Alpe Pianezza lungo la Cola Teu


Publiziert von atal , 17. April 2014 um 13:33.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:13 April 2014
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1250 m
Abstieg: 1250 m
Strecke:Cuzzago, Sciarina, Cola Teu, Pianezza
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Cuzzago, fraz. Premosello-Chiovenda (VB). Per arrivare: Superstrada del Sempione, uscita di Mergozzo, direzione Cuzzago. Ci sono diverse possibilità di parcheggio, tutte equivalenti perché il paese è piccolo.

Introduzione
La Cola Teu è la lunga dorsale che origina dall'anticima sud (1827 m) del Moncucco, a sua volta parte del massiccio del Proman, tra la Valgrande e la bassa Ossola.

La risalita della Cola Teu è un percorso privo di segnaletica, in un ambiente selvaggio in cui si percepisce ad ogni passo un senso di isolamento e abbandono pressoché totali, come all'interno della Valgrande. La dorsale alterna salti di roccia a zone quasi pianeggianti. Il percorso descritto aggira i salti più repulsivi e affronta direttamente quelli meno ripidi.

Su questa dorsale, tra i 1250 e i 1300 m ci sono i ruderi dell'Alpe Pianezza, indicata erroneamente sulle carte come "Piazzeda".

L'alpe è oggi ridotta ad un gruppo di ruderi di cui rimangono solo pochi sassi, in posizione non particolarmente panoramica, specie se confrontata con quella dell'Alpe Saler, o di Pra d'Gatt, tanto per rimanere in zona (e di cui ho relazionato sempre su questo sito).

Purtroppo durante quest'ultimo inverno un incendio ha carbonizzato molti alberi; alla fine dell'escursione avevo cenere ovunque.

La salita
La partenza è a Cuzzago, fraz. di Premosello Chovenda: si prende la strada che fa il giro del paese e, subito prima di un caratteristico arco "carrabile", si imbocca  a dx via La Motta. Ad un certo punto sulla dx si prende una stradina che sale  verso la montagna (casa rosa all'angolo) e poi si svolta a sx. Qui si può arrivare anche prendendo la strada che sale di fronte alla fontana del paese (se la si trova), dove c'è anche il segnavia dei sentieri. Lasciate alle spalle le ultime case, il sentiero sale fiancheggiato da muri a secco e arriva in breve ai ruderi dell'Alpe La Crose (5') e dell'Alpe La Motta (altri 5'), per poi incrociare una strada asfaltata presso un grande masso (Palestra di roccia, altri 5'). Da qui si segue la strada fino alle splendide azalee che in questa stagione annunciano l'inizio del Borgo Fogliareccio (10'). Sempre lungo la strada si arriva ad un bivio: si prende la strada verso sx fino al termine dell'asfalto. Qui inizia il sentiero, privo di segnaletica, che porta all'alpe Sciarina in circa 10'. Arrivati a Sciarina (ultima fonte di acqua fino a Pianezza, 500 m), lascio alla mia dx la baita e imbocco il sentiero, che arriva subito ad un bivio. Qui si prende la traccia a dx, che presto tende a scomparire nella boscaglia, dove rovi e alberi caduti sono di ostacolo alla progressione. Si sale senza traccia cercando di resistere alla tentazione di traversare a destra o a sinistra. Dopo pochi minuti in cui ci si deve districare tra fasce rocciose parzialmente franate (ma non difficili) si noterà la massicciata a secco che sorregge un brandello del vecchio sentiero (580 m circa). Da questo punto in poi ci sono anche alcuni ometti. Si supera così un salto roccioso senza alberi con un dislivello di circa 80 metri, poi - quando la dorsale appiana - il sentiero scompare nell'erba secca (ho notato un paio di ometti ma non portavano da nessuna parte). Si sale senza percorso obbligato lungo la facile dorsale erbosa, sempre evitando di traversare, fino a quando si arriva in una zona pianeggiante alla base di una parete rocciosa (780 m). A questo punto si traversa in salita a dx alla base della parete seguendo un'esile traccia in un terreno bruciato dove stanno spuntando le felci. Superato un greto (secco) alla base di un canalone, si entra nella boscaglia e poi si svolta a sinistra (tracce) in un canalino erboso che conduce in breve su un pianoro (880 m). Da qui si sale la dorsale a dx dove si trova una traccia nella boscaglia che conduce ad un canalino tra le rocce. Si arriva su un altro pianoro (920 m) sormontato da una parete; questa viene aggirata traversando a sx (lato rio del Teu) su tracce di sentiero, fino ad arrivare a un nuovo tratto di dorsale in piano (990 m). Al termine di questo pianoro c'è un'altra paretina che si risale sulla sx su terreno roccioso (e terroso) annerito dalla fuliggine, poco solido e moderatamente esposto sul versante del rio del Teu. Questo tratto è poco piacevole, soprattutto in discesa. In cima ho trovato un piccolo ometto che si è rivelato essenziale per ritrovare il passaggio al ritorno.
Si risale un ulteriore tratto pianeggiante (1100 m), via via che si procede più pendente, fino ad arrivare poco sotto il punto culminante di questo tratto della dorsale. Questo viene evitato traversando sulla dx su una specie di cengia, apparentemente un residuo del vecchio sentiero. Al termine della cengia si arriva ad una sella dove la traccia principale continua sul lato sx della dorsale, nel bosco, fino ad arrivare al primo rudere dell'Alpe Pianezza (1260 m), a destra del sentiero.

Fino qui circa 2:30.

Divagazioni
Sono salito lungo il margine dx della pietraia che inizia sopra il rudere più alto (ridotto a un brandello di muro), sul costone che sale verso l'anticima del Moncucco. Bella vista sul vallone del Rio dei Mulini e la conca del Curtet, che da qui si vede d'infilata. Superato un primo salto roccioso, mi sono fermato su un poggio panoramico a poco meno di 1500 m. Continuare oltre e puntare all'anticima del Moncucco? In fondo mancano solo 300 m e il tempo si è rasserenato. Poi penso che sia più prudente fermarsi qui: sono solo, l'isolamento è totale e i ripidi pendii che dovrei affrontare sono ancora più insidiosi in questa stagione in cui l'erba secca è schiacciata in giù dal peso della neve.

Dopo una breve pausa, ridiscendo nella zona dei ruderi e vado a cercare il sentiero per l'Alpe La Piana: dopo qualche tentativo (la boscaglia circonda i ruderi) ho trovato il sentiero semplicemente proseguendo nel bosco lungo la traccia seguita all'andata nel bosco a sx del rudere più basso. Ben presto si giunge a quello che resta di un muro a secco e un piccolo torrente con tanto di tubo di gomma (è l'unica fonte trovata dopo Sciarina), incredibile in un posto come questo. Poi il sentiero, molto più evidente di quello seguito in questa escursione, punta al rio del Teu che oggi scorre sotto una valanga. Anche oltre il torrente, il sentiero per La Piana prosegue evidente, tagliando il pendio fino a sotto una caratteristica parete di roccia chiara, visibile da più punti anche salendo lungo la Cola Teu. Può tornare utile per una prossima escursione, magari un percorso ad anello.

La discesa
Per oggi ho visto abbastanza e decido di scendere percorrendo l'itinerario dell'andata.
Per quanto riguarda la discesa, il passaggio "chiave" dell'escursione è la prima paretina da affrontare in discesa: ci si cala sulla dx, in corrispondenza ad un piccolo ometto che si vede solo all'ultimo momento. Ho provato anche a scendere la paretina frontalmente ma ad un certo punto sono dovuto risalire perché sotto di me c'era un vero e proprio salto.

Tourengänger: atal


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