Invernale sul Laughenspitze(Monte Luco)
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Secondo tentativo alla cima, il primo effettuato il 15.1 era fallito sia per un inconveniente tecnico-fisico, sia per la stanchezza che avevo nelle gambe dovuta alla notte insonne prima di farmi 2 ore e mezza di viaggio in macchina, sia per l'ultima uscita effettuata, ormai datata.
Per questa volta, impiego mezzi e capitale in abbondanza, per i mezzi : ramponcini al seguito e ciaspole, per il capitale : una bella stanza nell'albergo "Al cervo" a Senale.
Sabato parto verso le 15.50 da Verona, arrivo a Cavareno alle 17 circa e faccio un salto a trovare una mia carissima amica Antonia, grande "grimper" delle montagne, istruttrice di Nordic Walking e non sò quante altre discipline.
Ci mettiamo d'accordo per fare un giro serale al lago di Santa Maria o di Tret alla luce della luna per poi catapultarci in un bell'Agriturismo a San Felix : Hofschank Reinhof.
All'appuntamento, arriva Antonia con una simpatica coppia di amici Alessandro e Franca, bene si parte, frontali accese, per salire nel bosco e ramponcini ai piedi, il tracciato riserva in buona parte trappole di ghiaccio infide.
Alle 20.10 siamo al lago in un'atmosfera fiabesca, il lago ci aspetta ricoperto di metri di ghiaccio tranne una buca, scavata nel ghiaccio dove alcuni sono soliti fare il bagno al mattino.
Rientriamo all'agriturismo e passiamo una bella serata fra cibo, risate ed un mitico scontro alla "morra".
Alle 23.30 sono a nanna.
Il tocco delle sette, del campanile dell'Abbazia, mi sveglia da un bel sonno mi preparo occhieggiando dalla finestra la cima del Laughenspitze che viene toccata dalla luce dell'alba, poi colazione(wow) e partenza verso il passo.
Alle 9.10 parto lungo la strada forestale che sale dentro il bosco, salgo spedito all'inseguimento di quattro giovani che vanno come treni; alle 10 sono alla malga, piccolo spuntino energetico e poi via lungo il sentiero 10 che sale a mezza costa con un lungo traverso ancora con radi alberi, il sentiero con la neve è più faticoso che con l'asciutto ma la voglia di arrivare finalmente lassù è forte, così sbuco nel grande vallone ad est della cima, supero la "presa dell'acqua" , lì dove venerdì scorso avevo dichiarato "basta", ora la traccia è bella battuta e non devo neanche indossare le ciaspole, anzi deposito tutto l'eccesso che ho nello zaino sotto uno sperone di roccia e poi proseguo.
Ora sono sulla cresta, in uno scenario bellissimo, giornata spettacolare, tutto l'orizzonte ad est propone le cime dolomitiche innevate, i fondovalle asciutti e bruciati dalla siccità mi danno un senso di tristezza, che inverno veramente insolito oppure sarà così in futuro?
La cresta ora s'innalza, gli ultimi 300 mt di dislivello sono abbastanza faticosi, passo su tratti scalettati e con corrimano con corde di canapa, ma poi alle 11.45 sono in cima.
Solo.
Silenzio attorno a me, solo il vento da nord.
Mi siedo e mangio pane e formaggio, guardo attorno, parlo con il vento, assaporo la luce del sole, scruto le cime : Orecchia di Lepre, Sternai, Giovaretto, ed il Brenta, ed a Nord il gruppo del Tessa e poi ad est la Marmolada, Catinaccio, Corna bianca e nera e poi lontanissimi Pasubio, Carega, Baldo....
Dopo circa mezz'ora inizio la discesa, dentro di me una pace ed una soddisfazione, il piacere di calpestare questo strato di neve, lo sguardo che osserva, piccoli uomini che salgono, microscopiche auto che percorrono, laggiù, la statale.
Alle 13.10 sono alla macchina.
TF3 l'ho messo per la salita invernale, in alcuni passaggi.
Km 10.800
Per questa volta, impiego mezzi e capitale in abbondanza, per i mezzi : ramponcini al seguito e ciaspole, per il capitale : una bella stanza nell'albergo "Al cervo" a Senale.
Sabato parto verso le 15.50 da Verona, arrivo a Cavareno alle 17 circa e faccio un salto a trovare una mia carissima amica Antonia, grande "grimper" delle montagne, istruttrice di Nordic Walking e non sò quante altre discipline.
Ci mettiamo d'accordo per fare un giro serale al lago di Santa Maria o di Tret alla luce della luna per poi catapultarci in un bell'Agriturismo a San Felix : Hofschank Reinhof.
All'appuntamento, arriva Antonia con una simpatica coppia di amici Alessandro e Franca, bene si parte, frontali accese, per salire nel bosco e ramponcini ai piedi, il tracciato riserva in buona parte trappole di ghiaccio infide.
Alle 20.10 siamo al lago in un'atmosfera fiabesca, il lago ci aspetta ricoperto di metri di ghiaccio tranne una buca, scavata nel ghiaccio dove alcuni sono soliti fare il bagno al mattino.
Rientriamo all'agriturismo e passiamo una bella serata fra cibo, risate ed un mitico scontro alla "morra".
Alle 23.30 sono a nanna.
Il tocco delle sette, del campanile dell'Abbazia, mi sveglia da un bel sonno mi preparo occhieggiando dalla finestra la cima del Laughenspitze che viene toccata dalla luce dell'alba, poi colazione(wow) e partenza verso il passo.
Alle 9.10 parto lungo la strada forestale che sale dentro il bosco, salgo spedito all'inseguimento di quattro giovani che vanno come treni; alle 10 sono alla malga, piccolo spuntino energetico e poi via lungo il sentiero 10 che sale a mezza costa con un lungo traverso ancora con radi alberi, il sentiero con la neve è più faticoso che con l'asciutto ma la voglia di arrivare finalmente lassù è forte, così sbuco nel grande vallone ad est della cima, supero la "presa dell'acqua" , lì dove venerdì scorso avevo dichiarato "basta", ora la traccia è bella battuta e non devo neanche indossare le ciaspole, anzi deposito tutto l'eccesso che ho nello zaino sotto uno sperone di roccia e poi proseguo.
Ora sono sulla cresta, in uno scenario bellissimo, giornata spettacolare, tutto l'orizzonte ad est propone le cime dolomitiche innevate, i fondovalle asciutti e bruciati dalla siccità mi danno un senso di tristezza, che inverno veramente insolito oppure sarà così in futuro?
La cresta ora s'innalza, gli ultimi 300 mt di dislivello sono abbastanza faticosi, passo su tratti scalettati e con corrimano con corde di canapa, ma poi alle 11.45 sono in cima.
Solo.
Silenzio attorno a me, solo il vento da nord.
Mi siedo e mangio pane e formaggio, guardo attorno, parlo con il vento, assaporo la luce del sole, scruto le cime : Orecchia di Lepre, Sternai, Giovaretto, ed il Brenta, ed a Nord il gruppo del Tessa e poi ad est la Marmolada, Catinaccio, Corna bianca e nera e poi lontanissimi Pasubio, Carega, Baldo....
Dopo circa mezz'ora inizio la discesa, dentro di me una pace ed una soddisfazione, il piacere di calpestare questo strato di neve, lo sguardo che osserva, piccoli uomini che salgono, microscopiche auto che percorrono, laggiù, la statale.
Alle 13.10 sono alla macchina.
TF3 l'ho messo per la salita invernale, in alcuni passaggi.
Km 10.800
Tourengänger:
Amadeus

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