Lascio l’auto di buon’ora alla Forcella di Bura, dove alle 7:05 prendo il primo bus che scende a Zogno, poi bus fino a Bergamo, quindi treno per Lecco, infine, altro bus per la funivia Piani d’Erna dove arrivo alle 11:30……e qui finisce la parte più impegnativa e pallosa della traversata!
Zaino in spalla e m’incammino sotto un cielo plumbeo, poi entro nella nebbia e ne esco a tratti solo dopo la Bocca d’Erna! Proseguo verso il Passo del Giuff: il sentiero è piacevole e suggestivo con queste condizioni, regalandomi persino alcuni sprazzi di sereno con vista sui contrafforti del Resegone.
Presso la Carbonaia incrocio Mario (
numbers) di ritorno dal Tironi Consoli, dove con
Massimo e Mauro, saliti in bici da Morterone, mi hanno aspettato invano per tutto il pomeriggio…..a mia insaputa!
Intorno alle 17 arrivo finalmente al rifugio dove sarò l’unico ospite. La Renata, gentile e simpaticissima gestora, mi ha riservato una cameretta tutta per me con letto matrimoniale………e da quello che mi ha raccontato……..un’immeritata e ingiustificata fama mi ha preceduto……..portata qui da certi amici!
L’indomani riparto avvolto in una fittissima nebbia…..roba che nella mia Bassa non ricordiamo da decenni! Sono fiducioso, sicuramente più in alto ne sarò fuori, ma intanto devo prendere la direzione giusta e questo non dovrebbe essere un problema…..basta prendere il crinale! Tutto facile quando vedi dove vai: seguo il primo crinale che trovo ma non è il mio. Me ne accorgo presto e rimedio allo svarione…..in breve sono al Passo del Palio.
Sul primo panettone che salgo esco dalla nebbia e comincia lo spettacolo: da qui in avanti sarà solo piacere puro di camminare! Un piacere tutto mio, intimo, che mi godrò in solitudine per tutta la giornata!
Costa del Palio, Zuc di Valbona, I Canti, infine i Tre Faggi: un percorso e un ambiente stupendo, prealpino per eccellenza, il mio preferito……non mi stancherò mai di camminarci dentro!
Ora per raggiungere la Forcella di Bura mi aspetta la parte a me sconosciuta, ma dopo qualche inevitabile ravanaggio arriverò alla meta.
Ai Tre Faggi abbandono il crinale ed inverto decisamente la direzione, volgendo a sinistra in direzione della Costa di Pralongone. Non ci sono indicazioni, forse una traccia, ma se c’è è ben nascosta sotto le foglie cadute col vento dei giorni scorsi, è comunque facilmente intuibile. Entro in un valloncello nel bosco e poco dopo mi trovo su uno stradello che porta ad una radura con una piccola e brutta baita in legno, raggiunta dal basso da una sterrata, brutta anch’essa! Senza scendere alla baita taglio nel prato e mi porto sul crinale percorso da un muretto a secco. Qui trovo il sentiero che percorre la Costa di Pralongone, un sentiero visibilmente poco battuto, a volte incerto, soprattutto dov’è coperto dalle foglie, tuttavia qualche segno ogni tanto si trova. Senza problemi raggiungo la croce della Corna Bianca, ma poco oltre, quando il sentiero lascia il crinale per scendere sul versante della Val Taleggio mi vengono dei dubbi: quelle poche notizie che ho trovato dicono di mantenere il crinale. La mia diffidenza mi porterà a ravanare su e giù…..di qua e di là del crinale! Meglio comunque qualche inutile ravanaggio esplorativo piuttosto che finire completamente fuori rotta! Preso atto che il sentiero è quello, anche se non mi convince, lo seguo e dopo qualche incertezza dovuta alle foglie che coprono tutto esco dal bosco e sbuco in una bella radura presso la Cascina S. Ambrogio. Qui trovo finalmente le indicazioni: Peghera da una parte e Gerosa dall’altra. Proseguo lungo la sterrata per Gerosa e mi ritrovo nuovamente sul mio crinale. Giunto presso un’orrenda torre in tubolari per uso caccia, lascio la strada principale e continuo diritto seguendo le indicazioni per la Forcella di Bura: ormai è fatta…..penso….ma non sarà così! Supero l’ennesima postazione di caccia e dopo un tornante a sinistra mi trovo presso una cascina. Un tipo truce mi fa capire che di li non si passa: evito discussioni e ritorno sui miei passi (qui sono tutti armati!). Torno alla postazione di caccia e cerco il sentiero, che dev’esserci sicuramente, visto che cento metri prima un cartello mi ha indirizzato qui!
Ricerca inutile, non ci sono altri sentieri……ma quando cominciano a girarmi le palle arriva la provvidenza, con le sembianze di una dolce signora, diretta anch’essa alla mia stessa meta! Al tornante prima dell’uomo truce abbandoniamo lo stradello e scendiamo nel bosco…….d’incanto ci troviamo sul sentiero e in breve siamo alla Forcella di Bura: missione compiuta!
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