Tanta neve e tanta fatica al Monte Ferraro (1494 m) - anello da Arosio
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Oggi pericolo valanghe altissimo, dunque per sfruttare la super giornata di sole, senza inutili rischi, decido per una ciaspolata nel Malcantone.
Da tempo mi incuriosiva questa cimetta secondaria: il Monte Ferraro, spesso un pò dimenticato per via della sua modesta altitudine e della posizione defilata rispetto alla cresta Lema-Tamaro, ma che oggi ci ha fatto penare a lungo e ci ha regalato una ciaspolata inaspettatamente wild ed anche un pò avventurosa.
Lasciata l'auto in uno dei piccoli parcheggi di Arosio, ci incamminiamo dirigendoci verso la chiesa. Incontriamo ben presto una palina segnavia, indicante già la nostra meta, quindi seguendo le paline con la scritta "sentiero", imbocchiamo la stradina che porta ai Monti.
Inizialmente si cammina su asfalto un pò ghiacciato, ma ben presto la neve inizia a coprire la stradina
e dopo una ventina di minuti possiamo calzare le ciaspole.
Si percepisce che ha smesso da poche ore di nevicare, gli alberi sono carichi e, scaldati dall'intenso sole di oggi, ci bombardano di piccole palle di neve molliccia. Nulla però lascia presagire la quantità di neve fresca che troveremo più in alto!
La stradina procede in falsopiano, con bellissimo panorama sul luganese e sulla Valcolla, ma ben presto iniziamo a faticare: la neve fresca che ricopre il terreno è sempre più alta, e ovviamente siamo i primi a passare dopo l'ultima copiosa nevicata, quindi ci tocca battere la traccia.
Non che non me lo aspettassi, ma non credevo che avesse nevicato così tanto!!!
Sprofondando sempre di più, fin quasi al ginocchio, raggiungiamo il bivio dove si abbandona la stradina per prendere a sinistra il sentiero per l'Alpe Canigiolo e il Monte Gradiccioli (stranamente non sono indicati nè la Bassa di Arosio nè il Monte Ferraro).
Ora, oltre alla neve da battere si aggiunge la fatica della salita, sempre tenendo d'occhio i segnali bianco-rossi sugli alberi, dato che la vecchia traccia non si scorge minimamente.
Intanto, sopra le nostre teste i faggi sono ormai nascosti da una coltre altissima di neve, creando la suggestiva impressione di camminare in una grotta di ghiaccio, ma minacciando di farci fare una doccia gelata da un momento all'altro!!
Dopo lo strappo ripido infine un lungo traverso in falsopiano, che in queste condizioni pare interminabile.
Sprofondando fino al ginocchio, strisciando per passare sotto ai rami piegati dalla neve e facendo attenzione a non scivolare sul ripido pendio alla nostra destra, ne veniamo finalmente a capo e raggiungiamo la Bassa di Arosio (2 h 55).
Alla Bassa decidiamo momentaneamente di sospendere ogni velleità di proseguire e ci fermiamo per il pranzo, godendoci il sole super caldo di oggi.
Il Monte Ferraro appare ancora più lontano di quanto pensassi, il cartello indica mezzora ma ovviamente non tiene conto del metro di neve fresca presente a terra!!
Terminato il picnic decidiamo comunque di andare a dare un'occhiata per vedere com'è la situazione.
La neve è ovviamente sempre tutta da battere, ma il bosco decisamente meno fitto rispetto al tratto precedente e la salita più "comoda".
Dunque non ci arrendiamo e decidiamo di proseguire verso la vetta.
Seguendo i segnavia aggiriamo un paio di antecime e, usciti finalmente dal bosco, raggiungiamo la selletta alla base del cucuzzolo sommitale.
Da qui uno strappo breve ma ripidissimo ci porta con enorme fatica in vetta al Monte Ferraro (3 h 45), in 50 minuti circa dalla Bassa di Arosio.
Ci godiamo il panorama, un pò offuscato da qualche nuvola bassa che sale dal Malcantone, giusto per pochi istanti, quindi ci tuffiamo in picchiata verso la selletta sottostante da cui siamo saliti.
Qui incontriamo altri escursionisti saliti per la via più diretta, dal versante sud della montagna, seguendo un sentierino che parte da alcune baite lungo la stradina dei Monti di Arosio (quella da noi percorsa stamane).
Visto che il percorso è già tracciato decidiamo quindi di scendere da questa parte, in modo da effettuare un bell'anello.
In discesa piuttosto ripida rientriamo quasi subito nel bosco, dove procediamo per un bel tratto seguendo l'evidente traccia. Notiamo che non ci sono segnavia intorno a noi: per salire di qui subito dopo una nevicata dunque bisogna essere ottimi conoscitori della zona!
Purtroppo per noi, probabilmente a causa della tantissima neve caduta dagli alberi, ad un certo punto la traccia si fa meno visibile e noi per errore seguiamo una traccia di animali, che si avventura su un pendio alquanto ripido e scomodo.
Accortici dell'errore solo dopo un bel pezzo, non sapendo da che parte sia il giusto sentiero, decidiamo di scendere dritti, visto che ormai mancano solo un centinaio di metri di dislivello alla stradina.
Cercando di volta in volta la via migliore ove passare, sbuchiamo finalmente su quello che pare essere un vero e proprio sentiero.
Senza segnavia e nascosto sotto un buon mezzo metro di neve immacolata, però pare proprio un sentiero!!
Con alcuni tornanti infatti arriviamo in vista delle baite ove pascolano le mucche scozzesi, da cui siamo passati in mattinata (credo siano le baite di Azzano, 5 h 10).
A questo punto, tolte le ciaspole, non ci resta che seguire la stradina del mattino, dove la neve nel frattempo si è dimezzata, e tornare alla macchina (5 h 45).
Da tempo mi incuriosiva questa cimetta secondaria: il Monte Ferraro, spesso un pò dimenticato per via della sua modesta altitudine e della posizione defilata rispetto alla cresta Lema-Tamaro, ma che oggi ci ha fatto penare a lungo e ci ha regalato una ciaspolata inaspettatamente wild ed anche un pò avventurosa.
Lasciata l'auto in uno dei piccoli parcheggi di Arosio, ci incamminiamo dirigendoci verso la chiesa. Incontriamo ben presto una palina segnavia, indicante già la nostra meta, quindi seguendo le paline con la scritta "sentiero", imbocchiamo la stradina che porta ai Monti.
Inizialmente si cammina su asfalto un pò ghiacciato, ma ben presto la neve inizia a coprire la stradina
e dopo una ventina di minuti possiamo calzare le ciaspole.
Si percepisce che ha smesso da poche ore di nevicare, gli alberi sono carichi e, scaldati dall'intenso sole di oggi, ci bombardano di piccole palle di neve molliccia. Nulla però lascia presagire la quantità di neve fresca che troveremo più in alto!
La stradina procede in falsopiano, con bellissimo panorama sul luganese e sulla Valcolla, ma ben presto iniziamo a faticare: la neve fresca che ricopre il terreno è sempre più alta, e ovviamente siamo i primi a passare dopo l'ultima copiosa nevicata, quindi ci tocca battere la traccia.
Non che non me lo aspettassi, ma non credevo che avesse nevicato così tanto!!!
Sprofondando sempre di più, fin quasi al ginocchio, raggiungiamo il bivio dove si abbandona la stradina per prendere a sinistra il sentiero per l'Alpe Canigiolo e il Monte Gradiccioli (stranamente non sono indicati nè la Bassa di Arosio nè il Monte Ferraro).
Ora, oltre alla neve da battere si aggiunge la fatica della salita, sempre tenendo d'occhio i segnali bianco-rossi sugli alberi, dato che la vecchia traccia non si scorge minimamente.
Intanto, sopra le nostre teste i faggi sono ormai nascosti da una coltre altissima di neve, creando la suggestiva impressione di camminare in una grotta di ghiaccio, ma minacciando di farci fare una doccia gelata da un momento all'altro!!
Dopo lo strappo ripido infine un lungo traverso in falsopiano, che in queste condizioni pare interminabile.
Sprofondando fino al ginocchio, strisciando per passare sotto ai rami piegati dalla neve e facendo attenzione a non scivolare sul ripido pendio alla nostra destra, ne veniamo finalmente a capo e raggiungiamo la Bassa di Arosio (2 h 55).
Alla Bassa decidiamo momentaneamente di sospendere ogni velleità di proseguire e ci fermiamo per il pranzo, godendoci il sole super caldo di oggi.
Il Monte Ferraro appare ancora più lontano di quanto pensassi, il cartello indica mezzora ma ovviamente non tiene conto del metro di neve fresca presente a terra!!
Terminato il picnic decidiamo comunque di andare a dare un'occhiata per vedere com'è la situazione.
La neve è ovviamente sempre tutta da battere, ma il bosco decisamente meno fitto rispetto al tratto precedente e la salita più "comoda".
Dunque non ci arrendiamo e decidiamo di proseguire verso la vetta.
Seguendo i segnavia aggiriamo un paio di antecime e, usciti finalmente dal bosco, raggiungiamo la selletta alla base del cucuzzolo sommitale.
Da qui uno strappo breve ma ripidissimo ci porta con enorme fatica in vetta al Monte Ferraro (3 h 45), in 50 minuti circa dalla Bassa di Arosio.
Ci godiamo il panorama, un pò offuscato da qualche nuvola bassa che sale dal Malcantone, giusto per pochi istanti, quindi ci tuffiamo in picchiata verso la selletta sottostante da cui siamo saliti.
Qui incontriamo altri escursionisti saliti per la via più diretta, dal versante sud della montagna, seguendo un sentierino che parte da alcune baite lungo la stradina dei Monti di Arosio (quella da noi percorsa stamane).
Visto che il percorso è già tracciato decidiamo quindi di scendere da questa parte, in modo da effettuare un bell'anello.
In discesa piuttosto ripida rientriamo quasi subito nel bosco, dove procediamo per un bel tratto seguendo l'evidente traccia. Notiamo che non ci sono segnavia intorno a noi: per salire di qui subito dopo una nevicata dunque bisogna essere ottimi conoscitori della zona!
Purtroppo per noi, probabilmente a causa della tantissima neve caduta dagli alberi, ad un certo punto la traccia si fa meno visibile e noi per errore seguiamo una traccia di animali, che si avventura su un pendio alquanto ripido e scomodo.
Accortici dell'errore solo dopo un bel pezzo, non sapendo da che parte sia il giusto sentiero, decidiamo di scendere dritti, visto che ormai mancano solo un centinaio di metri di dislivello alla stradina.
Cercando di volta in volta la via migliore ove passare, sbuchiamo finalmente su quello che pare essere un vero e proprio sentiero.
Senza segnavia e nascosto sotto un buon mezzo metro di neve immacolata, però pare proprio un sentiero!!
Con alcuni tornanti infatti arriviamo in vista delle baite ove pascolano le mucche scozzesi, da cui siamo passati in mattinata (credo siano le baite di Azzano, 5 h 10).
A questo punto, tolte le ciaspole, non ci resta che seguire la stradina del mattino, dove la neve nel frattempo si è dimezzata, e tornare alla macchina (5 h 45).
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