In Val d'Aveto....lungo i percorsi della solitudine e del silenzio.
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La Liguria ha una doppia faccia: quella turistica, delle località costiere, dove tutto si muove ad un ritmo troppo spesso frenetico, vivace, rumoroso, caotico e anche un po' fasullo......e quella delle zone più interne e montuose, dall'aspetto più selvaggio e severo, dove la vita scorre più lentamente, ma in modo più autentico.
Ogni volta che mi avventuro in questa regione rimango stupita da queste due realtà così diverse tra loro e così vicine l'una all'altra, due mondi paralleli che convivono, pur restando separati, come due coniugi che si ignorano pur vivendo sotto le stesso tetto.
Inutile dire a chi vanno le mie preferenze.....
Ed è proprio la Liguria che scegliamo io, Esilde e Marika per questo lungo ponte di inizio novembre, e più precisamente il Parco dell'Aveto, un progetto inserito precedentemente nel programma gite del CAI di Paullo, ma poi cancellato.
E se Maometto non va alla montagna.....la montagna va a Maometto!
Purtroppo le previsioni meteorologiche non lasciano ben sperare, ma noi non ci lasciamo scoraggiare e decidiamo di partire comunque, senza porci obiettivi precisi, lasciando che sia il "caso" a determinare le nostre scelte e decidendo, di giorno in giorno, il da farsi!
Quando ci incontriamo, giovedì mattina, sotto una pioggia a dir poco battente, non abbiamo in mente una meta precisa, lungo la strada vedremo l'evolversi del tempo e decideremo di conseguenza.
Per fortuna, poco dopo la partenza, smette di piovere, ma le nuvole che indugiano sulle cime delle colline e delle montagne non ci rincuorano e sembrano messe lì a ricordarci di non farci troppe illusioni.
Giunte al casello di Lavagna, dopo una breve consultazione, pur con qualche titubanza, prendiamo la direzione per la Val Graveglia con l'idea di salire il Monte Zatta, ma arrivate ad Arzeno un'anziana signora, che ci vede, zaino in spalla, pronte ad imboccare il sentiero di salita, ci sconsiglia vivamente di procedere avvertendoci che, con quelle condizioni, la salita potrebbe risultare pericolosa.
Cominciamo bene......
Il primo tratto del percorso si sviluppa in un bosco che traspira umidità da tutti i suoi pori, ma noi siamo decise ad andare avanti e, in breve, arriviamo ai Piani di Oneto, un luogo idilliaco, dove sarebbe bello potersi fermare, se non ci fossero nuvole minacciose in arrivo.....
Raggiungiamo il Passo del Biscia e da qui riusciamo a intravedere la mole del Chiappozzo, sul quale dobbiamo salire per poi proseguire in cresta e arrivare, con qualche saliscendi, sulla cima dello Zatta.
La salita al Chiappozzo è bella ripida, con qualche passaggio su roccette, ma giunte sulla cima ci aspetta un vento gelido, pronto a sferzarci con le sue raffiche.
Siamo immerse tra le nuvole e, viste le condizioni, decidiamo di prendere la via del ritorno!
Camminiamo senza incontrare anima viva, solo il silenzio a farci compagnia, con i suoi suoni e le sue parole, che prendono forma attraverso i nostri pensieri....
Scese di nuovo ad Arzeno percorriamo in auto una trentina di km per raggiungere Campori, una frazioncina di Borzonasca, dove si trova Casa Balsamo, il B&B nel quale pernotteremo.
Bruno, il proprietario, e Moreno, il cuciniere, ci accolgono calorosamente e, dopo una visita al vicino paese, li raggiungiamo nel salone comune.
Nel frattempo è arrivata Elena, compagna di Bruno, e bastano quattro chiacchiere per stabilire con loro una bella intesa.
Il clima è disteso, ci sentiamo a nostro agio e questa casa sembra sprigionare un sacco di energia positiva.
Bruno ci racconta di averla acquistata quattro anni fa, in condizioni pietose, e di averla rimessa a posto quasi completamente da solo. I lavori non sono ancora ultimati, ma la casa è diventata abitabile e i risultati sono eccellenti!
Durante il pomeriggio arriva tanta gente, tutte persone gradevoli, la cui bellezza interiore traspira dai discorsi, dalle parole, dai comportamenti.....
Stabiliamo immediatamente e con facilità dei contatti e all'ora di cena siamo in 28, tutti attorno ad uno stesso tavolo.
Naturalmente paghiamo la "levataccia" e alle dieci e mezza lasciamo il gruppo per buttarci letteralmente sui nostri letti.....non senza aver guardato le previsioni, che danno sole splendente per tutta la giornata di domani.
Ci alziamo di buon'ora e, anche se le nuvole lasciano intravedere il sole solo di tanto in tanto, decidiamo di provare a salire sull'Aiona, nonostante tutti ci abbiano raccomandato di non intraprendere questa escursione con condizioni climatiche incerte, perchè con la nebbia è facile perdersi....
Cominciamo ad andare......e poi vedremo!
Arriviamo fino al lago di Giacopiane e le nuvole si infittiscono, nascondendoci costantemente la cima dell'Aiona.
Scegliamo di andare avanti.......almeno finchè il sentiero è ben tracciato.....
Speranza vana!
A un certo punto troviamo un torrente troppo impetuoso e troppo in piena per essere attraversato....
Proviamo a vedere se più a monte o più a valle potrebbe essere guadabile, ma niente da fare!
Torniamo indietro con la coda tra le gambe, imboccando il sentiero sull'altra sponda del lago e lasciandoci ammaliare dai colori dell'autunno, che qui sembrano aver raggiunto il loro massimo splendore.
E, inaspettata, arriva anche la ricompensa per la delusione provata: un bellissimo porcino!
E' Marika ad adocchiarlo lungo il sentiero, ma è come se l'avessimo trovato anche io ed Esilde, tanta è la soddisfazione che proviamo!
Trascorriamo il pomeriggio a Sestri Levante, un tuffo nella folla e nel caos, da cui scappiamo per immergerci, ancora una volta, nella tranquillità di Casa Balsamo.
Questa sera siamo solo noi tre insieme a Bruno, Elena e Moreno e non ci dispiace, perchè abbiamo l'opportunità di "raccontarci" l'un l'altro, soffermandoci a parlare di progetti, di aspirazioni, di desideri, di speranze, di delusioni......pezzetti di vita che si mischiano, si sovrappongono, si confondono......
Quando ci salutiamo, l'indomani mattina, mi rendo conto che questa volta, più che un'escursione sulle montagne abbiamo compiuto un viaggio interiore, alla scoperta di relazioni umane che hanno dato maggior consapevolezza ai miei sogni.
Sono come la ballerina del carillon.....ferma ormai da lungo tempo e qualcuno ha caricato la molla che ha rimesso in moto vecchi propositi e vecchie intenzioni, dandomi la consapevolezza che "volere è potere"
Un po' di malinconia accompagna il mio ritorno a casa......e mi vengono a mente i versi di una vecchia canzone dal titolo "Domani è un altro giorno...."
Canto a squarciagola quando, ormai sola, percorro l'ultimo tratto di strada!
"Domani è un altro giorno!"
Con me hanno effettivamente camminato: Esilde e Marika
Ci hanno accompagnate con il pensiero: Bruno, Elena e Moreno
Ogni volta che mi avventuro in questa regione rimango stupita da queste due realtà così diverse tra loro e così vicine l'una all'altra, due mondi paralleli che convivono, pur restando separati, come due coniugi che si ignorano pur vivendo sotto le stesso tetto.
Inutile dire a chi vanno le mie preferenze.....
Ed è proprio la Liguria che scegliamo io, Esilde e Marika per questo lungo ponte di inizio novembre, e più precisamente il Parco dell'Aveto, un progetto inserito precedentemente nel programma gite del CAI di Paullo, ma poi cancellato.
E se Maometto non va alla montagna.....la montagna va a Maometto!
Purtroppo le previsioni meteorologiche non lasciano ben sperare, ma noi non ci lasciamo scoraggiare e decidiamo di partire comunque, senza porci obiettivi precisi, lasciando che sia il "caso" a determinare le nostre scelte e decidendo, di giorno in giorno, il da farsi!
Quando ci incontriamo, giovedì mattina, sotto una pioggia a dir poco battente, non abbiamo in mente una meta precisa, lungo la strada vedremo l'evolversi del tempo e decideremo di conseguenza.
Per fortuna, poco dopo la partenza, smette di piovere, ma le nuvole che indugiano sulle cime delle colline e delle montagne non ci rincuorano e sembrano messe lì a ricordarci di non farci troppe illusioni.
Giunte al casello di Lavagna, dopo una breve consultazione, pur con qualche titubanza, prendiamo la direzione per la Val Graveglia con l'idea di salire il Monte Zatta, ma arrivate ad Arzeno un'anziana signora, che ci vede, zaino in spalla, pronte ad imboccare il sentiero di salita, ci sconsiglia vivamente di procedere avvertendoci che, con quelle condizioni, la salita potrebbe risultare pericolosa.
Cominciamo bene......
Il primo tratto del percorso si sviluppa in un bosco che traspira umidità da tutti i suoi pori, ma noi siamo decise ad andare avanti e, in breve, arriviamo ai Piani di Oneto, un luogo idilliaco, dove sarebbe bello potersi fermare, se non ci fossero nuvole minacciose in arrivo.....
Raggiungiamo il Passo del Biscia e da qui riusciamo a intravedere la mole del Chiappozzo, sul quale dobbiamo salire per poi proseguire in cresta e arrivare, con qualche saliscendi, sulla cima dello Zatta.
La salita al Chiappozzo è bella ripida, con qualche passaggio su roccette, ma giunte sulla cima ci aspetta un vento gelido, pronto a sferzarci con le sue raffiche.
Siamo immerse tra le nuvole e, viste le condizioni, decidiamo di prendere la via del ritorno!
Camminiamo senza incontrare anima viva, solo il silenzio a farci compagnia, con i suoi suoni e le sue parole, che prendono forma attraverso i nostri pensieri....
Scese di nuovo ad Arzeno percorriamo in auto una trentina di km per raggiungere Campori, una frazioncina di Borzonasca, dove si trova Casa Balsamo, il B&B nel quale pernotteremo.
Bruno, il proprietario, e Moreno, il cuciniere, ci accolgono calorosamente e, dopo una visita al vicino paese, li raggiungiamo nel salone comune.
Nel frattempo è arrivata Elena, compagna di Bruno, e bastano quattro chiacchiere per stabilire con loro una bella intesa.
Il clima è disteso, ci sentiamo a nostro agio e questa casa sembra sprigionare un sacco di energia positiva.
Bruno ci racconta di averla acquistata quattro anni fa, in condizioni pietose, e di averla rimessa a posto quasi completamente da solo. I lavori non sono ancora ultimati, ma la casa è diventata abitabile e i risultati sono eccellenti!
Durante il pomeriggio arriva tanta gente, tutte persone gradevoli, la cui bellezza interiore traspira dai discorsi, dalle parole, dai comportamenti.....
Stabiliamo immediatamente e con facilità dei contatti e all'ora di cena siamo in 28, tutti attorno ad uno stesso tavolo.
Naturalmente paghiamo la "levataccia" e alle dieci e mezza lasciamo il gruppo per buttarci letteralmente sui nostri letti.....non senza aver guardato le previsioni, che danno sole splendente per tutta la giornata di domani.
Ci alziamo di buon'ora e, anche se le nuvole lasciano intravedere il sole solo di tanto in tanto, decidiamo di provare a salire sull'Aiona, nonostante tutti ci abbiano raccomandato di non intraprendere questa escursione con condizioni climatiche incerte, perchè con la nebbia è facile perdersi....
Cominciamo ad andare......e poi vedremo!
Arriviamo fino al lago di Giacopiane e le nuvole si infittiscono, nascondendoci costantemente la cima dell'Aiona.
Scegliamo di andare avanti.......almeno finchè il sentiero è ben tracciato.....
Speranza vana!
A un certo punto troviamo un torrente troppo impetuoso e troppo in piena per essere attraversato....
Proviamo a vedere se più a monte o più a valle potrebbe essere guadabile, ma niente da fare!
Torniamo indietro con la coda tra le gambe, imboccando il sentiero sull'altra sponda del lago e lasciandoci ammaliare dai colori dell'autunno, che qui sembrano aver raggiunto il loro massimo splendore.
E, inaspettata, arriva anche la ricompensa per la delusione provata: un bellissimo porcino!
E' Marika ad adocchiarlo lungo il sentiero, ma è come se l'avessimo trovato anche io ed Esilde, tanta è la soddisfazione che proviamo!
Trascorriamo il pomeriggio a Sestri Levante, un tuffo nella folla e nel caos, da cui scappiamo per immergerci, ancora una volta, nella tranquillità di Casa Balsamo.
Questa sera siamo solo noi tre insieme a Bruno, Elena e Moreno e non ci dispiace, perchè abbiamo l'opportunità di "raccontarci" l'un l'altro, soffermandoci a parlare di progetti, di aspirazioni, di desideri, di speranze, di delusioni......pezzetti di vita che si mischiano, si sovrappongono, si confondono......
Quando ci salutiamo, l'indomani mattina, mi rendo conto che questa volta, più che un'escursione sulle montagne abbiamo compiuto un viaggio interiore, alla scoperta di relazioni umane che hanno dato maggior consapevolezza ai miei sogni.
Sono come la ballerina del carillon.....ferma ormai da lungo tempo e qualcuno ha caricato la molla che ha rimesso in moto vecchi propositi e vecchie intenzioni, dandomi la consapevolezza che "volere è potere"
Un po' di malinconia accompagna il mio ritorno a casa......e mi vengono a mente i versi di una vecchia canzone dal titolo "Domani è un altro giorno...."
Canto a squarciagola quando, ormai sola, percorro l'ultimo tratto di strada!
"Domani è un altro giorno!"
Con me hanno effettivamente camminato: Esilde e Marika
Ci hanno accompagnate con il pensiero: Bruno, Elena e Moreno
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