ormai quasi ridotte a rudere, si entra nel bosco umido che si conclude nel classico passaggio delle Termopili (due enormi massi accostati a buia strettoia): subito dopo la luce dell'Alpe Corte Vecchia. La mulattiera scende quindi nel bosco sassoso a fianco delle cascate del Porcellizzo fino a sbucare nei prati della località Bagni del Masino; oltrepassati gli edifici dismessi delle terme, si mantiene la sinistra (a destra inizia la provinciale) e si imbocca la vecchia strada pedonale ottocentesca che scorre ai margini della Foresta Regionale dei Bagni. Dopo alcune curve si raggiunge comunque l'asfalto: inizialmente se ne limita la percorrenza usufruendo di brevi tratti di sentiero a scorciatoia attraverso una breve serie di tornanti; raggiunto il piano, si segue la carrozzabile per le poche ultime centinaia di metri prima dell'arrivo alla Bregolana.
Dai prati della Bregolana si sale alla pista forestale per la Val di Mello che, pianeggiando in quota, passa a monte del paese di S.Martino e raggiunge l'imbocco della Val di Mello circa all'altezza del ponte-canale ENEL; si segue brevemente l'acciottolato di fondovalle e, nei pressi di una cappelletta votiva, si volge a sinistra andando ad attraversare le poche baite di Cà dei Rogni. Oltrepassato un lavatoio, ci si ritrova su una larga traccia che sale parallela al torrente della Valle del Ferro: al suo culmine si entra in una fitta abetaia; due lunghi traversi ascendenti nella foresta portano ad una ripida risalita nei pressi della sponda sinistra del torrente, a fianco di belle cascate e vasche granitiche. Attraversato il corso d'acqua, si arriva ai pascoli aperti attorno alla piccola costruzione della Casera del Ferro; si prosegue risalendo la sponda erbosa sulla destra fino a trovare un'ampia cengia che riporta al centro della valle. La traccia e la segnaletica, nei tratti erbosi, lasciano ampiamente a desiderare (si alternano curiosamente segni a vernice molto recenti ad altri pressoché evanescenti; talora si intersecano tracce degli animali al pascolo); ad ogni modo si raggiunge il terrazzo erboso della Casera Alpe del Ferro: da qui - e per un lungo tratto - sentiero e segnali latitano. Senza troppa logica, i labili segni di passaggio portano in traversata dapprima a destra e poi a sinistra con poco guadagno di quota: di nuovo a centro valle (converrebbe addirittura salire diritti senza perdere tempo ad individuare i resti di vernice) si avvista il Bivacco Molteni-Valsecchi. E ricompare un buon sentiero. Su terreno sempre più roccioso si sale senza difficoltà fino al piccolo e ben tenuto ricovero. [Unico appunto: il libro di rifugio - stipato di scritte, riempito di fogli volanti e annotazioni sparse - risulta esaurito all'anno 2011. Si potrebbe sostituirlo.] Alle spalle del bivacco i frequenti segnali conducono attraverso la grossa ganda a raggiungere il sosprastante Sentiero Roma: si prosegue verso sinistra in avvicinamento alla parete compatta del Camerozzo. L'unico punto debole viene sfruttato per il passaggio: una lunghissima catena accompagna la risalita di una stretta ed esposta cengia rocciosa ascendente a sinistra; il percorso, preciso e comodo, inverte poi la direzione e, con una cengia più larga - tratti di sentiero - si conclude all'apertura del Passo Camerozzo. Amplissima la visuale sul circo terminale della Val Porcellizzo. La discesa, di nuovo subito assistita da brevi segmenti di catena, scende rapidamente nel pendio roccioso facendo perdere parecchie decine di metri di quota. Inizia poi la lunga traversata a saliscendi che porta a raggiungere il Rifugio Gianetti, peraltro già ben visibile dal passo. La discesa dal rifugio - superfrequentata - avviene lungo un sentiero piuttosto sconnesso che si alterna spesso a lunghe strisce di roccia pulita; una serie di tornanti conduce rapidamente al ponte sul torrente all'altezza del "pianone" di pascoli della Casera Zoccone. Da qui si scende lungamente il ripido versante sinistro della valle sfruttando un'antica mulattiera; oltrepassate poche baite sparse e ormai quasi ridotte a rudere, si entra nel bosco umido che si conclude nel classico passaggio delle Termopili (due enormi massi accostati a buia strettoia): subito dopo la luce dell'Alpe Corte Vecchia. La mulattiera scende quindi nel bosco sassoso a fianco delle cascate del Porcellizzo fino a sbucare nei prati della località Bagni del Masino; oltrepassati gli edifici dismessi delle terme, si mantiene la sinistra (a destra inizia la provinciale) e si imbocca la vecchia strada pedonale ottocentesca che scorre ai margini della Foresta Regionale dei Bagni. Dopo alcune curve si raggiunge comunque l'asfalto: inizialmente se ne limita la percorrenza usufruendo di brevi tratti di sentiero a scorciatoia attraverso una breve serie di tornanti; raggiunto il piano, si segue la carrozzabile per le poche ultime centinaia di metri prima dell'arrivo alla Bregolana.
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