Monte Aiona 1701 m
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Temporali, temporali….alla ricerca di dove non ci saranno è una parola grossa ma almeno un posto dove arriveranno più tardi!
Puntiamo l’Appennino ligure, un bel viaggetto per noi, ma tutto sommato non molto più lungo che raggiungere l’Alta Valtellina!
Sono state le foto ad attirarmi qui, peccato la giornata nebbiosa, ma quello che abbiamo visto ci è piaciuto parecchio, un posto dove tornare con tempo migliore.
Lasciata l’auto sul tornante di fronte a Villa Jensi (Bertigaro) partiamo con un sentiero che sarebbe molto bello se non stesse completamente sparendo nella vegetazione che purtroppo consiste in buona parte di rose canine e rovi, ne usciamo massacrati!
Giunti ai bellissimi laghi di Giacopiane costeggiamo il primo fino alla diga che attraversiamo. Problemi d’indicazioni zero assoluto, anzi fin troppi. Scandire l’arrivo alla cima a ritmo di cinque minuti per volta direi che è esagerato! Traversata la diga intervalliamo attraversamenti di prati e boschi fino a raggiungere l’Alta Via dei Monti Liguri al P.so Prè de Lame. Continuiamo ora sull’AVML, usciamo definitivamente dal bosco, e purtroppo ci ritroviamo in una fitta nebbia. Raggiungere la cima in queste condizioni non è facile essendo un ampio pianorone. Solo per pura fortuna vediamo il bollo che lascia l’AVML. A questo punto procediamo cautamente cercando di seguire i segni e così raggiungiamo la cima. Oltre alla nebbia tira un vento forte e gelido, da non credere visto la quota e il periodo. Ci ripariamo dietro a un ometto, dopo di che mano al GPS per poter continuare verso la Cima Nord dell’Aiona e quindi la cresta per il P.so Cerighetto. Cerchiamo di seguire i paletti che seguono la dorsale, ma il vento ci sbatacchia fortemente, proviamo quindi a stare più bassi. Raggiungiamo la cresta di discesa dove troviamo dei bolli bianchi e verdi, un po’ sbiaditi e in queste condizioni di nebbia non molto visibili, ma ci aiutano a prendere la direzione giusta. A metà della cresta penso, una traccia e un ometto ci traggono in inganno e ce la fanno abbandonare. In basso non troviamo altre tracce e temiamo che una volta nel bosco diventi più difficile orientarsi. Dall’alto, in un attimo di chiaro, avevamo visto il sentiero da raggiungere, ma in mezzo sembra esserci una bella voragine, per cui meglio trovare il sentiero prima di scendere troppo. Risaliamo quindi verso la cresta, che a questo punto seguiamo fin quasi al suo termine. Poco prima di raggiungere le piante svoltiamo a sx e siamo sul sentiero. Andiamo al vicino P.so Cerighetto per vedere se ci sono dei cartelli che ci illuminino sui tempi. Al momento la nostra meta non è indicata e veramente fino all’ultimo non lo sarà, per cui calcoliamo i tempi a muzzo e partiamo per il P.so Gonnella e la Cappelletta delle Lame. Il sentiero/strada forestale è comodo e piacevole, ogni tanto esce il sole ma il vento non molla e almeno io non abbandono il pile. Raggiunta la Cappelletta delle Lame e il Rifugio degli Abeti (chiuso, apertura previo ritiro chiavi) facciamo sosta pranzo.
Ritorniamo ai Laghi di Giacopiane lungo un bellissimo e panoramico (ora qualcosa in più si vede) sentiero. Un’indicazione su un sasso ci trae in inganno o perdiamo il sentiero, fatto sta che la traccia GPS degli ultimi metri prima dei laghi è un peregrinare fra tracce varie fino al raggiungimento della sterrata dei laghi. Facciamo fatica anche a ritrovare il sentiero da cui siamo arrivati questa mattina, non ci sono cartelli e ci sono numerose tracce. Dopo qualche tentativo, scorgiamo il rombo rosso e riprendiamo il sentiero di salita, un’altra lotta con la natura e siamo all’auto!
Una zona veramente molto bella e varia, sicuramente un posto dove tornare!
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