"Cammino Prealpino" ... Le Prealpi tra il Lario e il Sebino
L’idea di unire il Lario al Sebino lungo la fascia prealpina mi prese qualche anno fa. Poi, circostanze avverse, m’impedirono di realizzarla in modo continuativo. Ma il tarlo ormai rosicava dentro, e non mi permetteva di abbandonare l’idea. Così decisi di provarci comunque, seppure a singhiozzo, senza sapere se e quando l’avrei portata a termine. Oggi, primo giorno dell’anno, quando tutti iniziano qualcosa, io la finisco, percorrendo l’ultimo tassello mancante.
Non è certo una gran cosa, ma è quanto basta per zittire il vecchio tarlo, metterlo soddisfatto in archivio e dare spazio al prossimo che mi prenderà!
In base alla lunghezza, ai dislivelli e alla logistica, ho suddiviso la traversata in 5 tappe. Le descrizioni e le foto sono tratte da relazioni già pubblicate delle quali ho indicato la data. I periodi migliori per effettuarla sono sicuramente la tarda primavera per il verde e le fioriture, e l’autunno per i colori. Entrambi ottimali per la temperatura.
1a Tappa: Lecco – Forcella di Bura
Lunghezza: km 19
Dislivelli: salita m 1540 / discesa m 1250
25-26 ottobre 2014: Stazione a valle della funivia dei Piani d’Erna, ore 11,30. Zaino in spalla e m’incammino sotto un cielo plumbeo, poi entro nella nebbia e ne esco a tratti solo dopo la Bocca d’Erna! Proseguo verso il Passo del Giuff: il sentiero è piacevole e suggestivo con queste condizioni, regalandomi persino alcuni sprazzi di sereno con vista sui contrafforti del Resegone. Intorno alle 17 arrivo finalmente al Rifugio Tironi-Consoli dove sarò l’unico ospite. L’indomani riparto avvolto in una fittissima nebbia! Sono fiducioso, sicuramente più in alto ne sarò fuori, ma intanto devo prendere la direzione giusta. Dopo qualche svarione trovo il Passo del Palio. Sul primo panettone che salgo esco dalla nebbia e comincia lo spettacolo: da qui in avanti sarà solo piacere puro di camminare! Un piacere tutto mio, intimo, che mi godrò in solitudine per tutta la giornata! Costa del Palio, Zuc di Valbona, I Canti, infine i Tre Faggi: un percorso e un ambiente stupendo, prealpino per eccellenza, il mio preferito, non mi stancherò mai di camminarci dentro! Ora per raggiungere la Forcella di Bura mi aspetta la parte a me sconosciuta, ma dopo qualche inevitabile ravanaggio arriverò alla meta. Ai Tre Faggi abbandono il crinale ed inverto decisamente la direzione, volgendo a sinistra in direzione della Costa di Pralongone. Non ci sono indicazioni, forse una traccia, ma se c’è è ben nascosta sotto le foglie cadute col vento dei giorni scorsi. E' comunque facilmente intuibile. Entro in un valloncello nel bosco e poco dopo mi trovo su uno stradello che porta ad una radura con una piccola e brutta baita in legno, raggiunta dal basso da una sterrata, brutta anch’essa! Senza scendere alla baita taglio nel prato e mi porto sul crinale percorso da un muretto a secco. Qui trovo il sentiero che percorre la Costa di Pralongone, un sentiero visibilmente poco battuto, a volte incerto, soprattutto dov’è coperto dalle foglie. Tuttavia qualche segno ogni tanto si trova. Senza problemi raggiungo la croce della Corna Bianca, ma poco oltre, quando il sentiero lascia il crinale per scendere sul versante della Val Taleggio mi vengono dei dubbi! Preso atto che il sentiero è quello, anche se non mi convince, lo seguo e dopo qualche incertezza dovuta alle foglie che coprono tutto esco dal bosco e sbuco in una bella radura presso la Cascina S. Ambrogio. Qui trovo finalmente le indicazioni: Peghera da una parte e Gerosa dall’altra. Proseguo lungo la sterrata per Gerosa e mi ritrovo nuovamente sul mio crinale. Giunto presso un’orrenda torre in tubolari per uso caccia, lascio la strada principale e continuo diritto seguendo le indicazioni per la Forcella di Bura: ormai è fatta, penso, ma non sarà così! Supero l’ennesima postazione di caccia e dopo un tornante a sinistra mi trovo presso una cascina. Un tipo truce mi fa capire che di li non si passa: evito discussioni e ritorno sui miei passi (qui sono tutti armati!). Torno alla postazione di caccia e cerco il sentiero, che deve esserci sicuramente, visto che cento metri prima un cartello mi ha indirizzato qui! Ricerca inutile, non ci sono altri sentieri, ma quando cominciano a girarmi le palle arriva la provvidenza, con le sembianze di una dolce signora, diretta anch’essa alla mia stessa meta! Al tornante prima dell’uomo truce abbandoniamo lo stradello e scendiamo nel bosco. D’incanto ci troviamo sul sentiero e in breve siamo alla Forcella di Bura: missione compiuta! (Pernottamento a Gerosa presso B&B Bellavista a km 2,3 dalla Forcella, raggiungibile in bus o a piedi).
2a Tappa: Forcella di Bura – San Pellegrino Terme
Lunghezza: km 16
Dislivelli: salita m 1080 / discesa m 1600
19 novembre 2014: Partiamo dalla Forcella di Bura dirigendoci verso Est, lungo una sterrata priva di indicazioni ma segnata con un triangolo rosso. Dopo un po’ la sterrata diventa un ampio sentiero e in breve raggiungiamo un crinale con capanno di caccia. Superato questo, ignoriamo un sentierino che si stacca sulla destra e giunti a un bivio senza alcuna segnalazione, proseguiamo diritto in direzione del Foldone, tagliando i ripidi e selvaggi contrafforti del Sornadello. Sbucati su di un altro crinale con capanno di caccia, il sentiero diventa più esile e in alcuni tratti piuttosto insidioso per causa della spolverata di neve caduta. Raggiunto il crinale principale in prossimità di un colle con immancabile capanno, si torna finalmente a camminare rilassati e volgendo a destra in breve siamo alla Baita Foldone. Da questa saliamo sulla facile cima, osservati dall’alto da una coppia di aquile.
19 novembre 2015: Tornati alla Baita, scendiamo poi alla sella che divide il Foldone dal Castello Regina, nostra prossima meta. Passiamo inevitabilmente dall’ennesimo capanno di caccia e per una ripida traccia, scivolosa come l’albero della cuccagna, raggiungiamo la cima. Dal Castello Regina proseguiamo lungo il panoramico crinale fino al Pizzo Cerro e al Rifugio Lupi di Brembilla, poi scendiamo verso Catremerio fino al bivio col sentiero 592, che prendiamo sulla sinistra.
1 gennaio 2016: Al crocevia della Forcella Crosnello proseguiamo in direzione del Monte Zucco. Con un lungo percorso a saliscendi lambendo il crinale, aggiriamo il Corno dell’Arco, scendiamo attraverso una suggestiva faggeta ed infine raggiungiamo il Rifugio GESP. Superato il rifugio e giunti alla sella sopra la Val Merlonga, lasciamo il sentiero che scende a S. Pellegrino ed in breve saliamo al Monte Zucco. Un veloce sguardo al panorama e poi torniamo alla sella. Infine ci tuffiamo giù a Nord, nella scura, ripida e selvaggia Val Merlonga, lungo un sentiero tracciato ad arte che, superato il precipizio, ci porta dolcemente a S. Pellegrino, dove non mancano gli alberghi per il pernottamento.
3a Tappa: San Pellegrino Terme - Serina
Lunghezza: km 15
Dislivelli: salita m 1440 / discesa m 1000
31 ottobre 2015: Attraversato il ponte sul Brembo ci portiamo all’inizio del sentiero 594, segnalato con le classiche strisce bianco-rosse. Appena sopra le case questo si perde contro un tornante di una nuova strada. Risalendo sulla destra di questo si ritrovano presto i segni e senza problemi si risale tutta la selvaggia Valcava fino al Passo di Bracca. Da qui alla Tribulina di Salvarizza non c’è segnaletica, ma il percorso è facile da seguire, soprattutto se come noi si ricevono preziose e precise informazioni dai cacciatori locali … se prima non vi fate impallinare! Al Passo di Bracca abbandoniamo il 594 che scende ad intersecarsi col 597 e prendiamo a sinistra un bel sentiero che in breve ci porta alla cascina di Fenii. Risaliamo il prato dietro di essa e raggiungiamo il sovrastante colle con capanno di caccia. Appena sotto, sul versante opposto, troviamo un bel sentiero nel bosco che taglia tutto il versante Ovest del Rabbioso e del Corno di S. Croce. Lo seguiamo e come suggerito dai nostri informatori teniamo ad ogni bivio la destra. Giunti ad una casa sopra S. Croce, non ci facciamo tentare dalla stradina sottostante ma continuiamo sul sentierino parallelo che sale fino ad un tornante sulla destra. Di fronte ci sono dei fili di recinzione ed oltre questi una labile traccia che prosegue. Temendo che il sentiero che stiamo percorrendo ci porti troppo in alto, scavalchiamo i fili e proseguiamo diritto, arrivando così in breve alle case di Salvarizza, che aggiriamo sulla destra portandoci sulla sterrata che porta a Lepreno. Seguiamo questa in direzione Est fino ad incontrare la Tribulina al Passo di Salvarizza, dove troviamo il sentiero 598 che ci porterà in cima al Monte Gioco. Arrivati alle prime case di Spettino Alta lasciamo la strada e per prati saliamo all’amena località della Forcella di Spettino. Superiamo l’ultima rampa e finalmente raggiungiamo la cima. Poi, giù lungo il bel crinale, piuttosto scivoloso, passando dallo Zucchin e dalla Selletta di Corone. Infine, dopo aver attraversato una luminosa faggeta, raggiungiamo la strada e il piccolo borgo di Corone. Scendiamo sotto la chiesetta fin dove finisce la strada. Alla sinistra di un cancello, indicata da una freccia bianca, imbocchiamo la vecchia mulattiera che ci porta giù a Serina. Diversi alberghi per il pernottamento.
4a Tappa: Serina - Vertova
Lunghezza: km 21
Dislivelli: salita m 1260 / discesa m 1660
14 novembre 2015: Saliamo in via Pineta, dove troviamo le indicazioni del sentiero 502 diretto all’Alben. Dopo un primo tratto piuttosto monotono entriamo nel bosco, che salendo diventa sempre più interessante. Superato il Passo Sapplì l’ambiente cambia completamente. Attraverso piccole radure, boschetti e doline, tipiche di queste Prealpi, con percorso quasi pianeggiante raggiungiamo i pascoli della Baita Süra, al cospetto dell’Alben. Proseguiamo a mezzacosta fino alla Cascina dei Foppi, poi seguendo il sentiero 525 puntiamo verso il Passo Barbata, che raggiungiamo dopo un tratto molto suggestivo tra faggi, pareti e pinnacoli.
5 dicembre 2015: Dal Passo continuiamo per il Monte Suchello. Dopo un dolce inizio ed un ripido finale guadagniamo la cima, dove il panorama ci ripaga pienamente della fatica. Poi c’incamminiamo lungo la cresta Sud, che superata l’anticima scende ad Aviatico. Ignorato il primo bivio per la Valle del Grü, proseguiamo fino al Forcellino Donadoni, dove abbandoniamo il sentiero per Aviatico e con inversione di marcia scendiamo prima in direzione Barbata, poi verso la Valle del Grü. Giunti nel fondovalle di questa, seguiamo lo stradello fino a trovare le indicazioni sulla sinistra per la Val Vertova. Entriamo nuovamente nel bosco e con ultimo tratto piuttosto ripido e scivoloso scendiamo al torrente, che seguiamo lungo il suo spettacolare percorso fino a Ca’ Roset. Da questa infine si raggiunge Vertova su monotono asfalto. (Pernottamento al B&B Casamia, oppure a Gazzaniga all’ Hotel Serenella a 3,4 km da Vertova, raggiungibile in bus o a piedi).
5a Tappa: Vertova - Sovere
Lunghezza: km 24
Dislivelli: salita m 1580 / discesa m 1590
12 dicembre 2015: Saliamo dalla provinciale che percorre la Val Seriana. Il sentiero 542 parte in località Serio, un centinaio di metri prima della rotonda dove si stacca la strada per Casnigo. Un’ampia mulattiera ben tenuta sale ad incrociare l’asfalto, poi, subito dopo lo abbandona e continua fino a sbucare a Casnigo, in Contrada Cornello. Seguendo i segnavia attraversiamo prima il paese, poi ancora su sentiero raggiungiamo il bellissimo santuario della SS. Trinità (fin qui si può salire in auto). Sul retro di questo ritroviamo i segnavia per il Pizzo di Casnigo e il Monte Farno, sentiero 542-543. Prendiamo sulla destra una stradina asfaltata ed al primo tornante l’abbandoniamo seguendo un bel sentiero fino al bivio del Roccolo del Giundit, dove prendiamo a sinistra il 542 in direzione del Pizzo di Casnigo. Dopo essere scesi ad attraversare una stretta forra, risaliamo fino ad uscire sul crinale e proseguiamo superando un paio di cascine e lambendo il fantomatico Pizzo di Casnigo. Raggiunta una sella con piccola pozza d’abbeverata (asciutta), abbandoniamo il sentiero che tagliando a destra condurrebbe al Farno e proseguiamo “fuori pista” salendo al cucuzzolo sopra di noi (Q.1139). Scesi in breve ad un'altra sella, risaliamo nuovamente mantenendo il crinale fino a raggiungere prima una villetta verde e subito dopo il gigantesco Roccolo che domina Monte Farno. Riprendiamo il cammino, ora su sentiero, e dopo aver intercettato quello che sale dal Farno raggiungiamo la cima del Pizzo Formico.
17 dicembre 2015: Scendiamo alla Forcella Larga, poi risaliamo su traccia verso la Montagnina e ne raggiungiamo il crinale. Con un lungo e panoramico percorso a saliscendi ne superiamo il punto più elevato ed infine scendiamo alla sella dove transita il sentiero 508. Dalla sella, sempre per traccia, risaliamo il Corno dell’Altare. Scendiamo poi sul versante opposto cercando di mantenere il crinale sulla destra, puntando un evidente roccolo in basso. Una volta raggiunto, intercettiamo alla sua sinistra il sentiero 545B che ci porta al margine di Campo d’Avene, sulla sterrata che conduce alla Malga Lunga. Seguiamo questa fin dopo una grossa pozza, dove prendiamo sulla sinistra il sentiero 545A che in salita ci porta alla Baita di Monte Alto. Da questa, proseguendo sullo stesso sentiero, scendiamo sulla sterrata abbandonata in precedenza e la seguiamo fino ai Monti di Sovere e alla Malga Lunga, in vista del Lago d'Iseo.
29 marzo 2015: Dalla malga scendiamo in direzione di Sovere. Prima delle “Scale” lo abbandoniamo per scendere alla Croce del Frate. Dopo questa lasciamo lo stradello che sale a Possimo e seguendo l’indicazione per Sovere-Santuario scendiamo lungo un alveo asciutto, riportandoci nuovamente sul sentiero principale che ci porta prima al Santuario, poi al paese.
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