Mot Gianin da Cuzzago lungo il "sentiero degli alpetti senza nome" - Corni di Nibbio


Publiziert von atal , 27. April 2014 um 12:46.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:25 April 2014
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1200 m
Abstieg: 1200 m
Kartennummer:IGM PREMOSELLO CHIOVENDA F° 15 II S.E. Ed. 4

Introduzione
Continuo l'esplorazione della selvaggia regione dei Corni di Nibbio, partendo per la seconda volta consecutiva da Cuzzago (210 m), fraz. di Premosello-Chiovenda (VB). L'idea iniziale era quella di raggiungere i ruderi dell'alpeggio situato a 1150 m sopra il Mot Gianin (1049), la dorsale che scende dal Pizz d'la Vugia e delimita a ovest la parte bassa della valle di Nibbio.
Alla fine, ho rinunciato a raggiungere quell'alpeggio ma ho trovato un modo di raggiungere il colletto del Mot Gianin, alternativo alla cosiddetta "via normale da Cuzzago" (da non confondersi con la "via normale da Nibbio"...).

Si tratta di un percorso di difficile individuazione perché ci sono solo brandelli di sentieri: tra un tratto di percorso definibile come "sentiero" e la successiva ci sono zone prive di segnaletica. Qua e là ci sono ometti e segni di vernice rossa sbiaditi, che nella parte alta sono sostituiti da segni bianchi, poi solo qualche taglio.

La Linea Cadorna 
Parto da Cuzzago e mi dirigo verso il Rio dei Mulini, che attraverso su un ponte pedonale in cemento dopo un cartello del Parco Valgrande che indica l'inizio del sentiero di accesso alla Linea Cadorna. Sul lato opposto imbocco un sentiero che traversa a dx nel bosco alla base della montagna. In pochi minuti il sentiero si immette sulla jeppabile che, come scoprirò al ritorno, inizia dietro il capannone della Chimica Ossolana, a ovest dell'abitato di Nibbio. Inizio a risalire la strada sterrata fino ad un bivio, dove imbocco la mulattiera che sale sulla sinistra, ricalcando il tracciato di un tratto della Linea Cadorna. Al bivio l'altimetro segna circa 450m e sono partito da 30'.

Continuo a salire lungo la mulattiera, cercando un sentiero che mi faccia attraversare il rio Balangeri (in questa parte del percorso è alla mia dx) ma, non notando indicazioni, proseguo lungo la mulattiera fino a dove questa si riduce ad un sentiero che costeggia una lunga trincea. Dove la trincea finisce, il sentiero  lascia il posto ad una traccia poco evidente che sale nel ripido bosco sulla dorsale tra il Vallone dei Mulini (a sx) e il rio Balangeri (a dx). Si trovano qua e là dei segni di vernice rossa. In breve la traccia, superato un albero caduto, immette su una parte della linea Cadorna che non è collegata con la parte sottostante (circa a 600m, 1 ora  da Cuzzago).

Dopo qualche vana ricerca di segni rossi o ometti, scendo lungo la mulattiera (dx) e al primo tornante, trovo una traccia che si cala (a sx) fino al greto del rio Balangeri, dove si vedono dall'alto degli ometti.

Il sentiero degli alpetti senza nome
Una volta sceso sul fondo si vedono delle frecce rosse su alcuni massi ma non è chiaro dove sia la continuazione del percorso. Nel dubbio, inizio a risalire il versante opposto dove in breve trovo i resti del muro di sostegno del vecchio sentiero. Sulla sx c'è una specie di balma: al ritorno ho constatato che il vecchio sentiero passava di lì e arrivava ad attraversare il guado pochi metri più a monte rispetto a dove sono passato all'andata. Da qui in avanti risulta abbastanza agevole seguire il sentiero, grazie anche a diversi segni rossi e qualche ometto posti nei punti strategici.
Arrivo così ad un primo rudere (800 m circa, 35' da quando ho trovato la traccia che scende al guado), poi ad un secondo (840 m circa) e quindi ad un terzo rudere (860 m circa - meno di 15' dal primo rudere; 1:50 nette da Cuzzago, se si conosce il percorso). Si tratta di miseri alpetti imboscati e non segnati sulle carte, testimonianza della dura vita dei tempi passati.

Il sentiero "del faggio"
Salgo alle spalle dell'ultimo rudere, seguendo un traccia che inizia a risalire verso la dorsale soprastante (che separa i valloni del rio Balangeri, a sx, da quello del rio Pianezza, a dx), con qualche passaggio su rocce e le prime aperture panoramiche. Iniziano a comparire dei segni bianchi sulle rocce, in progressiva sostituzione dei segni rossi. Ad un certo punto, dopo un traverso a dx su rocce indicato da una grande freccia bianca, risalgo un ripido pendio erboso verso sinistra, guadagnando così la dorsale panoramica che risalgo fino ad un risalto roccioso. Qui mi rendo conto che sto salendo a vista, senza più il conforto né di segni di vernice né di ometti, in un ambiente sempre più severo. Decido quindi di scendere.
Il mio altimetro segna quota 1100m.

Scoprirò poi, grazie all'ottimo sito http://www.in-valgrande.it/, che stavo salendo effettivamente lungo il percorso che porta al grande faggio a quota 1170 m (punto di riferimento per i cacciatori della zona) e, di lì, all'alpe che avrei voluto raggiungere. Il percorso è segnato come sentiero sulla carta IGM ma in realtà è un percorso impegnativo (è valutato F sul sito citato) che sale fino a verso i 1250 m, sotto le rocce alla base di Pizz d'la Vugia, per poi calare sull'alpeggio a quota 1150m.

La via per il Mot Gianin
Ridisceso al più alto dei tre ruderi, noto una traccia a sx e un segno rosso su una pietra in quella direzione (a dx per chi sale).  Provo a seguire la traccia e arrivo così ad una carbonera sul fondo (asciutto) del vallone del rio Pianezza, alla base della dorsale del Mot Gianin.
A questo punto risalgo il fondo del vallone in un fitto e ripido noccioleto, senza segnavia e senza tracce, fino ad una biforcazione del canale, alla base di uno sperone di roccia. Risalgo il pendio a dx della parete, dove trovo delle tracce di sentiero che in breve mi fanno guadagnare la sommità del Mot Gianin (1049m, 20' dal terzo rudere - circa 2:10 totali al netto delle incertezze sul percorso e delle brevi pause).

Da questa prospettiva, la grande frana della valle di Nibbio non sembra più così enorme come quando la si osserva dal fondovalle ossolano.

La discesa
In discesa ho scoperto, come già anticipato, che il tratto "alto" della linea Cadorna non è collegato con il sottostante perché una frana ha portato via la parte intermedia. Inoltre ho constatato quanto è facile non vedere un bivio: scendendo lungo la jeppabile sono arrivato fino alla zona industriale di Nibbio perché non ho notato il sentiero che porta al ponte di cemento e quindi a Cuzzago.
Ad ogni modo il tempo netto per il ritorno è stato di 1:20 (dal Mot Gianin a Nibbio), più circa 30' (evitabili) per raggiungere il centro di Cuzzago dalla Chimica Ossolana lungo la strada asfaltata.

In totale l'escursione è durata 7 ore, che possono essere dimezzate se si conosce già la zona.

Tourengänger: atal


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Kommentare (11)


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wildfrog hat gesagt: Ritorno
Gesendet am 5. Mai 2014 um 15:09
Ciao, tutto molto interessante. Anch'io sono molto interessato a quella zona!
Se non ho capito male al ritorno hai ripercorso la stessa via dell'andata? Come mai dal Mot Gianin non sei sceso a Nobbio?
Grazie e ancora complimenti!

atal hat gesagt: RE:Ritorno
Gesendet am 6. Mai 2014 um 12:29
Non sono sceso a Nibbio perché non ho mai fatto quel percorso in salita e, memore della disavventura di cui ho relazionato nel giro dell'Alpe Corte Lorenzo, non volevo rischiare di perdere troppo tempo a districarmi "tra fasce rocciose e spineti", nel caso avessi perso la strada.

wildfrog hat gesagt: RE:Ritorno
Gesendet am 6. Mai 2014 um 13:38
Te l'ho chiesto in quanto la discesa da Sasso Grande dovrebbe (dovrebbe...) essere ben segnata in quanto trattasi di sentiero accatastato in provincia, ovvero marcato da segni rettangolari bianco-rossi.
In merito a rocce e rovi, non parlarmene... domenica dopo ben due tentativi infruttuosi (sempre in quella zona) sono tornato a casa tutto graffiato e con una serie di "sette" nei pantaloni.

Grazie e buone uscite!

fabioadx hat gesagt: RE:Ritorno
Gesendet am 28. November 2015 um 14:42
ciao e complimenti per la gita! volevo sapere, non conoscendo minimamente il posto, anche se so dove si trova il mot gianin essendo della valle anzasca, potrei riuscire ad arrivarci o è troppo complicato e poco evidente?, grazie!!

atal hat gesagt: RE:Ritorno
Gesendet am 13. Februar 2016 um 16:44
Fabio, riporto anche qui quello che ti avevo già scritto in privato tempo fa perché penso che possa essere utile anche ad altri.
Questo è stato il mio primo tentativo di raggiungere il Mot Gianin ed è riuscito un po' per caso, tra l'altro "scoprendo" un percorso che non è certo la "via normale", ad ogni modo è sicuro (non ci sono passaggi esposti) ma richiede dimestichezza con ambienti inselvatichiti e un certo "occhio" per riconoscere i tagli sui rami, che qui fungono da segnavia al posto dei segni di vernice...Ad ogni modo le possibilità sono tante. Per la "via normale" con partenza da Nibbio, vedi anche anche le altre mie relazioni "Sasso Grande e Mot Gianin" e "Al Balm d'la Vegia" (quest'ultima per la parte del ritorno). Considera che tutti i percorsi diversi da questo del 25/04/14 (sia da Cuzzago che da Nibbio) prevedono di raggiungere prima il Sasso Grande e poi da lì, seguendo la dorsale, il Mot Gianin. La partenza da Nibbio è facilmente individuabile perché all'inizio devi passare dove c'è la nuova palestra di roccia "La Panoramica", che è segnalata da cartelli e segni di vernice bianchi. Comunque sono tutti percorsi con tratti poco chiari e malagevoli (terreno ripido e franoso, piante cadute da scavalcare, rovi: spesso questi tre elementi tutti insieme...).

fabioadx hat gesagt: RE:Ritorno
Gesendet am 13. Februar 2016 um 21:09
perfetto! ;)

davidecapo hat gesagt:
Gesendet am 3. Januar 2022 um 19:33
Ciao, per caso hai in giro la traccia GPS? Ho fatto oggi questo giro (senza salire al faggio), purtroppo ho ravanato molto per rimanere sulla giusto percorso a causa del gran numero di "false tracce" (animali? Cacciatori?) e scarsezza di segni e ometti. Prima di metterlo su openstreetmap vorrei confrontarlo con il tuo se possibile. Grazie

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. Januar 2022 um 07:28
Ciao. Non ho la traccia di questo giro ma il percorso degli alpetti senza nome l'ho percorso anche al ritorno da un giro successivo, di cui dovrei avere la traccia: https://www.hikr.org/tour/post89612.html
Se la trovo, la pubblicherò sulla pagina relativa (link precedente).

davidecapo hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. Januar 2022 um 14:28
Ok, grazie mille

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. Januar 2022 um 07:10
Ciao. Ho trovato la traccia ma, visto che contiene anche tratte in automobile (ero alle mie prime armi con questi strumenti...), ho inserito direttamente il sentiero degli alpetti senza nome su OSM: https://www.openstreetmap.org/#map=14/46.0056/8.3858

davidecapo hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. Januar 2022 um 20:07
Perfetto grazie, visto ora. Poi magari modifico qualcosa: fino al primo alpetto mi sono perso via e la mia traccia è piuttosto diversa (sono arrivato ad una balma e carbonera più in alto rispetto alla traccia giusta che mi hanno fuorviato...), mentre dopo il terzo ho seguito una buona traccia con molti tagli che rimane più alta e infatti non sono arrivato alla carbonera a 936 ma direttamente sul fondo del canale più in alto. Thanks


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