Bocchetta de Trescolmen (2161 m) – Valle Calanca


Publiziert von siso , 30. Dezember 2015 um 09:29.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Misox
Tour Datum:27 Dezember 2015
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Arbeola-Molera   CH-GR 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 961 m
Strecke:Valbella (1334 m) – Alpe Cascinot (1614 m) – Alpe Trescolmen (2015 m) – Bocchetta de Trescolmen (2161 m) – Lagh de Trescolmen (2025 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Semiautostrada A13, uscita Roveredo – Grono – Val Calanca – Rossa – Valbella (21 km da Grono).
Unterkunftmöglichkeiten:Albergo Valbella a Rossa
Kartennummer:C.N.S. No. 1274 – Mesocco - 1:25000.

Prima escursione invernale in Val Calanca, per la precisione in una sua valle laterale chiamata Val Largè.

Il percorso si svolge su un tratto del cosiddetto “Trekking del Settecentesimo” e anche su quello più recente detto “Trekking Parc Adula”.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.35

Fine dell’escursione: ore 14.30

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1033 hPa

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3000 m

Temperatura alla partenza: 1°C

Temperatura all’arrivo: 7°C

Velocità media del vento: 4 km/h

Sorgere del sole: 8.06

Tramonto del sole: 16.43

 

È una domenica mattina sonnolenta, posta fra le festività natalizie e quelle di San Silvestro e Capodanno. Me ne rendo conto subito a Grono, quando imbocco la strada della Val Calanca. Lungo i 21 km che mi separano da Valbella incrocio solo un paio d’auto. Rimango stupito dalla bellezza della strada: carreggiata molto ampia, fondo perfetto e moderne barriere di contenimento. A partire da Rossa la via si restringe notevolmente, tuttavia il fondo è asfaltato: sono i 4 km più selvaggi, sul lato orografico destro della Calancasca.

Luigi Lavizzari, dopo aver visitato la valle a metà del diciannovesimo secolo, così scrisse:

“Nelle parti superiori ove non sono villaggi, la Val Calanca è la più selvaggia di quante furono da noi visitate e per l’incertezza dei sentieri e per le tetre rupi che na­scondono quasi la vista del cielo. Nelle parti inferiori, e fino al villaggio di Rossa, è facilmente accessibile, e gli abitanti accolgono con vivaci modi il viaggiatore. Hanno aspetto svegliato, di tipo italico, sono laboriosi, ma dediti all’emigrazione in Francia e Germania, esercitando il mestiere di vetraio e lasciando alle donne la cura degli armenti.

Si pretende che i Calanchini fossero chiamati dai Romani Caluconi, e occupas­sero più esteso territorio, sicché meritassero l’onore d’essere inscritti nel monu­mento eretto alla Turbia sopra Monaco, in Liguria, a onore di Ottaviano, per aver egli soggiogato molti popoli alpini.”

Fonte: Luigi Lavizzari, “Escursioni nel Canton Ticino”, 1863, pagina 307.

 

Il monumento a cui si riferisce Lavizzari è il Trofeo d’Augusto, o Trofeo delle Alpi, monumento innalzato il 6 a.C. alla gloria di Augusto che celebra la sua vittoria sui vari popoli alpini, cimelio che conserva la più lunga iscrizione latina scolpita conosciuta nella storia antica. Tale opera è ancora visibile a La Turbie, in Provenza, al punto culminante della Via Julia Augusta, che seguiva le coste della Liguria e quelle della Costa Azzurra. Oggi non incontrerò nessun “CALVCONE”, motivo per il quale non posso né confermare né smentire che gli abitanti della valle accolgono con vivaci modi il viaggiatore…

 

Parcheggiata l’auto un centinaio di metri oltre il paesino di Valbella, in zona Mont de la Cot, dove termina la strada asfaltata, ritorno verso Sud fino al segnavia che indica “Alp de Trescolmen”, quindi seguo il sentiero che scende sino al ponte sul fiume Calancasca, dove l’acqua di color smeraldo ha creato una bella pozza. L’altimetro indica 1297 m: è il punto più basso della gita. Un cartello verde informa che sono al limite della “Riserva federale di caccia Trescolmen”. Il sentiero si sviluppa nell’abetaia, sul versante destro della Val Largè, percorsa dal Rià de Campalesc. Poco dopo la partenza, una radura offre una bella veduta sul villaggio di Valbella, frazione di Rossa. Puntando lo sguardo nel varco tra le verdi chiome degli abeti appaiono il maestoso Pizzo del Ramulazz (2939 m) e il Pizzo Pianaccio (2832 m): due cime da antologia!

Per il resto, il sentiero non è per niente panoramico, almeno fino all’Alpe Cascinot (1614 m). Si tratta di un rustico ben tenuto, attorniato da larici e abeti, a pochi metri dal riale che scorre nella Val Largè. Poco oltre, il bosco si dirada fino a scomparire del tutto. Per un tratto scompare anche il sentiero, cancellato da una frana di pietre. All’improvviso appare il maestoso massiccio del Piz de Trescolmen (2582 m) messo in risalto dal sole splendente, in forte contrasto con l’ombra del fondovalle. A 1710 m di quota si entra nel Comune di Mesocco: come spesso capita i confini politici non corrispondono alla morfologia della valle, ma rispondono semmai ad antiche necessità di pascolo.

Poco più in alto, a 1800 m, il sentiero si porta sull’altro versante della valle: il guado non è semplicissimo! Come posso superare queste ampie lastre di ghiaccio, sulle quali non fanno presa nemmeno le punte dei bastoncini? Sono costretto a cercare un tratto nel quale i massi emergenti dal ghiaccio mi permettono, spiccando dei lunghi salti, di raggiungere la riva opposta. Dovrò ripetere l’impresa più in alto, a 1930 m di quota per superare il Riale Trescolmen. In questo caso, per risalire la sponda opposta devo persino aggrapparmi ai cespugli di rododendri e di ontano verde.    

Man mano mi alzo di quota il paesaggio diventa sempre più bello; grazie alle ottime condizioni meteorologiche l’ombra invernale non disturba più di tanto.

Dopo 2 h e 25 min di cammino pervengo al pianoro che ospita l’Alpe Trescolmen (2015 m). L’unico edificio non ancora crollato è una modesta stalla protetta a monte da muri di pietra. Sullo stipite s’intravede una data difficile da decifrare; potrebbe essere 1839, ma non ne ho la certezza.

Tiro dritto verso il valico, seguendo la traccia di sentiero, che si fa strada tra ampie placche di ghiaccio su “dolci pendii”, come scrive il buon Brenna.

Trovo delle analogie con l’escursione di due settimane fa al Pass Giümela, in Val Pontirone.

La sella che congiunge la Val Calanca alla Mesolcina è all’ombra, il sole arriva a dieci metri di distanza, sul versante settentrionale. Dopo 2 h e 47 min di cammino posso affermare Bocchetta de Trescolmen (2161 m) geschafft!

I due segnavia indicano che per Rossa occorrono 2 ¾ h di cammino, mentre che per Mesocco ce ne vogliono solo 2 ½.

Mi spingo per qualche metro sul versante mesolcinese, dove inizia la Val d’Anzon; posso così scorgere la bella località di Andergia (857 m), frazione di Mesocco.

                                      Bocchetta de Trescolmen (2161 m)

Il tepore del sole mi invita ad un riposino fra rigogliosi cespugli di rododendro. In questi giorni il WWF ha divulgato la notizia che il caldo record del 2015 (l’anno con la temperatura più alta dall’inizio delle misurazioni) ha già provocato effetti tangibili nei regni animale e vegetale anche in Svizzera. Grazie alle alte temperature e agli inverni miti alcune specie stanno proliferando. È il caso in particolare di zecche, zanzare, mosche e scarafaggi. Ci sono tuttavia anche dei perdenti climatici: a soffrire notevolmente in Svizzera sono il rododendro che potrebbe sparire dalle Alpi occidentali entro il 2085 e l’abete rosso in difficoltà per la scarsità d’acqua.

A mezzogiorno riprendo il cammino di ritorno, con una dovuta deviazione per visitare il Lagh de Trescolmen (2015 m), uno dei più profondi della regione: ben 14 m! La coltre di ghiaccio, anche se in parte trasparente, non mi permette di scorgere le trote fario che lo popolano. Su tutto l’alpeggio regna il silenzio invernale; non c’è segno di vita, fatta eccezione per una minuscola arvicola, che prontamente scompare sotto i cespi d’erba secca.

 

Per la prima volta nella Val Largè: sei ore di cammino, e come spesso mi capita, in un ambiente selvaggio, dove nemmeno il telefonino ha campo. All’asprezza della valle ha fatto da contraltare la dolcezza di questo eccezionale mese di dicembre.

 

Tempo di salita: 2 h 47 min

Tempo totale: 5 h 55 min

Tempi parziali

Valbella (1334 m) – Alpe Cascinot (1614 m): 1 h

Alpe Cascinot (1614 m) – Alpe Trescolmen (2015 m): 1 h 25 min

Alpe Trescolmen (2015 m) – Bocchetta de Trescolmen (2161 m): 22 min

Bocchetta de Trescolmen (2161 m) – Lagh de Trescolmen (2015 m): 25 min

Lagh de Trescolmen (2015 m) – Valbella (1334 m): 2 h

 

Dislivello in salita: 961 m

Sviluppo complessivo: 11,8 km

Difficoltà: T2 (T3 per l’aggiramento dei tratti ghiacciati)

Copertura della rete cellulare: (Swisscom) assenza di segnale nella Val Largè; 1/5 alla Bocchetta de Trescolmen

Coordinate Bocchetta de Trescolmen: 734'152 - 140'230

Libro di vetta: no

 

Siamo ormai alla fine dell’anno: è tempo di bilanci.

Il bilancio annuale delle vette raggiunte è molto soddisfacente.

Escursioni effettuate nel 2015: 68 (34 su terreno, 32 con le pelli di foca, 2 con le racchette da neve (tutte con un rapporto in Hikr.org).

Giorni con sci su pista: 5

Vette oltre i tremila metri: 4 

La più bella escursione estiva: Ahornspitze (2973 m) (Zillertal, Tirolo).

La più bella escursione con le pelli di foca: Piz Larain (3009 m) (Val Fenga, Engadina Bassa).

La più bella escursione con le racchette da neve: Fibbia (2739 m) (Ticino).

La più bella sciata su pista: Ischgl (Paznauntal, Tirolo).

Capanne e rifugi visitati: 27 (pernottamenti: 0).

La capanna più accogliente: Franz-Senn-Hütte  (2147 m) (Stubaital, Tirolo).

Il ghiacciaio che ho apprezzato di più: Hintertuxer Gletscher (Zillertal, Tirolo).

Giorni passati in montagna nel 2015: 73, di cui 39 sulla neve.


Tourengänger: siso


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Kommentare (2)


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gonzo hat gesagt:
Gesendet am 30. Dezember 2015 um 14:33
gran bel bilancio. Buone cose Andrea

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. Dezember 2015 um 14:36
Grazie Andrea,
praticamente il medesimo dell'anno scorso.
Buon 2016!
siso


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