Rasa - Brinzio - Rasa per le vie alta e bassa.
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Che differenza fa tra quattro giorni di trekking nelle terre selvagge del nord popolate unicamente da bestie feroci e quattro ore di cammino sulle boschive prealpi varesine con qualche cinghiale che da dietro una frasca ti spia? Nessuna, se accogli la potenza dell'immaginazione e se accetti di ascoltare la terra finchè questa non ti entra dentro.
Così, con questi pensieri, stamane all'alba supero il tepore del letto e l'infiammazione del nervo sciatico per dirigermi alla Rasa, dove, nei pressi del cimitero lascio l'auto.
Entro in paese, lo taglio verso sud e all'altezza di una staccionata piego a sinistra, attraverso un prato e comincio ad inerpicarmi sull'ampia ma ripida traccia che sale al pian Valdes. E d'un tratto il freddo, gli acciacchi e il sonno svaniscono e i sensi si fanno acuti per prendere tutto quello che questa meravigliosa terra ha da darmi.
Al pian Valdes giro a sinistra e quasi subito abbandono la strada militare per entrare nel bosco a sinistra e seguire il sentiero che taglia i tornanti. Dopo quaranta minuti sono sul panettone della Chiusarella insolitamente senza vento. Il Campo dei Fiori mi saluta con splendide sfumature rossastre mentre è di fuoco il cielo che sovrasta Milano e suoi grattacieli, oggi più che mai visibili.
Potrei già fermarmi qui ed essere felice così, tuttavia scendo il breve e ripido versante nord del monte e in breve torno sulla militare. Punta la Martica e lo faccio su una traccia per me nuova, quella che costeggia a Ovest la sterrata. In un paio di punti ritorno sullo sterrato, quindi l'abbandono definitivamente per risalire il boschivo costone sud che sorregge la cima. La salita è molto bella e in un tratto si cammina tra grandi massi erratici, precipitati qui chissà quando. Il sentiero esce su un piazzaletto e qui proseguo in direzione del punto panoramico che raggiungo in pochi minuti. Questo posto sta issato su un cucuzzolo isolato nel bosco dal quale emerge con la croce che sovrasta le fronde degli alberi più alti.
Lo sguardo è sufficientemente appagato e in Martica non succede altrove, i cacciatori di panorami sono avvisati.
Scendo dal cucuzzolo e continuo verso nord; riconquisto la militare e la seguo per 900 metri. Adesso sono proprio in vetta, un piazzalotto con qualche segnavia. Guardo avido la cresta Sud Est che scende in Valganna e che non ho mai percorso. La solita brama esplorativa mi fa propendere un momento per questa via ma presto torno sui miei passi determinato a mantenermi sul noto visti i tempi ridottissimi e la sciatica che fa le bizze.
Scendo così verso il Brinzio: la prima parte è in forte pendenza, al solito disseminata di foglie secche che sono peggio del ghiaccio, poi le pendenze si fanno più dolci e camminare in questi boschi per i restanti due chilometri che mi separano dall'abitato è una vera goduria.
Ogni tanto, tra le frasche più in là qualcosa si muove: sarà un cinghiale o forse un camoscio o magari un grizzly. L'immaginazione può tutto!
Arrivo al Brinzio, mi concedo un caffè, attraverso la strada e punto al laghetto che trovo ghiacciato e illuminato dal sole. Continuo sul sentiero di questa "via bassa"che costeggia a Ovest la strada provinciale e su larga e comoda traccia giungo al passo della Motta Rossa. Ora riattraverso e mi porto su sentiero dalla parte opposta che in breve mi riconduce alla Rasa, dove raggiungo il cimitero e l'auto un po'infreddolita nonostante il sole.
Sono passate quasi quattro ore, il mio viaggio è finito, è durato l'eternità che solo la gioia di essere liberi può misurare.
Dislivello relativo ai sali scendi. Tempi comprensivi di trenta minuti di pause complessive e contemplazioni varie.
Sviluppo: 10 km; SE: 15.5 km circa.
Così, con questi pensieri, stamane all'alba supero il tepore del letto e l'infiammazione del nervo sciatico per dirigermi alla Rasa, dove, nei pressi del cimitero lascio l'auto.
Entro in paese, lo taglio verso sud e all'altezza di una staccionata piego a sinistra, attraverso un prato e comincio ad inerpicarmi sull'ampia ma ripida traccia che sale al pian Valdes. E d'un tratto il freddo, gli acciacchi e il sonno svaniscono e i sensi si fanno acuti per prendere tutto quello che questa meravigliosa terra ha da darmi.
Al pian Valdes giro a sinistra e quasi subito abbandono la strada militare per entrare nel bosco a sinistra e seguire il sentiero che taglia i tornanti. Dopo quaranta minuti sono sul panettone della Chiusarella insolitamente senza vento. Il Campo dei Fiori mi saluta con splendide sfumature rossastre mentre è di fuoco il cielo che sovrasta Milano e suoi grattacieli, oggi più che mai visibili.
Potrei già fermarmi qui ed essere felice così, tuttavia scendo il breve e ripido versante nord del monte e in breve torno sulla militare. Punta la Martica e lo faccio su una traccia per me nuova, quella che costeggia a Ovest la sterrata. In un paio di punti ritorno sullo sterrato, quindi l'abbandono definitivamente per risalire il boschivo costone sud che sorregge la cima. La salita è molto bella e in un tratto si cammina tra grandi massi erratici, precipitati qui chissà quando. Il sentiero esce su un piazzaletto e qui proseguo in direzione del punto panoramico che raggiungo in pochi minuti. Questo posto sta issato su un cucuzzolo isolato nel bosco dal quale emerge con la croce che sovrasta le fronde degli alberi più alti.
Lo sguardo è sufficientemente appagato e in Martica non succede altrove, i cacciatori di panorami sono avvisati.
Scendo dal cucuzzolo e continuo verso nord; riconquisto la militare e la seguo per 900 metri. Adesso sono proprio in vetta, un piazzalotto con qualche segnavia. Guardo avido la cresta Sud Est che scende in Valganna e che non ho mai percorso. La solita brama esplorativa mi fa propendere un momento per questa via ma presto torno sui miei passi determinato a mantenermi sul noto visti i tempi ridottissimi e la sciatica che fa le bizze.
Scendo così verso il Brinzio: la prima parte è in forte pendenza, al solito disseminata di foglie secche che sono peggio del ghiaccio, poi le pendenze si fanno più dolci e camminare in questi boschi per i restanti due chilometri che mi separano dall'abitato è una vera goduria.
Ogni tanto, tra le frasche più in là qualcosa si muove: sarà un cinghiale o forse un camoscio o magari un grizzly. L'immaginazione può tutto!
Arrivo al Brinzio, mi concedo un caffè, attraverso la strada e punto al laghetto che trovo ghiacciato e illuminato dal sole. Continuo sul sentiero di questa "via bassa"che costeggia a Ovest la strada provinciale e su larga e comoda traccia giungo al passo della Motta Rossa. Ora riattraverso e mi porto su sentiero dalla parte opposta che in breve mi riconduce alla Rasa, dove raggiungo il cimitero e l'auto un po'infreddolita nonostante il sole.
Sono passate quasi quattro ore, il mio viaggio è finito, è durato l'eternità che solo la gioia di essere liberi può misurare.
Dislivello relativo ai sali scendi. Tempi comprensivi di trenta minuti di pause complessive e contemplazioni varie.
Sviluppo: 10 km; SE: 15.5 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Hikr in italiano, Montagne di Casa
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Kommentare (7)