Monte Bertrand 2481 m
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Dove c’è Aia c’è gioia (anche no!)
Dove c’è Barilla c’è casa (idem come sopra)
Dove c’è un week-end lungo c’è tempo di merda!!!! (quasi sicuramente!)
Dopo aver lasciato i suoceri in Liguria, ci spostiamo in zona Marguareis, dove sembra esserci un occhiolino di sole in più!
Lasciato il mare sotto un cielo plumbeo, arriviamo a Upega con un tempo da favola.
Prendiamo la sterrata per la Madonna della Neve ma l’abbandoniamo subito seguendo i cartelli per il Monte Bertrand. Fino al Poggio Lagoni si trovano pochissimi bolli ma la traccia è sempre evidente, si perde un pochino nei pressi di Pian Formigola, ma basta individuare il cartello segnavia poco più avanti e il gioco è fatto. A Poggio Lagoni arriva una sterrata, presumo transitabile, dove ci sono due posti auto. Da qui il sentiero ben bollato arriva alla Colla Rossa passando dai ruderi di una malga.
Alla Colla Rossa, confine con la Francia, voltiamo a dx e per traccia, qualche ometto, risaliamo la dorsale del Monte Bertrand, rimanendo sempre sul versante francese fino a raggiungere la cresta.
Il tempo sta inevitabilmente cambiando ma, le piogge sono previste per il pomeriggio per cui non ci facciamo scoraggiare e continuiamo in cresta passando le cime di Velega e del Vescovo. Raggiunto il Colle del Vescovo torniamo sul sentiero ufficiale e raggiungiamo il Colle Selle Vecchie dove pensavamo di scendere per tornare a Upega. I cartelli però danno 50 minuti al rifugio Don Barbera, l’idea di allungare l’anello ci attrae ma ci sarebbe il problema del rientro a Upega. 4 km e rotti di asfalto oppure una risalita di 350 m circa e calcolando i tempi potrebbe essere acqua sicura! Ci diciamo, magari rimediamo uno strappo in macchina da qualcuno salito al Marguareis? E’ troppo presto per scendere, al rientro ci penseremo dopo!
Seguiamo una bella militare e arriviamo al Rifugio Don Barbera dove, a parte i gestori e dei loro amici, non ci sono altre persone, addio strappo in macchina!
Una veloce sosta per bere qualcosina, lasciamo i saluti per
Poge e Manuela che secondo i loro programmi avrebbero dovuto passare di qui dopo un paio di giorni e scendiamo nello splendido vallone di Carnino. Uno spettacolo di fioriture che danno colore in mezzo alla nebbia, e marmotte…tante marmotte! Cade qualche goccia d’acqua ma niente di serio. A Carnino Superiore ci fermiamo a mangiare qualcosa e intanto cerchiamo di prendere la decisione migliore per tornare a Upega. 4 km di asfalto ci attirano poco ma in caso di temporale sarebbero più sicuri, che fare? La salita è in un fitto bosco, pensando a un percorso analogo per la discesa scegliamo il sentiero.
Raggiungiamo il Colle Lagarè all’asciutto ma appena scolliniamo comincia a piovere. Il sentiero su questo versante è tutto all’aperto e probabilmente molto panoramico. Piove piuttosto bene ma niente fulmini e tuoni e in poco più di mezz’ora siamo a Upega.
Ci piacerebbe fermarci per un altro giorno, alla Locanda di Upega, lo scorso anno eravamo stati molto bene. Le previsioni sono più o meno uguali ovunque per cui, poiché hanno posto, invece di metterci in auto ci infiliamo sotto una calda doccia e poi gambe sotto il tavolo.
Dove c’è Barilla c’è casa (idem come sopra)
Dove c’è un week-end lungo c’è tempo di merda!!!! (quasi sicuramente!)
Dopo aver lasciato i suoceri in Liguria, ci spostiamo in zona Marguareis, dove sembra esserci un occhiolino di sole in più!
Lasciato il mare sotto un cielo plumbeo, arriviamo a Upega con un tempo da favola.
Prendiamo la sterrata per la Madonna della Neve ma l’abbandoniamo subito seguendo i cartelli per il Monte Bertrand. Fino al Poggio Lagoni si trovano pochissimi bolli ma la traccia è sempre evidente, si perde un pochino nei pressi di Pian Formigola, ma basta individuare il cartello segnavia poco più avanti e il gioco è fatto. A Poggio Lagoni arriva una sterrata, presumo transitabile, dove ci sono due posti auto. Da qui il sentiero ben bollato arriva alla Colla Rossa passando dai ruderi di una malga.
Alla Colla Rossa, confine con la Francia, voltiamo a dx e per traccia, qualche ometto, risaliamo la dorsale del Monte Bertrand, rimanendo sempre sul versante francese fino a raggiungere la cresta.
Il tempo sta inevitabilmente cambiando ma, le piogge sono previste per il pomeriggio per cui non ci facciamo scoraggiare e continuiamo in cresta passando le cime di Velega e del Vescovo. Raggiunto il Colle del Vescovo torniamo sul sentiero ufficiale e raggiungiamo il Colle Selle Vecchie dove pensavamo di scendere per tornare a Upega. I cartelli però danno 50 minuti al rifugio Don Barbera, l’idea di allungare l’anello ci attrae ma ci sarebbe il problema del rientro a Upega. 4 km e rotti di asfalto oppure una risalita di 350 m circa e calcolando i tempi potrebbe essere acqua sicura! Ci diciamo, magari rimediamo uno strappo in macchina da qualcuno salito al Marguareis? E’ troppo presto per scendere, al rientro ci penseremo dopo!
Seguiamo una bella militare e arriviamo al Rifugio Don Barbera dove, a parte i gestori e dei loro amici, non ci sono altre persone, addio strappo in macchina!
Una veloce sosta per bere qualcosina, lasciamo i saluti per

Raggiungiamo il Colle Lagarè all’asciutto ma appena scolliniamo comincia a piovere. Il sentiero su questo versante è tutto all’aperto e probabilmente molto panoramico. Piove piuttosto bene ma niente fulmini e tuoni e in poco più di mezz’ora siamo a Upega.
Ci piacerebbe fermarci per un altro giorno, alla Locanda di Upega, lo scorso anno eravamo stati molto bene. Le previsioni sono più o meno uguali ovunque per cui, poiché hanno posto, invece di metterci in auto ci infiliamo sotto una calda doccia e poi gambe sotto il tavolo.
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