Alpe Pianezza dall'Alpe Curtun


Publiziert von atal , 23. November 2014 um 22:48.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:23 November 2014
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:45
Aufstieg: 1100 m
Abstieg: 1100 m
Strecke:Cuzzago - Alpe Vargia - Alpe Curtun - Alpe Pianezza
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Dalla superstrada del Sempione si raggiunge Cuzzago, fraz. di Premosello Chiovenda (VB)
Kartennummer:IGM Serie 25DB Foglio Cicogna Ed 1; IGM Serie M891 Foglio Premosello Chiovenda Ed. 4; CNS 285 Domodossola Ed. 2000; Carta Zanetti Parco Valgrande

Con la prima neve, inizia la stagione dei giri sui versanti meridionali dei monti che cingono la Valgrande. Ritorno a Cuzzago diretto all'Alpe Pianezza (indicata erroneamente sulle carte come "Piazzeda"), già raggiunto in primavera, ma questa volta passando dall'Alpe Curtun (non segnato sulle carte), con il suo caratteristico balmo, e scavalcando la cima quotata 1241 m sulla tavoletta IGM, punto culminante del versante che sovrasta Cuzzago. Una descrizione in tedesco dell'itinerario si può trovare sul sito alpi-ticinesi.ch. Dopo l'Alpe Curtun non esiste un sentiero vero e proprio (o io non l'ho trovato)e ci si muove basandosi sul proprio senso dell'orientamento e sul proprio intuito. Buona parte del percorso si svolge nel bosco, dove si affrontano anche tratti molto ripidi ma non esposti. Per guadagnare la quota 1241 m si sale su terreno aperto tra erba e rocce, dove l'esposizione aumenta regalando scorci di selvaggia bellezza.
 
A Cuzzago si imbocca via Cadolini fino al suo termine (arco) in direzione N, quindi si svolta a dx e subito a sx, dove - in corrispondenza ad un lavatoio - inizia l'ottimo sentiero che porta all'Alpe Vargia (caratteristici segnavia a "faccia di animale" rossi). Verso la fine di questo primo tratto di percorso, si arriva in un cantiere: qui si deve aggirare la recinzione in senso orario (quindi prima verso sx, poi verso l'alto), fino a prendere la jeppabile che in breve porta al monumento ai partigiani della Vardarola e, di lì, alla soprastante Alpe Vargia (30'; 436 m), indicata sulle carte come "La Mola". Il sentiero per Curtun inizia sulla sinistra a monte dell'ultima casa, dove si trova la sorgente dell'Alpe (ultima acqua fino a Pianezza). Si aggira sulla sx la roccia che sovrasta la sorgente e, inizialmente, si risale nel greto soprastante, in questa occasione umido ma senza acqua corrente. Il sentiero è quasi sempre evidente ed è segnalato da ometti e segnavia di vernice blu. La vegetazione è quella tipica di questi versanti alle basse quote: rovi, eriche, ginestre dei carbonai e felci nei tratti aperti, altrove castagni, querce, noccioli e betulle. Si arriva in breve ad un colletto (635 m), dove si trova una lapide e dove si incrocia il tubo dell'acqua che scende nel vallone dei Mulini. Il sentiero per Curtun prosegue a sx, indicato da ometti frequenti. In breve si arriva su un pianoro boscoso intorno a quota 720 m: siamo arrivati all'Alpe Curtun (1:05 da Cuzzago), anche se non lo si vede. Il sentiero, segnato - ancora per poco - da ometti (i segni blu sono già finiti da quando abbiamo lasciato il tubo dell'acqua), si sviluppa a dx dei ruderi, sul confine tra il bosco di castagni e una zona dove crescono erba e felci. Per vedere i ruderi si deve quindi fare una piccola deviazione nel bosco verso O (sx). Ne vale sicuramente la pena per il balmo, ancora ottimamente conservato, situato più in alto rispetto agli altri ruderi (circa 740 m). Per trovarlo però occorre un pizzico di fortuna, altro non saprei dire, visto che non ci sono punti di riferimento. 

Esplorato quello che resta dell'alpeggio, riprendo il sentiero. Dopo poco però gli ometti si diradano fino a sparire del tutto e non vedo nemmeno i tanto attesi tagli fatti col falcetto a indicare la via. Mi sposto quindi verso O (sx), perché a E c'è il dirupato vallone dei Mulini, da cui penso sia meglio stare alla larga. Arrivo così su un ghiaione (situato a monte della zona dell'Alpe Curtun), che risalgo fino alla sua sommità. Salgo quindi nel bosco soprastante in una sorta di canalino, sempre senza sentiero. Ad un certo punto, traverso il canale verso sx (ho lasciato un ometto dove ho cambiato direzione) fino ad arrivare sopra un cambio di pendenza (rocce) a circa 850 m. Salgo ancora nel bosco sempre verso sx fino a dove vedo, sulla sx, una giavina, che attraverso raggiungendo così un muro di sostegno vicino alla base di una grande parete triangolare (930 m circa). Traverso a sx sotto le rocce, fino a portarmi all'inizio di un ripido canalino delimitato sulla sx da una parete priva di punti deboli. Lo risalgo lunga la linea di massima pendenza quasi fino al sue termine, sprofondando nelle foglie secche ad ogni passo, prima poggiando a sx, poi - dopo una sorta di biforcazione - portandomi al centro del canale sulla dx. Ad un certo punto decido di puntare alla spalla erbosa sulla dx, che raggiungo intorno a q 1090. Da qui si trovano nuovamente degli ometti: a quanto pare il percorso più frequentato (si fa per dire) si sviluppa sul crinale che delimita a O il Vallone dei Mulini. Proseguo lungo il colmo della dorsale fino ad arrivare, in breve, ad una sorta di pianoro, dove si trovano dei resti di muri di sostegno (1110 m circa). Oltre il pianoro, la traccia (ometti) sale su un ghiaione e poi entra nel bosco sulla dx, fino ad uscire su terreno aperto, in un ambiente molto bello e panoramico, dove l'esposizione e la pendenza aumentano. In questo tratto c'è un sentiero piuttosto evidente. Si giunge così su una spalla, ripida ed esposta verso il Vallone dei Mulini, dove si trovano alcuni alberi secchi (da memorizzare per ritrovare la strada al ritorno). Qui si risale con percorso libero tra blocchi di roccia, cuscini di erica ed erba alta, fino a guadagnare la sommità quotata 1241 m sulla tavoletta IGM. Da questa elevazione, che è situata immediatamente a sud della dorsale della Cola Teu, si scende ad una sella e si risale il versante opposto, guadagnando finalmente la dorsale citata, poco prima del primo rudere dell'Alpe Pianezza (1298 m secondo la tavoletta IGM; 1:35 da Curtun; 2:40 di cammino effettivo da Cuzzago).
Da qui ho traversato in piano sul versante del Rio del Teu (sx) fino al successivo rudere e da questo sono sceso (senza sentiero) per circa 40 m di dislivello fino a raggiungere il sentiero ben tracciato che porta verso L'Alpe La Piana e quindi a Premosello. Ho seguito il sentiero verso dx fino ad attraversare il Rio del Teu (q. 1253 m secondo la tavoletta IGM) e raggiungere la successiva dorsale, in vista del versante di Premosello (1260 m circa; 15' dal primo rudere; 3 ore nette da Cuzzago, 3:30 al lordo delle pause).

Dopo la pausa panino, sono ritornato a Cuzzago seguendo lo stesso percorso dell'andata (tempo netto impiegato per il ritorno: 1:35; 1:55 il tempo al lordo di brevi soste e divagazioni all'alpe Curtun). 
 
Nel complesso una gita breve ma di grande soddisfazione, in una giornata bellissima.

Tourengänger: atal


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Kommentare (1)


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Nevermind hat gesagt:
Gesendet am 25. November 2014 um 08:49
Ciao, in linea d'aria non eravamo lontanissimi, visto che io lo stesso giorno sono salito sul ben più evidente e scontato (ma sempre interessante) percorso per l'Alpe Aurinasca. E' sempre un piacere leggere i tuoi report, ancora complimenti per il tuo escursionismo di ricerca. Un saluto. Giuliano


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