Motto d'Arbino e Sasso Guidà


Publiziert von paoloski , 14. März 2016 um 12:33.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:13 März 2016
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Portola-San Jorio   CH-TI 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1150 m
Abstieg: 1150 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Gaggiolo, autostrada A2, uscita di Bellinzona Sud, passare Camorino, a Giubiasco alla rotonda della grande piazza seguire le indicazioni per la Val Morobbia, salire passando per Pianezzo, poi deviare a sinistra per Paudo. Parcheggi sulla strada per i Monti di Pedevilla.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Giro andata e ritorno con varianti.
Kartennummer:CNS 277 Roveredo e Cartografia di Novara n° 3 Valli e Lago di Lugano scala 1:30000

L'idea iniziale era quella di andare al Covreto, al Paglione ed al Gambarogno partendo da Biegno. Le previsioni meteo prevedevano nuvole solo sul Mendrisiotto ma quando siamo al Monteceneri ci accorgiamo che tanto Locarno Monti che i previsori svizzero tedeschi hanno evidentemente sbagliato qualche calcolo: scendendo vediamo il Gambarogno avvolto da uno strato di nuvole tanto denso che sembra quasi nero.
A nord invece c'è il sole per cui cambiamo meta e ci dirigiamo verso la Val Morobbia, non abbiamo cartine ma conosco la zona per esserci già stato l'anno scorso in gennaio.
Parcheggiamo a Paudo ed iniziamo a salire la scalinata che attraversando il nucleo abitato si dirige verso i Monti, qui la neve è ancora scarsa ma al di sopra del villaggio, all'altezza del bivio fra i Monti di Paudo e Pedevilla, diviene abbastanza abbondante da permetterci di calzare le ciaspole.
Il sentiero raggiunge i Monti di Paudo poi prosegue fra le betulle che,,in prossimità di un'area picnic, lasciano spazio ai faggi.
C'è una bella traccia battuta che seguiamo con tranquillità fino a sbucare a Piano Dolce che di piano ha ben poco ma è sicuramente posto in un luogo idilliaco con una vista superba che purtroppo oggi è inficiata da nuvole basse e bruma. Proseguiamo in salita e rientriamo nel bosco che qui è formato da conifere.
Poco più avanti deviamo a sinistra per raggiungere l'Alpe d'Arbino, anche questa si trova in una magnifica posizione. Un cartello indica il proseguio del sentiero a destra ma vediamo delle tracce di ciaspole che proseguono oltre l'edificio più alto dell'alpe, sono tracce di discesa che decidiamo di seguire per portarci al Motto d'Arbino con un percorso più diretto, l'impresa non è delle più semplici visto che la pendenza è a tratti notevole ed il bosco decisamente fitto. Comunque in un quarto d'ora circa raggiungiamo la vetta del Motto d'Arbino caratterizzata da numerose antenne, c'è un bel sole e questo ci consola dalla vista piuttosto preclusa dalla crescita dei pini.
Seguiamo le indicazioni del sentiero e ci abbassiamo finchè ci rendiamo conto che stiamo tornando all'Alpe d'Arbino, decidiamo quindi di deviare a sinistra, raggiungere la cresta Ovest che scende dalla cima 1701 e scendere sul versante opposto fino ad incrociare il sentiero che va ai Laghetti della Costa. L'orografia della zona non è delle più semplici ma mi ricordo bene la cartina per cui partiamo in salita, ci gustiamo un'altra ravanata nel bosco, un breve percorso in cresta, una discesa nel bosco fitto finchè riusciamo a trovare un taglio veramente provvidenziale che ci permette di abbassarci velocemente fino al sottostante sentiero. Quasi 150 metri di discesa come scoprirò a casa guardando la cartina.
Con calma raggiungiamo il laghetto, completamente invisibile visto la coltre nevosa, e proseguiamo verso il Sasso Guidà che appare all'improvviso con le sue pareti quasi verticali. Proseguiamo con le ciaspole fin dove possibile poi le abbandoniamo per salire l'ultimo tratto, piuttosto esposto, piccozza alla mano. Qualche foto di rito sulla cima e riprendiamo la via del ritorno: c'è un vento decisamente freddo e la visibilità continua a peggiorare.
Riprese le ciaspole ci avviamo sul sentiero finchè troviamo un luogo senza neve al di sotto di un pino, la fame comincia a farsi sentire per cui decidiamo di fare la nostra sosta pranzo qui.
Ricalzate le ciaspole seguiamo a ritroso il camminio fatto stamane e rientriamo a Paudo.

Bella gita con le ciaspole, a Piano Dolce e nel taglio in discesa dalla cresta al sentiero non mi sarebbe spiaciuto avere gli sci.

Se si seguono i sentieri di difficoltà non ce ne sono, le varianti fatte sono un po' impegnative ma niente di troppo difficile.Il risalto finale che adduce alla cima del Sasso Guidà è esposto e richiede, specialmente con un metro di neve come oggi, prudenza. Il T3 è dovuto a questo tratto.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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