Generoso Wild - Da Capolago a Bellavista per la Val Corta.
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Rinunciato ad alcuni inviti hikriani perché convinto di avere vari impegni familiari, mi son trovato una mezza giornata libera e, coinvolto Umberto, son tornato in Generoso. Da tempo volevo curiosare il vecchio sentiero della Val Corta che, come quello della Variante, è stato dichiarato inagibile, con tanto di cartelli all'inizio e alla fine che ne dichiarano la pericolosità. In effetti il terreno è brutto, le segnalazioni pochissime e, pur lavorando di Cns e di altimetro, ci si trova spesso nell'incertezza.
Non riesco a capire come mai le varie Utoe, Cas e Sat locali, con un patrimonio storico e naturalistico che queste vie si portano dietro, non provvedano alla loro manutenzione. Chiaro che sono vie da escursionisti esperti, da segnalare in bianco-azzurro, e pertanto non richiederebbero neppure questi grandi lavori ma, soprattutto per la Variante, questo abbandono è una tristezza ed un peccato mortale.
La Val Corta è difficile e bisogna avere un passo sicuro e, oltre al dislivello tra i ruderi del Castelletto e il cosiddetto Rifugio, si porta dietro anche un gran sviluppo. Oltretutto, per rendere inattrattivi questi percorsi, son state calcellate segnalazioni e bolli all'inizio della salita e della discesa. In tal maniera ci si incasina subito, ad un certo punto si trovano bolli come se piovesse, e ci si incasina di nuovo per trovare l'uscita.
Accanto al Municipio di Capolago si trovano le frecce gialle da seguire, indicano il Castelletto e Melano. Si passa sotto e poi a monte dell'autostrada, si arriva ad un piccolo nucleo di villette (che poi si vedrà spesso dall'alto, salendo) e si trovano i resti del Castelletto, antica fortezza a guardia del lago. In questo punto si stacca a dx, verso monte, la traccia. Si trova il noto cartello giallo dissuasore con aggiunto a pennarello "good signs!!" seguito da un teschio e le tibie incrociate. Capiremo salendo....
Seguendo le vaghe tracce e la cartina si trova il classico ambiente di questo versante del Generoso, comunque molto affascinante. Alcuni sbaffi di vernice sugli alberi, rari e di almeno sei colori diversi, molti alberi caduti con difficoltà di passaggio, terreno franoso, alcuni camosci increduli, gruppi di primule intempestive....
Salendo ci sono da passare, in successione, tre canali. Il primo è chiaro per la gran quantità di bolli bianco-rossi, il secondo si trova più in alto di dove verrebbe da cercarlo, almeno una trentina di metri, e i bolli sono seminascosti. Il terzo si trova lavorando di cartina e altimetro perché devono esser riusciti a coprire ogni segnale. Si arriva al Cosiddetto Rifugio Val Corta, quindi seguendo un largo sentiero, forse carrozzabile ai tempi, si arriva ad un secondo edificio e, camminando a lungo, al tornante della carrozzabile. Saliti a Bellavista, siam poi scesi da Somazza, Salorino a Mendrisio e, con lunga camminata, ritrovata l'auto a Capolago.
Il libro del Valsecchi lo descrive in discesa e anche un'altra relazione su hikr lo descrive così. Ritengo che sia meno pericoloso in salita...
Comunque bellissimo.....
Non riesco a capire come mai le varie Utoe, Cas e Sat locali, con un patrimonio storico e naturalistico che queste vie si portano dietro, non provvedano alla loro manutenzione. Chiaro che sono vie da escursionisti esperti, da segnalare in bianco-azzurro, e pertanto non richiederebbero neppure questi grandi lavori ma, soprattutto per la Variante, questo abbandono è una tristezza ed un peccato mortale.
La Val Corta è difficile e bisogna avere un passo sicuro e, oltre al dislivello tra i ruderi del Castelletto e il cosiddetto Rifugio, si porta dietro anche un gran sviluppo. Oltretutto, per rendere inattrattivi questi percorsi, son state calcellate segnalazioni e bolli all'inizio della salita e della discesa. In tal maniera ci si incasina subito, ad un certo punto si trovano bolli come se piovesse, e ci si incasina di nuovo per trovare l'uscita.
Accanto al Municipio di Capolago si trovano le frecce gialle da seguire, indicano il Castelletto e Melano. Si passa sotto e poi a monte dell'autostrada, si arriva ad un piccolo nucleo di villette (che poi si vedrà spesso dall'alto, salendo) e si trovano i resti del Castelletto, antica fortezza a guardia del lago. In questo punto si stacca a dx, verso monte, la traccia. Si trova il noto cartello giallo dissuasore con aggiunto a pennarello "good signs!!" seguito da un teschio e le tibie incrociate. Capiremo salendo....
Seguendo le vaghe tracce e la cartina si trova il classico ambiente di questo versante del Generoso, comunque molto affascinante. Alcuni sbaffi di vernice sugli alberi, rari e di almeno sei colori diversi, molti alberi caduti con difficoltà di passaggio, terreno franoso, alcuni camosci increduli, gruppi di primule intempestive....
Salendo ci sono da passare, in successione, tre canali. Il primo è chiaro per la gran quantità di bolli bianco-rossi, il secondo si trova più in alto di dove verrebbe da cercarlo, almeno una trentina di metri, e i bolli sono seminascosti. Il terzo si trova lavorando di cartina e altimetro perché devono esser riusciti a coprire ogni segnale. Si arriva al Cosiddetto Rifugio Val Corta, quindi seguendo un largo sentiero, forse carrozzabile ai tempi, si arriva ad un secondo edificio e, camminando a lungo, al tornante della carrozzabile. Saliti a Bellavista, siam poi scesi da Somazza, Salorino a Mendrisio e, con lunga camminata, ritrovata l'auto a Capolago.
Il libro del Valsecchi lo descrive in discesa e anche un'altra relazione su hikr lo descrive così. Ritengo che sia meno pericoloso in salita...
Comunque bellissimo.....
Tourengänger:
danicomo

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Kommentare (19)