Monte Bregagno 2017 m e Monte Grona 1736 m
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Comincio col dire che, se siete curiosi, e almeno uno so che c’è, e volete vedere chi sono Eleonora e Angelo dovete andare alla foto N. 31 poi se vorrete continuare a leggere…
Oggi dovrebbe essere la giornata migliore del ponte per cui un giro alla Grona sembra l’ideale, il percorso è uno di quelli più panoramici della zona. Ricordo ancora la prima volta che ci venimmo, secoli fa. Allora la Grona era stata la nostra meta, meno allenati e meno esperti, ci affidavamo ai libri più che alle cartine, poi con il tempo…
Lasciamo la Smartina ai Monti di Breglia, meglio evitare il tratto sterrato, per lei ma anche per noi visto gli ammortizzatori inesistenti!
Nonostante la strada ora prosegua fino a un posteggio poco più alto il sentiero esiste ancora e in breve raggiungiamo il posteggio più alto. Continuiamo sul panoramico sentiero e al bivio proseguiamo per Sant’Amate. Lungo il traverso sentiamo odore di fumo, impossibile arrivi dalla malga e qui vicino altre costruzioni non ci sono…l’arcano si scopre alla chiesetta, due sedicenni hanno bivaccato qui stanotte e ora stanno cercando di scongelarsi dopo la notte quasi insonne a causa dei cinghiali. E’ bello vedere e ascoltare ragazzi così giovani entusiasti di quanto hanno fatto, la notte insonne per i cinghiali, i cervi la mattina, l’alba sul lago, grazie al cielo esistono anche loro!
Li salutiamo dopo aver declinato l’offerta di una brioche semicongelata e proseguiamo.
La salita al Bregagno si risolve tutto nella salita al Bregagnino, interminabile, pensi di essere arrivato e invece no, un altro dosso e poi un altro e un altro ancora. Con la neve solitamente si sale diritti come un fuso, ora seguiamo il sentiero ma la cosa non cambia, interminabile rimane!
Giunti in cima appare il Bregagno innevato, francamente non ce lo aspettavamo, qualche chiazza certo ma non tutta la calotta terminale. Sapendo che spesso e volentieri l’ultimo tratto è duro e ventato i dubbi sulla possibilità di salire, ma soprattutto scendere un po’ ci vengono. A occhio sembrano soltanto gli ultimi 100-150 m per cui andiamo a vedere.
Niente di tutto ciò, la neve è ottima e nemmeno molta alla fine. La salita sarebbe solo piacere ora, se non fosse rovinata dal solito vento che difficilmente qui manca!
Toccate e fuga, ci abbassiamo per fare qualche foto e rimandiamo la sosta a Sant’Amate.
A Sant’Amate veniamo raggiunti da un gruppo di caciaroni, troppo casinisti: “guarda qua la Pianchette ti ricordi….siamo saliti…e là quello cos’è e quell’altro…oh ma voi camminate troppo veloci, che passo…non sono più abituata…” e avanti così, voci che probabilmente arrivavano fino a Breglia! La sosta si risolve in un po’ di te e del cioccolato quindi proseguiamo per cresta verso la Grona.
Mi auguro vivamente di trovare un punto dove fare sosta bagno, ma oggi mi sa che me la porto fino al rifugio, ogni volta che mi dico forse è il momento buono toh che spunta qualcuno, vedi Sant’Amate!
E qui l’incontro, questa volta la mia proverbiale incapacità di riconoscere le persone non centra…chi li aveva mai visti! In tutta franchezza e, non me ne vogliano, me li ero immaginati come due vecchietti…il motivo boh!!! Poi a memoria, quando si parlava di Eleonora come di una grande skyrunner, beh avrei dovuto pensarci meglio!!!
Peccato aver fatto il giro nel senso inverso, ci fossimo visti alla partenza sarebbe stato molto bello condividere l’intera giornata, speriamo in futuro…
Per il bagno niente da fare, sbucano teste in ogni cantone. Raggiungiamo la Grona, sosta fotografica e breve spuntino e quindi giù per la direttissima.
Al rifugio contrariamente a quanto temevamo c’è poca gente. Dopo essermi fiondata nel bagno, finalmente…, ci sediamo all’esterno del rifugio in contemplazione del tanto decantato panorama che da qui si può osservare.
Il ritorno alla macchina è ora veloce e in men che non si dica siamo al posteggio!
Bellissima giornata e anche nei soliti posti si trova sempre qualcosa di nuovo, questa volta il nuovo sono stati Eleonora e Angelo!
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