Monte Ferraro
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Visto che il sabato sera siamo stati a teatro a Milano ed abbiamo fatto tardi, decidiamo per una gita tranquilla con partenza molto comoda: ritrovo alle 8,30 a Gaggiolo, meta il Monte Ferraro in Malcantone, nessuno di noi c'è mai stato ma tutti ne abbiamo sentito parlare bene.
Parcheggiamo proprio davanti alla chiesa di San Michele, che ci ripromettiamo di visitare al ritorno, e seguiamo un segnavia che indica "ai Monti", percorriamo una stradina asfaltata che porta dapprima nella parte alta di Arosio e quindi sale ancora fino ad una sbarra chiusa nei cui pressi si trova un parcheggio.
Seguiamo la strada fino ad un tornante da cui si diparte un sentiero segnalato, è un bel sentiero che percorre il versante occidentale del Monte Ferraro, procediamo in una magnifica faggeta, la pendenza è sempre dolce, c'è solo qualche breve strappo e qualche saliscendi, raggiungiamo un rustico diroccato che conserva però ancora una magnifica volta a secco "a botte", poco dopo il sentiero si fa più ripido e con qualche tornante raggiungiamo La Bassa, la cima del Monte Ferraro con il suo grande ometto è già visibile, ora seguiamo un sentiero appena al di sotto della cresta ed in breve siamo fuori dal bosco, alle nostre spalle appare il Monte Tamaro e le montagne poste sopra la Piana di Magadino.
Eccoci in cima: a dispetto della non grande altezza il panorama è veramente superbo: verso Ovest si ha una magnifica vista sulla costiera Lema - Tamaro da cui si intravedono le cime delle Alpi vallesane, nelle altre direzioni invece il panorama è veramente aereo: dalle cime del Locarnese a quelle della bassa Leventina fino a quelle mesolcinesi, verso Est ecco in primo piano il Boglia, i Denti della Vecchia, il Bar ed il Gazzirola, più in lontananza il Legnone, le Grigne ed il Monte San Primo, a Sud e Sud Est il Generoso, il San Giorgio, il San Salvatore, il Boglia, e il Brè, tutto è poi reso più suggestivo dal persistere della foschia alle basse quote..
Tira un vento abbastanza fastidioso e la cima è abbondantemente ricoperta da deiezioni ovine per cui, fatta qualche foto e firmato il libro di vetta, decidiamo di ridiscendere allla Bassa per pranzare.
Per la discesa optiamo per il versante orientale: seguiamo le indicazioni e ci abbassiamo su un bel sentiero fra i faggi che presto raggiunge l'Alpe di Torricella, da qui seguiamo la strada forestale che alterna qualche tratto asfaltato ad altri, più lunghi, sterrati, passiamo per un paio di nuclei e ben presto siamo di ritorno ad Arosio dove visitiamo, come ripromessoci stamane, la chiesa di San Michele, attestata per la prima volta nel 1217 anche se certamente di origine anteriore, che presenta dei notevolissimi affreschi datati dal XIV al XVI secolo fra cui alcuni di mano di Antonio da Tradate e bottega.
Breve ma piacevole gita su una cima decisamente molto panoramica. Si tratta di una gita fattibile in mezza giornata e senza alcun problema nè di orientamento (la segnaletica è abbondante) nè di percorso. Più conveniente la salita in senso orario, quello da noi percorso: nella faggeta lo strato di foglie secche è veramente abbondante, meglio percorrerla in salita.
Parcheggiamo proprio davanti alla chiesa di San Michele, che ci ripromettiamo di visitare al ritorno, e seguiamo un segnavia che indica "ai Monti", percorriamo una stradina asfaltata che porta dapprima nella parte alta di Arosio e quindi sale ancora fino ad una sbarra chiusa nei cui pressi si trova un parcheggio.
Seguiamo la strada fino ad un tornante da cui si diparte un sentiero segnalato, è un bel sentiero che percorre il versante occidentale del Monte Ferraro, procediamo in una magnifica faggeta, la pendenza è sempre dolce, c'è solo qualche breve strappo e qualche saliscendi, raggiungiamo un rustico diroccato che conserva però ancora una magnifica volta a secco "a botte", poco dopo il sentiero si fa più ripido e con qualche tornante raggiungiamo La Bassa, la cima del Monte Ferraro con il suo grande ometto è già visibile, ora seguiamo un sentiero appena al di sotto della cresta ed in breve siamo fuori dal bosco, alle nostre spalle appare il Monte Tamaro e le montagne poste sopra la Piana di Magadino.
Eccoci in cima: a dispetto della non grande altezza il panorama è veramente superbo: verso Ovest si ha una magnifica vista sulla costiera Lema - Tamaro da cui si intravedono le cime delle Alpi vallesane, nelle altre direzioni invece il panorama è veramente aereo: dalle cime del Locarnese a quelle della bassa Leventina fino a quelle mesolcinesi, verso Est ecco in primo piano il Boglia, i Denti della Vecchia, il Bar ed il Gazzirola, più in lontananza il Legnone, le Grigne ed il Monte San Primo, a Sud e Sud Est il Generoso, il San Giorgio, il San Salvatore, il Boglia, e il Brè, tutto è poi reso più suggestivo dal persistere della foschia alle basse quote..
Tira un vento abbastanza fastidioso e la cima è abbondantemente ricoperta da deiezioni ovine per cui, fatta qualche foto e firmato il libro di vetta, decidiamo di ridiscendere allla Bassa per pranzare.
Per la discesa optiamo per il versante orientale: seguiamo le indicazioni e ci abbassiamo su un bel sentiero fra i faggi che presto raggiunge l'Alpe di Torricella, da qui seguiamo la strada forestale che alterna qualche tratto asfaltato ad altri, più lunghi, sterrati, passiamo per un paio di nuclei e ben presto siamo di ritorno ad Arosio dove visitiamo, come ripromessoci stamane, la chiesa di San Michele, attestata per la prima volta nel 1217 anche se certamente di origine anteriore, che presenta dei notevolissimi affreschi datati dal XIV al XVI secolo fra cui alcuni di mano di Antonio da Tradate e bottega.
Breve ma piacevole gita su una cima decisamente molto panoramica. Si tratta di una gita fattibile in mezza giornata e senza alcun problema nè di orientamento (la segnaletica è abbondante) nè di percorso. Più conveniente la salita in senso orario, quello da noi percorso: nella faggeta lo strato di foglie secche è veramente abbondante, meglio percorrerla in salita.
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